L'Alcoa, la fabbrica di alluminio di proprietà di una multinazionale statunitense potrebbe chiudere se non ci sarà un acquirente pronto a sobbarcarsi gli oneri che questo Stato impone a chi vuole fare impresa in Italia; i sindacati di contro chiedono allo Stato di intevenire. Come e in che modo? Sono centinaia le aziende che in Italia hanno messo in mobilità i loro dipendenti, se lo Stato dovesse nazionalizzare tutte le aziende si prospetterebbe una soluzione da "socialismo reale", ma la domanda da farsi è "un'azienda privata può decidere di chiudere quando vuole se le condizioni di mercato non sono più favorevoli e perché non lo sono". Questa è la domanda che i sindacati italiani dovrebbero farsi perchè una cosa è certa, lo Stato non è in grado di assorbire migliaia di lavoratori del comparto privato facendoli diventare di fatto dipendenti pubblici e le aziende private non sono obbligate a tenere aperte le fabbriche. Ricordarselo gioverebbe prima di tutto alle migliaia di lavoratori che si aspettano dallo Stato quello che lo Stato non può dare. Lo Stato invece può fare molto per creare occupazione se non ci fosse una classe politica solo attenta a perpetuare i propro privilegi, ma quella classe politica qualcuno l'ha votata anche in Sardegna. Dove erano le solite vestali del palco quando la multinazionale americana chiedeva di pagare l'energia meno cara? Dove sono i Soloni della retorica istituzionale pronti sempre a parlare di massimi sistemi e mai di cose concrete? E dov'è la classe operaia? Una volta c'era solidarietà tra operai, oggi basta che si prometta a qualcuno di rientrare in fabbrica perché questo qualcuno si dimentichi di chi è rimasto fuori.
È un peccato per la Sardegna e per tutti i sardi avere una classe politica che pur avendo l'oro sotto i piedi e i diamanti nel mare non fa niente per valorizzare un territorio che dovrebbe vivere solo di turismo e non di cattedrali nel deserto. È sconfortante constatare che quei politici in Sardegna li hanno votati salvo poi rendersi conto che tutto a loro interessava se non sostenere la fondazione di inutili provincie e carrozzoni pagate dal contribuente. Da oltre cinquant'anni la Sardegna si porta dietro il cancro di un'industrializzazione inutile e dannosa che ha fatto solo crescere la cultura della fabbrica che dà lavoro, mentre, come i fatti dimostrano, il lavoro è a tempo ed è pronto ad andare via soprattutto in un periodo in cui gli interessi in gioco spingono i grandi gruppi a fuggire da luoghi in cui è diventato antieconomico produrre. La multinazionale statunitense va via dall'Italia perché l'energia elettrica è troppo cara, bisognava pensarci prima, ora è tardi. Lo Stato può solo fare una cosa: permettere ad un eventuale nuovo acquirente di produrre a costi competitivi, se questo non avverrà, una scellerata soluzione statalista porterà Pantalone a pagare per le colpe di altri.
SARDI NON VOTATELI PIÙ