È probabile che Pasolini avesse letto "Lettera al padre" di Franz Kafka,(1) per certi versi il timbro di "Affabulazione" ricorda la storia del contrasto con il genitore raccontata dallo scrittore ceco, ma ci sono anche delle differenze sostanziali nel modo in cui vengono presentati padre e figlio.Tra le due opere c'è un'analogia per quanto riguarda il tema trattato ma Pasolini preferisce utilizzare il teatro quale veicolo espressivo ideale per comunicare meglio e per comunicarlo al più vasto numero di persone. Le ragioni per cui Pasolini decise di misurarsi in qualità di autore con il teatro è la medesima che lo ha portato a misurarsi con l'altra forma espressiva artistica: il cinema. La volontà di esprimersi con forme di comunicazione visiva era anche l'esigenza dell'autore che aveva compreso come il testo letterario non fosse in grado di essere recepito da chiunque. Ecco allora che nella seconda metà degli anni sessanta Pasolini decide di dedicarsi al teatro e lo fa a modo suo cambiando la stessa forma tradizionale del teatro incentrato sugli atti. Sotto questo punto di vista Pasolini è ancora una volta il più sperimentale tra gli sperimentali, la sua volontà di accellerare la dissoluzione della forma tradizionale del teatro non è fine a se stessa e non è dovuto alla ricerca dell'originalità a tutti i costi. Se si guarda alla parte formale della pièce teatrale pasoliniana si comprende come la scelta di dividere lo svolgimento della rappresentazione in episodi anzichè in atti, risponda perfettamente ai nuovi bisogni espressivi di un pubblico diverso e più esigente rispetto a quello che tradizionalmente frequentava i teatri.
"Affabulazione" venne scritta da Pasolini nel 1966, bisognerà però aspettare il 1977 per vedere la prima dell'opera in teatro, opera che venne diretta da Vittorio Gasman a due anni dalla tragica scomparsa dello stesso Pasolini. "Affabulazione" rimane una testimonianza forte e cruda delle vicende personali dell'uomo Pasolini e in particolare di quelle che riguardano il rapporto con il padre. Come sempre accade nei rapporti conflittuali con il genitore, il rancore si mischia con il rimorso per quello che non vi è mai stato e che sarebbe potuto essere: il dialogo e la comprensione. Di contro il rapporto tra il figlio e la madre completa e compensa la mancanza paterna, la madre raffigurata come custode della memoria è lei stessa diventata diversa rispetto a quello che era da giovane proprio a causa del cambiamento del marito di cui condanna gli atteggiamenti ridicoli e paradossali che assume in famiglia.
Pasolini presenta una situazione rovesciata e paradossale: il ruole del padre viene completamente depotenziato da quello di educatore per confondersi con quello del figlio, il parallelo con il padre di Kafka sotto questo punto di vista è improprio in quanto Kafka presentò la figura di un padre accentratore e dispotico ma pur sempre calato nel ruolo padre, mentre Pasolini delinea la figura di un genitore in assurda competizione con il figlio di cui invidia la giovinezza e la vitalità e che non riesce ad afferrare perché lo vede come mistero. La sessualità diventa un elemento chiave per spiegare questa incomunicabilità che è tutta interna al padre il quale cerca di dimostrare attraverso un'ostentazione dei propri rapporti sessuali che è ancora "potente". La dimostrazione paterna della propria virilità diventa così una forma di comunicazione estrema in cui paradossalmente il padre sembra dire al figlio "vedi, ci sono, non sono finito".
La madre in questa rapporto conflittuale padre-figlio non è una spettatrice passiva, ma una vittima che completa e chiarisce a beneficio dello spettatore la figura del marito la cui trasmutazione (in peggio) lo rende irriconoscibile rispetto all'uomo sano ed equilibrato che aveva conosciuto.
La scelta di Pasolini di rappresentare e mostrare piuttosto analizzare è coerente con la sua attività di romanziere e di poeta, mostrare la realtà senza un commento scritto significa privilegiare l'oralità e l'immagine che amplificano l'ordine degli eventi ma che nel contempo mischiano realtà e fantasia.
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La parte conclusiva in cui rimane irrisolto il mistero del responsabile dell'uccisione del figlio rimane un'incompiuta che Pasolini privilegò rispetto ad una conclusione definita per stimolare, in tal modo, le riflessioni interiori e le fantasie degli spettatori. Il padre scivolato nella vita errante del clochard prima si addossa la responsabilità della morte del figlio, poi la nega, drammatica è anche la fine della moglie, morta suicida.
Affabulazione è un libro di sole 93 pagine che ha un potere di significazione straordinario e che permette di fare una ricognizione su alcuni aspetti della personalità di Pasolini, ma al di là delle vicende personali dell'autore, l'opera merita di essere letta per il suo valore universale che va oltre il tempo e che ripropone l'eterno conflitto tra le generazioni.
(1) Vedi Lettera al padre - Franz Kafka