I saldi invernali del 2012 sono acqua passata, nessuno ne parla più, in alcune zone la flessione dei saldi 2011 ha registrato un calo, rispetto a quelli del 2011, del 15 per cento. Si tratta di un dato fortmente negativo anche in considerazione del fatto che già l'anno passato si era registrata una netta flessione della propensione all'acquisto. Ovviamente per molti operatori del settore la situazione è preoccupante. La corda è stata tirata a tal punto che queste sono le inevitabili conseguenze.
Eppure bisognerebbe riflettere su quella scellerata manovra speculativa che, all'indomani dell'entrata in vigore della moneta unica, portò molti commercianti ad arrotondare tutti i listini, ciò che prima costava 1000 lire, da un giorno ad un altro arrivò a costare 1 euro. Gli aumenti indiscriminati non furono colpa dell'euro che è una moneta e non un'entità capace di ritoccare i listini, ma furono dovuti solo ed esclusivamente alla brama di fare guadagni veloci.Emblematico è il caso della tazzina di caffè che, in molti bar veniva venuto intorno a 1200 lire prima che l'euro entrasse in vigore, nel giro di pochissimi giorni la stessa tazzina di caffè veniva a costare al cliente 80 centesimi di euro, circa il 40 per cento in più.
Ora diversi rappresentanti delle categorie che furono tra le più attive a ritoccare verso l'alto i listini si strappano le vesti affermando che si rischia un corto circuito nella catena economica perché se le persone non possono spendere, vanno in crisi anche le attività economiche. Non è che si rischia, siamo gà in un corto circuito e da tempo. Si parla di rinnovamento, piani organizzativi alternativi ma il nocciolo della questione è che senza denaro e con centinaia di migliaia di persone in cassa integrazione, l'economia è bloccata, non gira. Si è vero ora potremo dire di essere tutti sulla stessa barca ed è bene che ci salgano anche coloro che quando si parlava di lavoro non se ne occupavano ed erano infastiditi perché il genio dell'ottimismo con il sorriso stampato aveva imbambolato anche loro.
Secondo uno studio di Intesa SanPaolo i consumi dei generi alimentari sono scesi al livello degli anni '80, tradotto: le famiglie strette dagli aumenti delle tariffe, delle bollette e del caro carburanti risparmiano sul mangiare.
...mentre il presidente dell'INPS dichiara di aver percepito in un solo anno redditi per 1.200.000 euro e tutto a norma di legge.....
W L'ITALIA