L'Esercito della fame
Ne "Il Diavolo al Pontelungo" di Riccardo Bacchelli si parla di uno strano "Esercito della fame", ecco come viene illustrato dalla scrittore bolognese il malcontento del popolo:
«....Cento ragazzacci erano, per la maggior parte, e tutti sparuti, miserabili, ridicoli, coi bastoni puntuti, che i carabinieri avevano lasciato perché potessero appoggiarsi e trascinarsi lungo la strada; camicie sbrindellate, giacche lacere, brache lise e scarpe ai piedi!
Furon battezzati subito Esercito della fame. La folla cominciò a far coda dietro e accompagnamento ai lati sotto i portici. Dagli scherzi ai lazzi, dalle risa ai gridi, la gente si sentì positivamente truffata nella sua attesa. Non sapendo con chi prendersela, fischiò come a teatro. "Come a teatro" borbottò seccatissimo Simon Viollet.
La ragazzaglia accorse; e le grida riempirono la vecchia strada signorile e austera: "Soldati del Papa! Soldati dal Becco di Legno! -Morti di fame! - Scannapagnotte! - Scacazzoni! - Carogne! - Faccie da morti in piedi!"
Certo insultare dei vinti prigionieri non era un atto esente da vigliaccheria, ma la cortigianeria della folla è molto complessa, e mentre disprezza ed opprime chi ha perso perché le par vile, ha contro di lui rancore, perché se non fosse stato vile essa avrebbe da obberdirgli. Sui deboli perdenti essa sfoga anche l'astio naturale contro i forti vincenti».
In un paese come l'Italia in cui i precari e i disoccupati sono bollati come scansafatiche, bamboccioni, ciusi e quant'altro di offensivo possa il linguaggio dei "moderati" escogitare, la folla dei protetti ad oltranza, quelli che hanno tutti i diritti acquisiti perché prima era così, sovente manifesta la sua insofferenza verso ogni manifestazione di piazza organizzata dai giovani e meno giovani che non hanno speranza. Fa specie notare che gli sfruttati sono a loro volta sfruttatori di altri sfruttati, ma il potere sa che con qualche concessione può contare sulla più totale arredevolezza e persino dell'accondiscendenza di tante volpi d'argento. Del resto nel paese delle mille corporazioni è così da secoli, nessuno vuole mollare l'osso, ognuno ha da perdere qualcosa e poco importa se nell'Esercito della fame le fila si ingrossano giorno dopo giorno, l'importante è contenere, controllare, concedere quel che basta per fare sfogare i senza niente.
I pacchi delle organizzazioni caritatevoli sono solo elemosina ed è bene essere consapevoli del fatto che in una democrazia non si può tutto risolvere con le eccedenze dei prodotti alimentari in scadenza!!!
Fonte immagine:http://www.flickr.com/photos/38563625@N06/5695814675 (album di roby_zihan)