La lettura di "Despero" di Gianluca Morozzi trasmette un senso di freschezza e quando si arriva all'ultima pagina dispiace che il libro sia troppo breve, ma le sue 157 pagine sono scritte bene e aiutano a superare quel senso di inquietudine e di malinconia che incombe sulla vita quotidiana.
Forse -ed è l'unica riserva che nasce dopo la lettura del libro- rimane un senso di incompiuto nella vita dei lettori più maturi che pensano a quel connubio straordinario che accompagna la vita di molti giovani fatto di amicizia, amore, sogni e musica. Ci sono intere generazioni che non hanno potuto godere appieno di tutti questi "fattori" , ma ce ne sono altre che le hanno elevate a principi di vita rendendo quella stagione della vita come qualcosa di speciale e di unico, almeno fino a che tutto è durato.
Il sentimento dell'amicizia quale è presentata dall'autore è una sensazione fatta di luoghi, di incontri, ma anche di idee, di speranze e di persone vere; non è tanto importante cosa pensa l'autore ma quello che riesce a stimolare nel lettore, compreso quel pizzico di impulsività che può portare anche alla delusione ma che rimane un'esperienza unica da vivere insieme
E così è anche l'amore, elemento essenziale della vita e di tutte le stagioni a prescindere dall'età ma che nella giovinezza dà le ali per volare come una farfalla e se l'amore fallisce ecco che gli amici possono dare una sferzata d'ottimismo. L'amicizia e l'amore si compenetrano basandosi sulla scelta reciproca e anche gli incontri impossibili diventano meno aspri se c'è un amico pronto a consolare l'illusione che si fa delusione. L'amore è il motore che spinge a fare cose impossibili, a creare storie forse assurde ma sempre appassionanti ed emozionanti.
E' il mistero che affascina e questo si accompagna sempre ai sogni che fanno lavorare l'immaginazione incantando e contagiando anche chi ci circonda, sogni che possono diventare irriverenti ma che sono anche un grido lanciato nell'infinito della mente il cui fine è quello di cambiare la propria vita. E come non mettere in questo straordinario mix la musica (sempre presente in tutto il racconto, una costante che si ritrova quasi in ogni pagina) che con i suoi intrecci e le sue suggestioni rende emozionanti e rivelatrici i nostri rapporti. Un giorno forse passerà tutto, avremo perso di vista gli amici di un tempo ma c'è una linea d'ombra che ci unisce al passato e che ci riporta ai più riposti segreti della nostra vita.
"Despero" è un bellissimo racconto che è come una voce ipnotica che si induce a riflettere e a non predere di vista quello che ci ha portato dove siamo, forse dopo anni sarà perso tutto, ma caparbiamente possiamo salvare quelle tracce che ci permettono di trovare noi stessi. È bello pensare che mentre la vita ha la sua evoluzione naturale non tutti i granelli della nostra vita sono dispersi; "Despero" forse non avrà la potenza di un racconto visionario ma aiuta a non perdere per sempre quell'universo di parole, di sensazioni e di esperienze che non potranno più diventare il principio categorico della nostra vita.
Il Buscadero, i cofanetti dei Los Lobos, il live dei Grateful Dead, le antologie di Jonnhy Cash...che bellezza e poi la doccia, il frigo aperto, due birre, i fumetti della Marvel e Dc....parole che evocano non solo ricordi, anche da adulti.
NOTA FINALE SUL LINGUAGGIO
"La band significava appartenenza: un Despero non era un fighetto tipo Gold o un caciarone tipo Fegati spappolati, aveva i suoi territori e i suoi Dragon Pub per ubriacarsi di birra il sabato sera, il suo bowling di San Felice per giocare a biliardino con aria in****ata........"
Il linguaggio del libro è questo, realista come quello che si trova in "Ragazzi di vita" di Pasolini, ma l'utilizzo dell'espressione gergale nella narrativa rende un racconto vivo, un racconto fatto di persone vere e non solo un artificio letterario verosimile.
Libro di cui consiglio la lettura..... scritto da un narratore sorprendente!!!