La filosofia del godimento dal punto di vista di un uomo che parla per conto di una donna
"Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere" di John Cleland è un romanzo avvincente, coraggioso e se mi permettete sincero, senza reticenze ostentatamente erotico. A priori, possiamo pensare che il genere erotico si trovi al confine con la pornografia, ma la buona accoglienza soprattutto da parte dei lettori e poi della critica, ha un solo significato: l'elevazione attraverso la scrittura della dignità dell'eros quale componente essenziale della natura umana.
Dopo tutto, i lettori delle varie generazioni che si sono succedute da quando il libro venne pubblicato, hanno sempre buone ragioni per interessarsi dell'erotismo: c'è chi si interessa al genere per una malcelata inclinazione al voyeurismo, c'è chi invece è tormentato dall'arte della seduzione femminile e c'è chi, infine ne apprezza la prosa vigorosa che dà dignità al desiderio della carne e non lo condanna.
Credo che un libro come "Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere" si possa definire a pieno titolo un classico e che offra una storia tanto provocatoria quanto interessante che il possibile lettore deve affrontare andando al di là di tutti gli insopportabili luoghi comuni che riguardano i sessi e la sessualità in genere.
DICIOTTESIMO SECOLO: PRIMI VAGITI DI UN'EPOCA NUOVA
Le pesanti ornamentazioni a cui ci ha abituato certa letteratura settecentesca fanno dimenticare che a livello di storia delle idee emergono nuovi modelli di razionalità, ma ancora una volta il piacere diventa il vero motore di un'epoca in cui la severità religiosa ferma e contiene la morale del godimento.
Leggendo "Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere", mi sono venuti in mente i versi del Metastasio il quale declamava:
"Per me son gradite
ancor le catene
in mezzo alle pene
più bello è il piacer"
questa potrebbe essere la chiave di lettura entro cui inscrivere un romanzo erotico come "Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere", un romanzo che deve essere scrostato dalla sua immediata apparenza e che riserva delle sorprese di cui in questo contesto anticipo solo alcuni aspetti in quanto il libro va letto.
L'OZIOSO GODIMENTO CON LE DONNE DI PIACERE
Frances Hill detta Fanny non può essere ascritta nella vasta schiera delle cortigiane che per interesse davano soddisfazione ai più raffinati bisogni dei ricchi eppure diventò, suo malgrado, simile alle prostitute di corte che nel periodo che va dal '500 al '700 erano parte integrante tollerata e voluta dei nobili ricchi e delle alte sfere ecclesiastiche. Con una differenza però: amava avere rapporti sessuali.
Chi è Fanny? È un inglese di Liverpool che nasce da una famiglia povera e che vive fino all'età di quattordici anni secondo i dettami di un'educazione che rientrava entro i canoni del comune sentire dell'epoca; presso le classi povere non vi era alcun sistema obbligatorio di educazione, solo le istanze dell'illuminismo francese permetteranno alla borghesia di accedere ad un sistema educativo in parte regolato e che non fosse affidato al solo ruolo del precettore.
Fanny nonostante fosse stata allevata in uno stato di ignoranza, almeno fino all'adolescenza non era ancora stata divorata dal vizio, solo dopo scoprirà il piacere della copula, una copula che quanto più è animalesca più è fonte di inesauribili piaceri; il piacere di Fanny è mentale prima di essere fisico, l'idea di essere riempita dal membro maschile, produce in lei un godimento infinito e lo dice senza mostrare la benché minima remora o autocensura. Insomma Fanny è esplicita, il suo corpo è un aggregato di cellule che vanno alla ricerca del piacere e il coito si verifica ogni volta senza alcun calcolo e con estrema energia e partecipazione. È come se Fanny vivesse un perpetuo stato di natura attraverso il quale passa la conoscenza dell'altro e di se stessa, forse in questo sta la genesi della femminilità e il carattere ipotetico della procreazione, la più antica di tutte le idee, appartiene più alla storia religiosa che a quella profana.
Il passaggio dalle sensazioni fisiche a quelle morali costituisce l'essenza della femminilità di Frances Hill, ed è proprio nella precisa definizione del piacere che si rispecchia paradossalmente la sua voglia di fisicità e di vita.
COMPARAZIONE CON UN FENOMENO EDITORIALE ODIERNO, GRANDE COPIA DEL PASSATO
Dopo aver letto una serie di recensioni negative su "Cinquanta sfumature di grigio", ho deciso di affrontarne la lettura , presto scriverò che cosa ne penso del romanzo di E. L. James alias Erika Leonard; preferisco però non anticipare il mio giudizio, mi limito a dire solo questo: dov'è lo scandalo? L'autrice londinese ha scritto un romanzo all'acqua di rosa, rispetto a "Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere", ci troviamo infatti davanti a un modello in cui gli elementi immaginari sono troppo influenzati dal deja vu.
Ma la differenza più evidente è che le memorie di Fanny Hill non sono scritte da una donna ma da un uomo, l'autore John Cleland racconta di una donna con la mentalità di un uomo, l'esito non poteva quindi che essere differente.
Se la natura ci ha dato la razionalità ma anche degli impulsi primitivi, il sesso raccontato da Cleland non ha nessuna mediazione, non vi quindi nessuna contrapposizione tra il maschio e la femmina ma la totale e assoluta complicità.
In Fanny Hill il rapporto di padronanza uomo donna si inverte o se vogliamo si muove entro un piano di parità assoluta, stabilire poi se Fanny rappresenti il prototipo della donna di piacere che l'immaginario maschile vorrebbe è molto difficile, impantanarsi nei meandri insidiosi di un'interpretazione psicologica e comportamentale, ci porterebbe lontani dal piano puramente letterario di questo ambito.
Il Settecento è stato il secolo nel quale sono state elaborate diverse teorie sul piacere, al punto che si può parlare di filosofia del godimento, l'idea era semplice: il selvaggio una volta che ha soddisfatto i suoi bisogni primari va alla ricerca della felicità che costituisce però un limite del godimento stesso. Il romanzo di Cleland ha il coraggio di espandere il piacere fisico come manifestazione più evidente della vita e lo fa senza allegorie quasi che fosse una forma di illuminazione e di rivelazione di cui Fanny Hill è la profetessa disinvolta e spesso sfacciata.
Non mi resta che raccomandare (ai curiosi) la lettura del libro...Fanny Hill è un personaggio indimenticabile!!
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