Chi è cresciuto a minestrina e dado teme poco questa crisi che non è peggiore di quella degli anni '70 e che gli italiani di quel periodo ricordano molto bene perché furono costretti a rinunciare alla vettura (domenica senza auto), era il periodo dell'austerity e gli italiani, per la prima volta dal dopoguerra, sperimentavano delle ristrettezze imposte dall'alto.
Le differenze tra quella crisi settantiana (energetica) e quella che sta attanagliando tutta l'economia dei paesi industrializzati (finanziaria) sono evidenti, ma i risvolti sulla "qualità della vita" dei cittadini italiani sono le medesime. Dal 1970 però si sono moltiplicate le esigenze e i bisogni indotti a partire dalla spesa del cellulare, della televisione satellitare e del numero di automobili per famiglia, spese che possono incidere pesantemente sui bilanci familiari e che dovranno essere necessariamente riviste se non eliminate.
Prendiamo ad esempio l'offerta di Sky, fino all'avvento del digitale terrestre molti canali erano visibili solo abbonandosi, ora la stessa Sky trasmette in chiaro diversi programmi che fino a poco tempo fa potevano vedere solo gli abbonati. L'abbonamento al pacchetto minimo di Sky costa oltre 240,00 euro l'anno, una spesa decisamente alta considerando che con un qualsiasi digitale satellitare si possono ricevere gratuitamente molti canali. Perchè pagare allora?
Per quanto riguarda i cellulari bisogna dire che la tendenza ad acquistare smartphone costosi è un'abitudine che solo in Italia trova queste dimensioni, in nessun altro paese del mondo le aziende produttrici fanno affari come in Italia, affari che di fatto non portano nessun beneficio perché la produzione avviene in altri paesi. E' bene ricordarselo, soprattutto recuperando la funzione del portatile che è quella di chiamare e ricevere telefonate in mobilità, il resto è superfluo.
La crisi c'è ma a sentirla di più sono quelli che non conoscono la minestrina con il dado....meditate gente, meditate!!!