Regole per il picchettaggio - Mohandas K. Gandhi
Il pensiero di Gandhi non può essere considerato filosofia nel senso tradizionale del termine, eppure il suo pensiero può definirsi filosofia come teoria etica e come azione. La filosofia della non violenza teorizzata da Gandhi continua a rimanere l'unica risposta di lotta possibile nei sistemi democratici. Agire con violenza significa solo provocare una reazione che costituisce l'alibi di tutte le oppressioni.
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Gandhi non fu solo il teorico della non-violenza ma elaborò tutta una serie di regole comportamentali da adottare nelle varie azioni di contrasto e di lotta contro il potere. Più è autoritario il potere, più è necessario da parte degli oppositori evitare ogni forma di confronto fisico nel quale inevitabilmente chi detiene l'uso delle armi avrebbe la meglio.
Il 19 marzo 1931 scrisse un articolo nel quale in modo puntuale fissa "alcune regole per il picchettaggio degli spacci di alcolici e di manufatti stranieri"
Scrive Gandhi:
" Durante il picchettaggio di rivendite di tessuti stranieri, alcolici e droghe, è necessario rammentare che lo scopo che ci si ripropone è il passaggio dalla nostra parte di chi dipende dal vizio e dei compratori. L'obiettivo che perseguiamo è quello di realizzare una riforma etica ed economica. Ciò che ne consegue dal punto di vista politico è solo un effetto collaterale. Se il Lancashire smettesse di fare esportazioni in India di tessuti e se il governo smettesse di utilizzare gli incassi dell'abkari per i fini più disparati ad eccezione di quello di eliminare l'alcolismo e l'abitudine riprorevole della droga, noi avremmo ugualmente il dovere di seguitare a fare attività di picchettaggio e di propaganda.
Le seguenti linee guida vanno intese in tale ottica:
- Quando si picchettano le rivendite bisogna concentrare l'attenzione sugli acquirenti.
- Non bisogna mai essere scortesi con gli acquirenti o i venditori.
- Non bisogna fare degli assembramenti o sbarrare l'accesso con dei cordoni.
- Bisogna fare un'attività silenziosa.
- Bisogna tentare di ottenere il consenso dell'acquirente o del venditore con la cortesia e non facendo pressione con il numero.
- Non bisogna ostruire il traffico.
- Non bisogna dire "hai, hai", nè utilizzare altre frasi ingiuriose.
- Bisogna conoscere il nome e il cognome degli acquirenti e tentare di entrare nelle loro case e di avere il loro consenso. Ciò significa che devono essere sempre le stesse persone quelle che fanno il picchettaggio dei negozi.
- Bisogna cercare di capire le problematiche degli acquirenti e dei compratori e quando non si è in grado di perseguire questo obiettico è necessario contattare i propri superiori.
- Se si fa un picchettaggio di un negozio di tessuti stranieri, bisogna portarsi dietro del khadi o almeno un campionario con i prezzi e sapere dove è possibile comprare del khadi per orientare gli acquirenti. Se l'acquirente non ha intenzione di comperare del khadi e chiede con inistenza di avere dei prodotti fabbricati nell'industria, bisogna oreientarlo verso una rivendita di proprietà di un commerciante indiano.
- Bisogna portare sempre con sè una grande quantità di materiale di propaganda per lasciarlo ai clienti delle rivendite.
- Bisogna prendere parte a manifestazioni, discorsi in pubblico avendo o no la lampada magica, incontri religiosi ecc., oppure occuparsi di prepararli in prima persona.
- Bisogna annotare in un diario la propria attività quotidiana.
- Se si constata che i propri sforzi non hanno successo, è neccessario non perdere coraggio, ma si deve sempre avere fiducia nella legge universale della causa e dell'effetto ed essere fermamente convinti che nessuna idea, nessuna parola e nessuna azione giusti rimangono senza portare dei frutti.
- Avere idee pure, fare delle azioni giuste dipende da noi; il premio è solo nelle mani di Dio.