Ci sono pervenuti alcuni scritti teologici che la tradizione medioevale ha assegnato a Dionigi detto Dionigi l'Areopagita, il personaggio che troviamo negli Atti degli Apostoli e che fu converito al cristianesimo da Paolo di Tarso in occasione del discorso che tenne all'Areopago di Atene (Atti degli Apostoli, XVIII, 34). Gli studi successivi hanno però rilevato che in questi scritti vi sono numerosi concetti che provengono da Proclo di Costantinopoli (410-418) il principale esponente della Scuola di Atene e autore dell'opera Elementi di teologia, un'opera che godette di molta fortuna nel medioevo. Proprio per il carattere neoplatonico degli scritti attribuiti a Dionigi l'Areopagita e per l'impiego di termini affini a quelli utilizzati da Proclo, all'autore è stato dato il nome di Pseudo-Dionigi Areopagita. Le opere di questo autore sono i seguenti quattro trattati: De Mystica theologia, De divinis nominibus, De coelesti Hiearchia, De ecclesiastica Hierarchia e dieci Lettere. Comun denominatore di tutti questi scritti è l'esaltazione di Dio qualificato come assoluto Bene, Superente ineffabile, Uno e Trino. Secondo l'autore Dio è ineffabile in quanto sta al di la dell'essere, l'uomo non può conoscere in alcun modo Dio che, essendo inaccessibile non può quindi essere colto nella sua trascendenza, l'unico passaggio di cui l'uomo può essere consapevole dell'esistenza di Dio è quello della creazione, il momento in cui inizia la dialettica del molteplice. L'autore concepisce Dio come l'essere superintelligibile che, da una parte non ha alcun limite, da qui la denominazione di theologia negationis (apofantica) e che dall'altra nella sua perfezione può tutto (theologia eminentiae). Con Dionigi l'Areopagita siamo in un ambito nel quale sono sì presenti elementi filosofici ma il prevalere dell'elemento teologico in chiave mistica di questi scritti permette di dire che l'autore scriva in una condizione di intensa spiritualità dominata dalla convinzione che l'anima sia portata a conoscere intimamente Dio attraverso l'esperienza soprannaturale. Secondo la dottrina mistica l'anima perviene a una conoscenza intima e spirituale di Dio attraverso tre stadi: la via della purificazione (via purgativa), la via della coscienza intellettiva (via illuminativa) e la via dell'unione estatica con Dio (via unitiva). Gli scritti dello Pseudo-Dionigi assumono un'importanza rilevante in quanto nel medioevo esercitarono una grande influenza nel pensiero medioevale e in particolare nei concetti della teologia negativa che vennero ripresi da Giovanni Scoto, Bonaventura, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino.
Indicazioni bibliografiche
R.Roques, L'univers dionysen, Parigi 1954;
Eugenio Corsini,Il trattato de Devinis nominibus dello Pseudo-Dionigi: e i commenti neoplatonici al Parmenide in Pubblicazioni della Facoltà di lettere e filosofia , Giappichelli, 1962;
Michele Schiavone, Neoplatonismo e cristianesimo nello pseudo-Dionigi in Volume 26 di Pubblicazioni dell'Istituto di filosofia, Facoltà di Magistero dell'Università di Genova, Marzorati, 1963.