Descartes esercitò una forte influenza sulla riflessione filosofica successiva che spesso prese le mosse per superare quelle che erano due caratteristiche del cartesianismo:
- Il dualismo di res cogitans e res extensa;
- L'infinito capace di attirare e assorbire l'uomo.
La riflessione filosofica di Descartes era la risposta ad una delle istanze più diffuse nella cultura europea del tempo: quello di trovare un elemento fondante della filosofia e di definire il punto fondante da cui partire per elaborare concettualmente una dottrina. Descartes rispose a questo bisogno elaborando l'idea di autocoscienza intesa come intuizione di sé capace di ridurre tutta la realtà a pensiero.
Le caratteristiche su menzionate del cartesianismo indussero la speculazione filosofica successiva a tentare di superare le difficoltà derivanti dal dualismo cartesiano e tra le varie dottrine che si svilupparono nell'ambiente culturale europeo del XVII secolo vi fu l'occasionalismo. Il tentativo di superare il dualismo cartesiano fu in realtà portare alle estreme conseguenze il pensiero di Descartes, mettendo in posizione preminente l'attività di Dio e in ruolo completamente subordinato l'uomo. Per l'occasionalismo tutte le creature sono semplici occasioni di Dio, l'unico attore e principio di causa di ogni evento è Dio. Se da una parte l'occasionalismo cercò di oltrepassare le difficoltà del dualismo cartesiano, dall'altra parte si poneva come obiettivo quello di sottrarsi alle insidie del panteismo naturalistico di Spinoza.
Il pensatore che per primo elaborò la dottrina occasionalistica fu Arnold Geulincx che portò alle estreme conseguenze il dualismo cartesiano di res cogitans e res extensa: non solo non esisteva un netto distacco tra spirito e materia, distacco che negava un rapporto causale fra le due realtà ma non vi era neppure rapporto tra res cogitans e res cogitans e tra res extensa e res extensa. L'anima non può dirigere l'azione del corpo e non vi è nesso di causalità tra l'azione dell'anima e quella del corpo, solo Dio è capace di agire e all'uomo non rimane che prendere coscienza, attraverso la volontà, dell'errore che deriva quando si pone in contrapposizione all'azione divina. Per Geulincx l'azione di tutte le creature è totalmente subordinata all'azione causale di Dio, l'uomo non ha spazio e non è libero di avere alcuna iniziativa, viene negato completamente il libero arbitrio. Nella storia e nella natura gli eventi non accadono in maniera autonoma ma è solo l'azione di Dio che conta, le creature pertanto non sono altro che semplici eventi occasionali di Dio, unica causa di tutto ciò che accade nell'universo.