La poesia spagnola ha vissuto in momento di rigoglioso rinnovamento in quel periodo che agli inizi del XX secolo vide dei giganti della letteratura disseminare con le loro opere il campo della cultura dando nuova linfa a un mondo che aveva sofferto di un inspiegabile isolamento che non ha fatto registrare, salvo rarissime eccezioni, nomi di grande spessore.
Ed è proprio in questo periodo che non solo nella penisola iberica ma in tutto il mondo di lingua spagnola ( compreso il Sud America) fioriscono nuove esperienze non solo nel campo della letteratura ma anche in quello delle arti figurative e della musica.
Autori come Pablo Neruda, Garcia Lorca, Gabriela Mistral sono solo alcuni di quelli che più hanno contribuito a questo straordinario rinnovamento e tra questi non possiamo non ricordare:Antonio Machado.
ANTONIO MACHADO
Un poeta che pur inquadrandosi nell'atmosfera di un manieristico decadentismo, proprio della cultura spagnola, ha saputo, dare una fisionomia particolare alla sua produzione poetica che sta sempre in bilico tra l'anelito metafisico e il simbolismo post romantico.
Al pubblico italiano le opere di Machado sono sconosciute semplicemente perchè la nostra cultura letteraria è spesso stretta nella celebrazione delle proprie glorie letterarie, dimenticando che ogni epoca e, il Novecento in particolare, ha prodotto i suoi grandi autori che non possono essere relegati nell'ambito esclusivamente nazionale.
Un esempio di lirica di Machado:
Il limone sospende...
Il limone sospende in abbandono
un ramo scolorito e polveroso
sopra l'incanto della fonte pura,
e là sul fondo sogna
l'oro dei frutti...
Sera così chiara,
quasi in primavera;
mite sera di marzo,
che reca il soffio del vicino aprile;
io solo nella corte silenziosa
cerco un'antica e candida illusione
sul muro bianco muove qualche ombra,
qualche ricordo, sulla balaustra
della fonte assopito, o dentro l'aria
un vagare di tunica leggera.
Nell'orizzonte della sera fluttua
quest'aroma d'assenza,
che all'anima splendente dice: mai,
e dice al cuore: spera.
Quest'aroma rievoca i fantasmi
delle fragranze vergini e defunte.
Si ti ricordo, sera lieta e chiara,
quasi di primavera;
o senza fiori! quando a me
recavi ul buon profumo della menta
e del grato basilico,
che mia madre serbava nei suoi vasi.
Tu mi vedesti immergere le pure
mani nell'acqua calma,
per raggiungere i frutti incantati,
che sognano nel letto della fonte....
Sì, ti ricordo, sera lieta e chiara
quasi di primavera.
Fonte immagine:http://www.flickr.com/photos/54072130@N08/7072306203 (album di Books 18)
COMMENTO
Non c'è miglior modo di parlare di un poeta che leggere e commentare una sua poesia e questa poesia -a nostro parere- rende bene l'idea di lirica che aveva Machado il quale riesce a fare un magnifico tratteggio di questo angolo di paesaggio sospendendolo tra aspirazioni metafisiche e immagini che riaffiorano nei ricordi.
Ma in questo ricordare vediamo emergere anche l'amarezza dell'illusione per un passato compromesso dal tempo che non può essere più recuperato.
Le sensazioni sembrano ombre, gli oggetti paiono delle nature morte quasi irreali, così come le fragranze che diventano fantasmi, i profumi evocati (la menta, il basilico) sono assenti come assente è la madre di cui rimane solo il ricordo.
Il cuore si illude, il ricordo non fa ritornare niente del passato.
Un'opera molto bella dai versi bellissimi e di rara intensità lirica che poniamo all'attenzione di tutti gli spiriti gentili che amano la poesia.