PLATONE
Secondo Platone l'uomo è una realtà duale composta da anima e corpo, l'anima a sua volta è composta da tre parti:
- l'anima intellettiva che costituisce il principio della volontà e dell'intelligenza;
- l'anima irascibile dalla quale si origina l'attività dell'osare contro le difficoltà;
- l'anima concupiscibile che presiede a tutte le operazioni istintive che conservano l'uomo soddisfandone i bisogni.
Sia l'anima irascibile che quella concupiscibile mettono l'uomo sullo stesso piano degli altri esseri viventi, ciò che lo differenzia dagli animali è l'anima intellettiva che ha le stesse qualità delle Idee. L'anima intellettiva appartiene al mondo sovrasensibile e non va confusa con il corpo nel quale viene solo ospitata temporanemanente. Platone sostiene la preesistenza dell'anima che non è generata ma già esiste prima, il corpo serve al'uomo per vivere nella realtà sensibile ma la materia è una prigione per l'anima. La ragione per cui le anime vengano imprigionate nei corpi viene spiegata attraverso il mito di una colpa originaria, spiegazione che trova delle analogie con l'idea del peccato originale che sarà utilizzata da S.Agostino per sostenere la decadenza dell'uomo rispetto alla sua perfezione originaria. Altro aspetto importante del modo in cui Platone risolve il problema antropologico riguarda la teoria dell'immortalità dell'anima illustrata nel Fedone dove il protagonista è Socrate che instaura con i discepoli un dialogo sull'anima e sulla sua immortalità. La tesi centrale che scaturisce dal Fedone è che l'anima è immortale e che partecipa all'Essere e non alla molteplicità e al divenire del mondo sensibile. La teoria dell'immortalità dell'anima risolve il problema antropologico in un dualismo anima corpo, l'uomo quindi appartiene a due mondi: quello eterno dell'Essere e quello caduco della realtà terrena.
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