"Qualunque anfora di vino stipata nelle infami celle affumicate di Marsiglia, qualunque orcio che il fuoco ha fatto invecchiare ci arriva da parte tua, Munna: tu invii per mare e per terra terribili veleni agli sventurati amici. E non costano neanche poco, ma il loro prezzo andrebbe bene per un'anfora di Falerno o di vino di Sezze tenute ben care nelle cantine. Penso che tu abbia questo motivo per non venire a Roma, non bere i tuoi vini".
(Marziale)
A che pro, Tucca, mescoli al vecchio Falerno il vino degli orci vaticani? Ti han fatto del gran bene i vini pessimi e del gran male quegli ottimi? Non riguarda noi, ma è un delitto assassinare il Falerno, avvelenare crudelmente il vino Campano. Forse i tuoi commensali hanno meritato di morire: certamente non l'ha meritato.
(Marziale)
Testo latino tradotto dalla Prof. Giuliana Boirivant
IL COMMENTO DI CAIOMARIO
In questi due epigrammi esemplari di Marziale viene affrontata la tematica del vino adulterato, pratica a quanto pare molto diffusa nell'antica Roma che non si limitava alla mescita del vino con l'acqua ma prevedeva l'utilizzo di "terribili veleni" a cui Marziale allude nel primo epigramma in cui viene citato un commerciante di nome Munna, nel secondo tale Tucca, usi all'imbroglio e alla sofisticazione.
Di contro veniamo a conoscere alcuni vini di eccellenza diffusi all'epoca: il Falerno e il vino di Sezze; il Falerno in particolare era un vino campano pregiatissimo i cui vigneti erano coltivati nell'ager Falernicus, un territorio che si estendeva in quella parte della Campania che si trova ubicata nell'attuale provincia di Caserta..
Nella Roma antica la viticoltura era molto diffusa, tant'è che ci rimangono numerosi studi e trattati che affrontano la materia sotto diverse angolature che comprendono: la scelta del terreno e dei vitigni, i lavori stagionali, le tecniche di potatura.
Se Catone, Varrone, Plinio il Vecchio, Lucio Moderato Columella si prodigarono per trattare in maniera organica la viticoltura e per migliorare la qualità dei vigneti e dei vini, altri, invece di cui Munna e Tucca sono l'esempio, avevano un solo obiettivo: quello di guadagnare sesterzi "assassinando" i vini migliori tra i quali spiccava per bontà il Falerno.
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Fonte immagine: http://www.flickr.com/photos/92249242@N00/7326053414; dall'album di