Con la Critica della ragion pura speculativa Kant si pone come obiettivo quello di approfondire ed analizzare il valore del sapere umano. La problematica sul valore del sapere umano riguarda le possibilità del sapere umano e dei suoi limiti, si tratta di una problematica che costituisce ancora oggi l'oggetto di una disciplina moderna come l'epistemologia che si occupa delle strutture logiche e della validità della metodologia della scienza. Kant nei confronti delle scienze empirio-matematiche ritiene che il problema sulla loro realtà non si ponga in quanto sono un dato di fatto. La questione riguarda non la realtà ma le condizioni per cui sia possibile una scienza, in altri termini quali sono le condizioni che permettono che scienze come la matematica e la fisica siano valide per lo studio della natura.Per quanto riguarda la metafisica invece Kant pone il problema in maniera diversa domandandosi se essa possa essere possibile come scienza.
Già dal tipo di impostazione seguita da Kant nel porre una distinzione tra le scienze della natura e la metafisica, si può constatare che egli non credeva nella validità razionale della metafisica, validità che invece riteneva dovesse essere riconosciuta alle scienze della natura.
Cos'è il pensiero per Kant? Pensare è formulare giudizi, pensare è giudicare, ragionando noi utilizziamo dei concetti e perveniamo ad una conclusione che è un giudizio. Esistono per Kant due tipi di giudizi, i giudizi sono gli elementi costitutivi del sapere:
1 - I giudizi analitici sono giudizi esplicativi diretti a chiarire, a spiegare il soggetto, posto il soggetto si deve porre obbligatoriamente il predicato che è una semplice spiegazione del soggetto in questo senso sono universali ed oggettivi. Non forniscono conoscenze nuove e sono indipendenti ed antecedenti all'esperienza, cioè esistono a priori dell'esistenza. |
2- I giudizi sintetici a posteriori sono quei giudizi, nei quali il predicato è qualcosa di diverso dal soggetto e fa una sintesi con il soggetto. Questi giudizi sono empirici, estensivi nel senso che estendono il sapere e sono formulati a posteriori, nel senso che vengono formulati dopo averli constatati |
Kant poi introduce un terzo di tipo di giudizio: il giudizio sintetico a priori:
Presupposto: la scienza deve avere i caratteri di oggettività e necessita, le sue leggi non possono essere contingenti ma devono offrire una conoscenza certa ed universale e riguardano fatti sempre nuovi. I giudizi analitici e i giudizi sintetici a posteriori non sono sufficienti a pensare queste leggi, questa funzione viene svolta dal giudizio sintetico a priori. |
Caratteri del giudizio sintetico a priori: sinteticità e oggettività, deve prescindere dall'esperienza (apriorità). |
Funzione del predicato: il predicato esprime una novità rispetto al soggetto, il rapporto tra soggetto e predicato è di necessità ed universalità. |
Esempi di giudizi sintetici a priori: 7+5= 12 (matematica); la linea retta è la più breve tra i due punti (geometria). |
Kant dopo avere distinto i tre tipi di giudizi si chiede come siano possibili i giudizi sintetici a priori, si tratta di un problema fondamentale della sua riflessione in quanto la soluzione di tale problema permette di dare una risposta alla domande iniziali che hanno mosso la sua riflessione: quale valore ha il sapere umano? Come è possibile la matematica? Come è possibile la fisica?
Per rispondere a queste domande, bisogna conoscere i presupposti da cui parte Kant:
1) Tutto parte dalla sensazione, l'uomo percepisce le cose e i fatti esterni, percependo la realtà esterna, l'uomo attinge il materiale del suo pensare dall'esperienza.
2) I fatti e le cose dell'esperienza non possiedono i caratteri dell'oggettività e dell'universalità.
Che cosa conferisce oggettività e universalità alla molteplicità del materiale proveniente dall'esperienza ? A parere di Kant il processo di oggettività e universalità avviene grazie alla forma o trascendentale, la forma è l'elemento che si trova fuori dal molteplice ma che è necessario per permettere le nostre conoscenze. Senza la forma o trascendentale non è possibile organizzare le conoscenze provenienti dalla realtà esterna da qui la sua necessità ed universalità.
