Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
1 luglio 2018 7 01 /07 /luglio /2018 06:47

Si discute molto sulla "contemporaneità" di un autore, in questo senso trovare delle corrispondenze può essere agevole soprattutto quando ci si sofferma sull'aspetto del contenuto, ma anche per ciò che concerne il linguaggio.
Eppure nell'epoca dei formidabili cambiamenti come può essere l'attuale niente è più "precario" del lilnguaggio parlato, questo fatto è così vero che i dizionari della lingua italiana vengono aggiornati ogni anno, mentre in passato le nuove parole venivano inserite dopo un periodo (più o meno lungo) e solo dopo essere state metabolizzate al livello di senso comune.

Leggendo Palazzeschi si ha immediatamente l'impressione di come il linguaggio nel giro di un secolo sia così profondamente cambiato al punto che moltissime parole appaiono del tutto inadeguate ad esprimere pensieri, cose ed azioni. Ad esempio, Palazzeschi usa i termini del suo tempo quali "giovinotto", "corbellerie", ma anche numerosi neologismi come "balletta" giocando con il suono al punto che ogni parola diventa espressione di un determinato sentimento o stato d'animo.

Se le parole però hanno una vita limitata, i concetti e le idee ritornano con sorprendente ciclicità come dimostra questa bella ( e curiosa) opera giovanile intitolata "L'incendiario" scritta nel 1910, sono trascorsi 101 anni da quando questa operetta (raccolta di poesie) fu data alle stampe, ma il lettore troverà molte corrispondenza e soprattutto potrà gustarne il particolare punto di vista e attualizzarlo con il presente.
L'incendiario fa parte del periodo "futurista", quello delle origini che nel ribellismo giovanile dell'epoca trovava la sua espressione più autentica.
Palazzeschi nel 1909 venne invitato da Filippo Tommaso Marinetti ad aderire al futurismo ed è proprio in questo periodo che esce la raccolta di poesie "L'incendiario" è un gustosissimo romanzo (alternativo) intitolato "Il codice di Perelà", è un Palazzeschi molto diverso da quello più noto, per intenderci quello de "Le sorelle Materassi", tuttavia la "conversione" verso una scrittura più fruibile è solo apparente, in quanto Palazzeschi anche nel noto romanzo che ho citato, rivela la sua insofferenza verso la rigidità del perbenismo borghese.

Per chi ama il linguaggio e il neologismi, la lettura delle poesie contenute ne "L'incendiario" è un'autentico piacere, Palazzeschi come molti avanguardisti della poesia amava deformare le parole, giocare con il suono, questa caratteristica la troviamo, ad esempio, nella poesia intitolata "Lasciatemi divertire" (Canzonetta) che così attacca:

"Tri tri tri
fru fru fru
uhi uhi uhi
ihu ihu ihu

Il poeta si diverte,
pazzamente
smisuratamene.
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto

Cucù rurù
rurù cucù
cuccuccurucù..
.."

Sorprendente, ma non più di tanto per chi conosce il modo di esprimersi degli avanguardisti, veri teppisti della parola pronti a provocare con il loro versi controcorrente.

È lo stesso Palazzeschi a dare una spiegazione di questo particolarissimo modo di scrivere (consapevolmente ricercato): "Cosa sono queste indecenze?/Queste strofe bisbetiche?/Licenze, licenze, licenze poetiche/ Sono la mia passione".


IL LINGUAGGIO DEI FUMETTI DEVE MOLTO ALLE INVENZIONI DI PALAZZESCHI

Le licenze poetiche sono la forma più sopraffina di deviazione dalle regole della lingua, ma sono anche il modo di andare contro le convenzioni condivise e convissute dal pubblico, Palazzeschi quindi, come altri poeti futuristi usa le parole storpiate per esprimere le sue sensazioni e le definisce in questo modo (sentite, sentite):"Sapete cosa sono? Sono robe avanzate, non sono grullerie, sono la.....spazzatura delle altre poesie".
Il poeta spazzino e avanguardista però è anche un antesignano della parola, pensate, ad esempio, al linguaggio espresso nelle "nuvolette" dei fumetti, parole che prese da sole, sembrano non avere alcun significato, ma nel contesto del racconto sono le uniche ad essere in grado di esprimere nel modo più compiuto sensazioni, idee, sentimenti.

Palazzeschi in questo si dimostra straordinariamente lucido ed è consapevole del fatto che queste parole "vogliono dire qualcosa", ma il poeta difende anche i suoi versi in nome del piacere che questi gli procurano.
Ecco allora che il gioco della parola si fa irriverente, scrive in modo volgare (nel senso di popolare)  ed esprime i suoi versi allo stessa maniera del popolano che canta un'aria importante distorcendo il testo che non conosce ( ognuno di noi lo ha fatto e lo fa).


