IL FEDERALISMO DEL SUD
Si parla molto del federalismo, un termine che può avere molti significati e che è stato invocato soprattutto dalla Lega degli anni '80 e '90 che ne ha fatto il manifesto ideologico e spesso elettorale anche per le trattative di governo.
Secondo i sostenitori del federalismo lo stato centralista di origine giacobina sacrificherebbe gli interessi (economici) del Nord soprattutto attraverso il sistema di distribuzione delle entrate fiscali e la distribuzione della spesa pubblica.
Se questo che sembra un tema tipico dei profeti del federalismo recente, c'è stata una stagione (importantissima dal punto di vista della storia delle idee e della politica) in cui numerosi meridionalisti sostenevano il federalismo e l'autonomismo tra questi spicca Gaetano Salvemini.
Gaetano Salvemini fu un forte oppositore del centralismo dello stato sabaudo ed è curioso ed interessante che molte delle sue tesi sono state quelle sostenute in tempi recentissimi dalla Lega.
Salvemini senza dubbio era animato da una certa dose di utopia sulle possibilità di attuazione del federalismo e nutriva un eccessivo ottimismo sul grado di maturità delle popolazioni del Sud .
In questo bel libro di Mirko Grasso si ricostruisce la storia personale di Gaetano Salvemini, il suo pensiero, la sua attività di politico spesso polemico e quella di storico attento agli eventi a lui coevi con una particolare attenzione a fatti e circostanze che ne avrebbero influenzato lo svolgimento.
Particolarmente interessante è l'intrecciarsi della storia personale di Salvemini e delle sue proposte politiche come quelle che riguardavano, oltre alla critica dello stato centralista, una possibile alleanza tra i contadini del Sud e gli operai del Nord; altrettanto interessanti sono le posizioni di Salvemini per quel che riguarda il riformismo a cui polemicamente spesso si rivolse, dando origine a una sorta di riformismo dissidente critico che tuttavia non si abbandonò mai a degenerazioni extra-parlamentari.
Al contrario Salvemini fu sempre un intrasingente sostenitore del parlamentarismo quale mezzo per risolvere qualsiasi controversia e per combattere qualsiasi forza antidemocratica.
Altrettanto interessante è la sezione che riguarda il Salvemini storico, per Salvemini la Storia era prima di tutto una scienza che aveva il compito non solo di raccontare le vicende di sovrani, capi di stato, condottieri ma anche e soprattutto di spiegare e comprendere le vicende che avrebbero determinato il loro agire.
La stessa problematica meridionalista affrontata con vigore e vis polemica nasceva da questo modo di concepire la storia che era prima di tutto una concezione che aveva il suo substrato nella sua concezione politica refrattaria ad ogni forma di ideologismo che fosse di sinistra o di destra.
Il suo riformismo era lontano dalle posizioni di un Turati a cui rimproverava di accontentarsi ma era anche refrattario a tutte le forme di clericalismo che oggi verrebbe definito catto-comunismo.
L'approdo a detreminate proposte politiche seppur velato da un certo utopismo era strettamente legato alla sua attività di storico caratterizzata da un'attenta ricognizione delle prove documentali e delle fonti a cui, con certosina attenzione, dava un'importanza fondamentale per poter fare una corretta analisi scientifica dei fatti storici.
Il libro è interessante anche perché organicamente ricostruisce le tappe più importanti della vita di Salvemini, delle sue amicizie, delle sue conoscenze, dei suoi contatti e delle sue inimicizie politiche culturali.
Salvemini fu regionalista e federalista ma prima di tutto fu un anticipatore dei tempi per quanto riguarda la questione meridionale che ha sempre visto come una "questione nazionale" e pensava che un ruolo fondamentale e politico avesse la scuola, uno strumento forte per educare le giovani generazioni a un senso civico e predisporli ad un'attenta considerazione degli interessi nazionali.
Proprio da questa convinzione, Salvemini riteneva che nessun governo nazionale potesse trascurare il bilancio destinato alla istruzione e alla scuola, una scuola laica che avesse come fine quello di formare le nuove classi dirigenti competenti e pronte ad affrontare le sfide con il futuro.
In questo e in molti altri aspetti sta l'attualità di Salvemini e il libro di Mirko Grasso è l'occasione per conoscere le vicende biografiche, i pensieri, le proposte di un grande intellettuale che fu politico, educatore e storico.
Il libro scritto in occasione del cinquantenario della morte di Salvemini pur rispettando il rigore delle fonti è di agevole lettura e di particolare interesse perché arricchito anche dall'inserimento del discorso di Norberto Bobbio intitolato "Perché Salvemini", oltre ad una serie di testi di intellettuali del calibro di Sergio Bucchi e Ernesto Rossi.
Particolarmente pregevole è l'allegato CD che permette di ascoltare la voce di Salvemini e un suo ricordo di Piero Gobetti.
Ampio è anche il corredo fotografico che permette di arricchire ulteriormente la conoscenza di Gaetano Salvemini.
Mirko Grasso
Gaetano Salvemini: l'uomo, il politico, lo storico
Edizioni Kurumuny
Anno di pubblicazione 2007