Per spiegare il modo in cui sono possibili i giudizi sintetici a priori, Kant dà prima di tutto una determinazione del trascendentale, in altre parole fornisce una definizione degli elementi che determinano le nostre conoscenze considerando le facoltà del conoscere:la sensibilità e il pensiero. Il pensiero a sua volta possiede -spiega Kant- due facoltà: l'intelletto e la ragione.
Le facoltà del conoscere
Sensibilità = facoltà di ricevere impressioni |
Intelletto = facoltà di ricevere o formulare giudizi |
Ragione = facoltà di aggregare i giudizi in un'unità sistematica |
In base a questa divisione Kant introduce divide la Logica in Analitica per l'intelletto e in Dialettica per la ragione, mentre l'Estetica si occupa dello studio delle forme a priori della sensibilità.
Le parti della Critica della ragion pura |
Estetica trascendentale: sensibilità Logica trascendentale: Analitica trascendentale: intelletto Dialettica trascendentale: ragione
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Un chiarimento è necessario per comprendere il significato dell'aggettivo "trascendentale"; per Kant l'elemento che permette di costruire l'esperienza è la forma a priori, un elemento puro a priori che non proviene dall'esperienza, tuttavia le forme a priori pur non provenendo dall'esperienza tendono ad essa nel senso che il materiale verso cui sono rivolte è esclusivamente quello della sensazione con l'eccezione della ragione quale momento unificatore dei giudizi.
Il significato delle parte della Critica della ragion pura |
Estetica trascendentale: riguarda lo studio delle forme a priori della sensibilità |
Analitica trascendentale: riguarda lo studio delle forme a priori dell'intelletto |
Dialettica trascendentale: riguarda lo studio delle forme a priori della ragione |
Estetica trascendentale
L'Estetica trascendentale è lo studio delle forme a priori della sensibilità ossia del tempo e dello spazio che permettono di conoscere e nello specifico di organizzare i dati provenienti dalle sensazioni. Il materiale empirico è necessariamente nello spazio e nel tempo, lo spazio è la forma pura che riguarda le sensazioni esterne, il tempo è la forma pura che riguarda le sensazioni esterne ed interne. Le forme pure non provengono dalle sensazioni ma sono delle intuizioni.
Durante l'atto del percepire l'uomo intuisce, avverte spazio e tempo, tuttavia queste intuizioni non provengono dalle sensazioni, dai dati dell'esperienza, sono secondo Kant delle forme pure che ci permettono di cogliere la realtà empirica e di ordinarla. Spazio e tempo non esistono nel mondo sensibile, sono forme pure che servono per mettere in modo il processo di collocazione nello spazio e nel tempo di questa o quella cosa. L'impressione iniziale o sensazione è colta grazie alle intuizioni pure, la loro sintesi produce le intuizioni empiriche o percezioni, le percezioni pertanto sono un momento di sintesi che permette di concepire e conoscere la materia.
Estetica trascendentale |
Punto di partenza: la realtà empirica - Forme a priori o intuizioni pure : spazio e tempo |
Processo: ogni sensazione diventa percezione grazie alle forme a priori o intuizioni pure > risultato: la realtà empirica colta dal soggetto viene collocata nello spazio e nel tempo, le sensazioni si trasformano in percezioni o intuizioni empiriche. |
Analitica trascendentale
Abbiamo visto che l'uomo ha tre facoltà: sensibilità, intelletto e ragione. L'intelletto è la facoltà di formulare giudizi, l'Analitica una delle due parti della Logica riguarda l'intelletto (l'altra la Dialettica riguarda la ragione) Come funziona l'intelletto? Dopo che le sensazioni si trasformano in intuizioni empiriche ossia nella molteplicità del reale collocato nel tempo e nello spazio, la forma che dà unità alle intuizioni empiriche è il concetto, i concetti permettono di formulare un giudizio e sono funzioni proprie dell'intelletto. L'unificazione delle intuizioni empiriche quindi avviene grazie ai concetti puri o categorie che per Kant sono 12 come 1\2 sono i giudizi, ad ogni giudizio corrisponde una categoria e ciascun gruppo di 3 di giudizi viene diviso in classi.