LA FUNZIONE DELLA POESIA COME PURO DIVERTIMENTO

Questo è lo spirito de "L'incendiario", il linguaggio diventa il mezzo per divertirsi, per trasgredire e si fa infantile, libero da qualsiasi convenzione, dissacratorio, incline alla ripicca, apparentemente privo di nessi, quasi che l'autore senta il desiderio di regredire a quella fase prerelazionale in cui tutto è concesso e perdonato e a tal proposito dice: "Certo è un azzardo un po' forte scrivere delle cose così, che ci son professori, oggidì a tutte le porte".

Gozzano scrisse una poesia intitolata "Lasciatemi sognare", (triste e crepuscolare), Palazzeschi rispose con la sua "Lasciatemi divertire", irridente sicuramente come lo è tutta la breve raccolta contenuta ne "L'incendiario".
Palazzeschi in una famosa poesia intitolata "Chi sono?" si autodefinì "il saltimbanco dell'anima mia", bellissima definizione che evidenzia tutto l'anticonformismo di Aldo Giurlani in arte Aldo Palazzeschi.


C'è tanta buona letteratura nelle nostre biblioteche, conviene andare dietro ai  libri "più venduti" fatti a tavolino?  Palazzeschi che era contro le convenzioni sociali avrebbe risposto per le rime in questo modo:

Bubububu
fufufufu
Friù!
Friuù!

Condividi post
Repost0
Published by Caiomario - in Letteratura

Presentazione

  • : Condividendoidee (Filosofia e Società)
  • : Storia della filosofia, letteratura e recensioni librarie
  • Contatti

Cerca

Archivi

Articoli Recenti

  • Malombra - Antonio Fogazzaro
    FOGAZZARO TRA SCAPIGLIATURA E NARRATIVA DECADENTE Per chi ama la letteratura decadente "Il piacere" di Gabriele D'Annunzio rappresenta l'inizio non solo di un genere, ma anche il metro di misura di un modus vivendi che nel tardo Ottocento era molto diffuso...
  • Epistula secunda ad Lucilium - Seneca
    SENECA LUCILIO SUO SALUTEM 1. Ex iis quae mihi scribis et ex iis quae audio, bonam spem de te concipio: non discurris nec locorum mutationibus inquietaris. Aegri animi ista iactatio: est primum argumentum compositae mentis existimo posse consistere et...
  • Elogio Della Donna Erotica. Racconto Pornografico - Tinto Brass
    46 PAGINE DI APPASSIONATO TRIBUTO AD UNA DONNA EROTICA: NINFA Non vi è traccia nella letteratura di opere esplicative in cui un regista spiega le sue scelte filmiche, per questo motivo "Elogio Della Donna Erotica. Racconto Pornografico" scritto da Tinto...
  • Favole - Jean de La Fontaine
    Come leggere le favole di La Fontaine Tra le note presenti in molte edizioni de "Le Favole" di La Fontaine, troviamo due raccomandazioni che dovrebbero indicare la tipologia di lettori: la prima consiglia la narrazione del libro ai bambini di quattro...
  • La scoperta dell'alfabeto - Luigi Malerba
    TRA LIEVE IRONIA E IMPEGNO MORALE Luigi Malerba nato a Berceto ( Parma ) nel 1927 , sceneggiatore, giornalista ha partecipato al Gruppo 63 e fa parte di quel movimento intellettuale che è stato definito della Neoavanguardia, partito da posizioni sperimentaliste...
  • La Certosa di Parma - Stendhal
    Ambientato in un Italia ottocentesca in parte fantastica, in parte reale, le avventure di Fabrizio del Dongo si snodano in una serie di incontri e peripezie al termine dei quali si trova il luogo ... ECCO L'ITALIA CHE TROVÒ MARIE-HENRY STENDHAL QUANDO...
  • Il nuovo etnocentrismo in nome della lotta al razzismo
    Sino al 1492 esistevano in America delle genti chiamate genericamente Amerindie (aztechi, maya, toltechi etc.) che costituivano il patrimonio umano e culturale di quelle terre. Sappiamo come le cose sono andate dopo quella data, da quel momento è iniziato...
  • Il ritratto di Dorian Gray - Oscar Wilde
    Letteratura, cinema e teatro, un ritratto che non invecchia. Il ritratto di Dorian Gray è un classico della letteratura, almeno così viene definito e ogni volta che si deve usare questa espressione bisognerebbe farlo con una certa riluttanza perché c'è...
  • Filosofi: Bruno Giordano
    VITA, OPERE Giordano Bruno (Nola, 1548-1600), entrò a diciotto anni a far parte dell'Ordine dei Domenicani nei confronti del quale mostrò insofferenza per la disciplina e per l'indirizzo culturale. Nel 1576 abbandonò l'Ordine perché sospettato di posizioni...
  • Poco o niente. Eravamo poveri. Torneremo poveri - Giampaolo Pansa
    Pansa ha la capacità di saper leggere la realtà e non semplicemente di interpretarla, la sua "narrazione" suscita stupore ed è sempre spiazzante e al di là del fatto che i suoi libri riescano a raggiungere i primi posti delle classifiche dei libri più...

Link