Nell'epoca dei formidabili cambiamenti come l'attuale, il fenomeno della migrazione assume dei contorni di straordinaria complessità, un fenomeno come quello della immigrazione non può essere affrontato con soluzioni che tendono semplicemente a "fare arrivare" individui che provengono da culture e contesti diversi rispetto a quelli delle società di destinazione.
Dall'altro canto, ormai da tempo, si assiste anche al fenomeno inverso della "carità istituzionale" che lascia altrettanto perplessi perché non solo non favorisce l'integrazione degli immigrati ma ne auspica paradossalmente la marginalizzazione.
Anche sul piano linguistico il titolo del libro sembra aver ceduto alla tendenza linguistica di definire la "migrazione" e i cosiddetti "migranti" come immigrazione e come immigrati, assimilando (inconsciamente) questi spostamenti di massa al fenomeno della migrazione degli animali, i soli a migrare per ragioni di carattere climatico finalizzate alla ricerca del cibo.
Non si tratta di una questione da poco perché le definizioni assumono sempre un valore culturale e quando il linguaggio cambia significa che cambia anche il modo di percepire un fenomeno.
Nella dialettica culturale che anche in Italia si è sviluppata negli ultimi vent'anni sul tema dell'immigrazione si è spesso elusa l'analisi delle cause provocanti l'immigrazione e nello stesso tempo, paradossalmente, ci sono stati consistenti strati della società italiana che l'hanno favorita.
È innegabile che la mancanza di programmazione di una seria politica dell'immigrazione che fosse meno conflittuale, avrebbe sicuramente favorito una maggiore integrazione di individui che vivono ai margini della società o che sono venuti in Italia solo per delinquere (vedi il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione nigeriana o dello spaccio degli stupefacenti in mano a bande si sudamericani o magrebini), ma è altrettanto vero che in due decenni la "migrazione" si è trovata a competere con vasti strati della popolazione occidentale dalle risorse economiche sempre più limitate.
Per comprendere il fenomeno andando al di là dei soliti luoghi comuni la lettura del libro "Sociologia delle migrazioni" di Maurizio Ambrosini è la risposta migliore per comprendere il fenomeno; la lettura del volume esige certamente impegno e applicazione ma nello stesso tempo sgombra il campo da quella "percezione negativa" che si ha del fenomeno ricomponendo quella frattura insanabile che ha dei riflessi anche sulla vita politica.
Senza dubbio Ambrosini è uno specialista della materia che sviscera tutta la problematica andando al di là della superficiale rappresentazione largamente diffusa in una parte della pubblica opinione, ma anche il "non specialista" poco avvezzo ai metodi dell'indagine sociologica potrà trovare nella lettura del libro una risposta a un fenomeno che da sempre caratterizza la società degli uomini.
A differenza di quanto si possa pensare le società antiche erano molto meno chiuse di quelle postindustriali contemporanee e i fenomeni migratori facevano parte di quelle società, basti pensare, ad esempio, a Roma che vide letterati, artisti, imperatori e comuni cittadini provenienti dalle più svariate parti delle province romane, diventare parte attiva della vita politica e sociale.
Gli esempi, a questo proposito sono innumerevoli, è sufficiente pensare che l'atteggiamento di Roma fu lungimirante e pragmatico nei confronti della migrazione dell'epoca, ai Romani non interessava il colore della pelle o la religione di appartenenza, le uniche due cose importanti erano che i cittadini pagassero le tasse e rispettassero (formalmente) l'imperatore.
E' bene ricordarlo come è bene rammentare che l'immigrazione può diventare uno straordinario fenomeno di ricchezza se si abbandonano le politiche dell'assistenzialismo che continuano a mantenere poveri quelli che già in partenza non avevano niente.
La sociologia ha sempre dedicato e continua a dedicare i maggiori sforzi per comprendere i cambiamenti che avvengono nelle società, a tal proposito è interessante conoscere quanto scrive Ambrosini nel sito da lui curato:
" L'Italia non sta diventando multietnica perché qualche scriteriato ha aperto le frontiere. Il cambiamento avviene per dinamiche ed esigenze che hanno origine all'interno della nostra società, e in modo specifico nel mercato del lavoro. Discriminare o ritardare l'accesso alla cittadinanza rischia di portare acqua proprio al mulino di quel fondamentalismo che si vorrebbe contrastare. Mentre la legge che definisce reato la permanenza nel nostro territorio senza permesso di soggiorno è inapplicabile per mancanza di strutture e mezzi adeguati, prima ancora che anticostituzionale".
La chiave di lettura del fenomeno del cambiamento è tutta qui: il mercato del lavoro è cambiato e sono cambiate anche le richieste della società.
Una siffatta interpretazione non può che derivare dalla riflessione globale di un determinato fenomeno in una determinata società.
Non c'è dubbio che ogni interpretazione sociologica riflette la visione di chi l'ha costruita, nessuna riflessione sociologica può quindi essere neutrale dal momento che viene proposta una chiave di lettura dei termini ritenuti essenziali per la spiegazione di un fenomeno; in questo senso l'analisi sociologica di Ambrosini non può definirsi neutra in quanto l'impostazione socio-economica del fenomeno potrebbe sembrare l'unica chiave di lettura del fenomeno, ma il condizionale è d'obbligo in quanto la riflessione si sposta anche su tutti gli effetti della causa come ad esempio le relazioni familiari, la politica migratoria e il fenomeno della xenofobia.
Resta qualche dubbio sulle soluzioni pragmatiche da applicare in quanto storicamente nessuna società è in grado di accogliere illimitatamente grandi numeri di immigrati, così è stato in passato anche per gli immigrati italiani che dopo un primo periodo in cui "bastava partire" perché erano sufficienti le braccia, hanno dovuto fare i conti con le politiche dei flussi introdotte dai vari stati di destinazione (Stati Uniti e Australia tra tutti).
Titolo: Sociologia delle migrazioni
Autore: Ambrosini Maurizio
Anno di pubblicazione 2005
Editore Il Mulino (collana Manuali. Sociologia)