In base alla divisione stabilita da Kant abbiamo le seguenti classi, giudizi e categorie:
Classi Giudizi Categorie |
I. Quantità Singolare Unità Particolare Pluralità Universale Totalità |
II. Qualità Affermativo Realtà Negativo Negazione Infinito Limitazione
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III. Relazione Categorico Sussistenza ed inerenza Ipotetico Causalità e dipendenza Disgiuntivo Reciprocità |
IV. Modalità Problematico Possibilità ed impossibilità Assertorio Esistenza e non esistenza Apodittico Necessità e contingenza |
Esempio di come si forma un giudizio attraverso le categorie: "la pioggia bagna il terreno", in questo giudizio abbiamo due intuizioni empiriche "pioggia" e "terreno" che vengono unite dal concetto di bagnare. In questo caso il bagnare indica che c'è una relazione e rientra nel concetto puro o categoria di "causa".
Secondo l'impostazione di Kant l'elemento caratterizzante che permette la costruzione della natura non sono le leggi della natura ma l'intelletto che giudica, l'attività di conoscere non riceve leggi della natura ma è l'intelletto che sulla base delle impressioni determina le leggi della natura.
Come si ottiene il processo di unificazione delle categorie esprimendo una connessione universale e necessaria? Ciò che permette l'unificazione è l'io penso, pertanto in base all'esempio riportato nelle righe precedenti il giudizio andrebbe riformulato in questi termini: "(Io penso che) la pioggia bagna il terreno". L'io penso di cui parla Kant non è un io particolare che esprime il suo punto di vista ma è un puro Io come pura attività che pensa e che unifica.
Chiarimento
Differenza tra l'Io penso di Cartesio e l'Io penso di Kant: per Cartesio l'unica realtà presente è il pensiero, quando io dico "io penso" mi avverto come una realtà pensante, la realtà fondante è perciò il Cogito, l'unica certezza che costituisce l'unica vera certezza della realtà.L'Io penso di Kant è il momento della coscienza del pensare quando si formula un giudizio, l'Io penso o trascendentale è l'Io che esprime giudizi ma che esiste nel momento in cui avvengono le sue costruzioni. L'Io puro di Kant pertanto non esiste come realtà a sé stante, l'attività del conoscere avviene con l'Io penso che con i giudizi e l'attività di categorizzazione della natura ne stabilisce le leggi. |
Dialettica trascendentale
L'altra parte della Logica trascendentale è la Dialettica trascendentale che riguarda lo studio delle forme a priori della ragione attraverso la quale avviene un ulteriore processo di unificazione, iniziato con l'intelletto, per raggiungere la totalità: le forme a priori che permettono questo processo solo le idee intese come principi unificatori della realtà, si tratta quindi di funzioni della ragione che permettono di unificare i giudizi.
Chiarimento
Le idee in Platone: per Platone le idee sono realtà trascendenti della natura esistenti nell'iperuranio, le idee sono il presupposto della realtà, pur avendo un rapporto con il mondo empirico vivono su un piano metafisico staccato dalla realtà stessa. Le idee nell'empirismo: sono rappresentazioni che nascono dalle sensazioni, Locke afferma che "Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu". Le idee in Leibniz: le idee sono innate, sono avvolte nella monade, si trovano in uno stato virtuale in attesa di dispiegarsi: "Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu, nisi intellectus ipse". Le idee in Spinoza: l'uomo è fatto di anima e corpo, rapporto tra cogitatio ed extensio, l'anima è idea,il corpo è l'oggetto corrispondente. In Spinoza idea e ideatum sono in corrispondenza simmetrica seppur assorbite nell'unità: Ordo et connexio idearum idem est ac ordo et connexio rerum. Le idee in Kant: sono forme a priori della ragione, funzioni della ragione che unificano in senso totalizzante i risultati dell'intelletto che giudica. Le idee sono prive di contenuto, svolgono una mera funzione regolativa dei giudizi o dei risultati dei giudizi ottenuti con l'intelletto.
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Kant distingue tre tipi di idee della ragione:
- idea psicologica o idea di un io;
- idea cosmologica o idea del mondo;
- idea teologica o idea di Dio.
Chiarimento
La ragione attraverso l'idea psicologica o idea dell'io regola l'attività interna. |
La ragione attraverso l'idea cosmologica o idea del mondo regola tutti i risultati di ciò che per gli uomini è il mondo. |
La ragione attraverso l'idea teologica o idea di Dio unifica tutti i risultati che nella natura si presentano condizionati in un unico principio incondizionato |
Le idee non aggiungono nulla alla conoscenza che, come si è già visto, è una sintesi di intuizioni e di categorie, si può dire quindi che la conoscenza vera e propria si ferma con l'io penso, in quanto è l'io penso, il soggetto giudicante che conosce e che nello stesso tempo dà le leggi. La conoscenza pertanto è possibile solo nell'ambito dell'esperienza.
La ragione ha quindi per Kant un valore regolativo e le idee sono rappresentazioni unitarie, asserzioni sintetiche; esaminiamo in maniera più approfondita le singole idee:
- Idea psicologica o idea dell'io: l'attività del conoscere non può prescindere dall'esperienza ma tutto il nostro pensare è determinato dall'Io penso, è il pensiero che pensa i giudizi, l'io però non è una sostanza e non può essere una realtà appresa, svolge pertanto una funzione strumentale in quanto permette di dare ordine ai fatti interni dell'uomo. La funzione dell'idea anima è una funzione chiarificatrice nel senso che, regolando i fatti interni dell'uomo, non produce ulteriori conoscenze ma le rende più chiare.
- Idea cosmologica o idea del mondo: la rappresentazione totale del mondo, la sua idea serve per evitare di cadere nel ginepraio delle tesi contrapposte, affermando che l'idea del mondo non è altro che un'idea della ragione si evitano le antinomie ossia quelle tesi contradditorie che inficiano la comprensione della realtà.
- Idea teologica o di Dio: Kant nega la validità delle tre principali argomentazioni (argomentazione ontologica, argomentazione cosmologica e argomentazione teleologica) utilizzate per dimostrare l'esistenza di Dio, le prove sull'esistenza di Dio presentano delle criticità che sul piano logico le rendono non valide. L'argomentazione ontologica è una dimostrazione razionale dell'esistenza di Dio ma la razionalità si limita al modo di procedere in quanto il principio di identità su cui si basa questa argomentazione non prova niente dato che il ragionamento ontologico si limita a dimostrare l'esistenza di Dio con un semplice passaggio facendo un salto dal Dio pensato al Dio esistente. Non si può ritenere esistente una cosa solo per il fatto di pensarla. L'argomentazione cosmologica è anch'essa non valida in quanto tutto il ragionamento dei suoi sostenitori è basato sul principio di causalità, come si è visto la causa è una categoria, una funzione propria dell'intelletto che per giudicare ha bisogno delle intuizioni empiriche che costituiscono la materia. L'argomentazione teleologica dimostra la sua inconsistenza in quanto concepisce Dio come una sorta di principio regolatore finito escludendo il Dio creatore.
Se la conoscenza è limitata all'esperienza, la metafisica si dimostra impossibile come scienza, l'unico sapere che ha validità è quindi quello che deriva dall'esperienza, tuttavia il fatto che l'uomo si ponga determinati interrogativi significa che esiste un bisogno spirituale che non può essere represso. Questo argomento verrà affrontato da Kant nella Critica della ragion pratica (1788) dove l'esistenza di Dio non viene dimostrata per via razionale, ma ammessa come un postulato di fede, una fede razionale che per il filosofo tedesco significa una fede giustificata razionalmente.
Sui risultati a cui pervenne Kant nella Critica alla ragion pura si veda:
http://condividendoidee.over-blog.it/ 2018/06/critica-della-ragion-pura-di-kant-risultati.html