Julius Evola riflette sul pensiero del grande sociologo definendolo un anticonformista, un autentico antidemocratico che avversava tutte le idee borghesi dello stato prefascista, Pareto riconobbe il ruolo fondamentale delle èlites in qualunque tipo di società a prescindere dall'orientamento politico.
EGUAGLIANZA E NON - SENSO
Julius Evola in un articolo intitolato "Vilfredo Pareto l'anticonformista" sintetizza i punti salienti del pensiero di Vilfredo Pareto a partire dalla dura critica che lo studioso italiano rivolse alle "ragioni laiche del mondo borghese" che sostituiscono alla verità e ai valori di altri tempi concetti come Umanità, Democrazia, Progresso, Libertà, Volontà del Popolo, Eguaglianza, Moralismo puritano, ecc.
Non è un caso che queste parole siano state scritte tutte la lettera inziale maiuscola e lo stesso Evola osserva che il motivo di questa scelta è dovuto alla "divinizzazione" di questi termini che hanno sostituito Dio.
Evola osserva che queste parole sono diventate oggetti di un nuovo culto e di un nuovo fanatismo a partire dall'eguaglianza definita come un "non - senso" in quanto chi sostiene il mito dell'eguaglianza ha spesso una cattiva coscienza ed è mosso da ipocrite ragioni dovute solo al proprio tornaconto personale o perché vogliono sottrarsi e nuove diseguaglianze o perché ne vogliono istituirne altre.
PARETO ATTACCA L'INTERPRETAZIONE DIFFAMATRICE DEL FEUDALESIMO PESENTATO COME REGIME DI VIOLENZA
Nell'articolo troviamo diverse citazioni tratte dall'opera di Pareto "Trattato di sociologia generale", Evola riporta alcuni brani tratti dalla 2^ edizione pubblicata nel 1923 a Firenze.
Condividendo e facendo proprie le posizioni di Pareto, Evola cita un passo in cui viene criticata l'idea che il feudalesimo fosse un sisteme imposto solo con la forza, al contrario si manteneva per "sentimenti di vicendevole affetto". In altri paesi come ad esempio il Giappone dove esiste un ordine gerarchico della società tale imposizione si verifica quando il sistema volge alla fine e solo allora l'uso della forza sostituisce l'adesione spontanea.
IL REALISMO DI PARETO
Evola loda (e condivide) il realismo di Pareto circa l'uso della forza da parte di tutti gli stati a prescindere dal fatto che adottino o no il suffragio universale. Il monopolio della forza è utilizzato dalle oligarchie per difendere i propri interessi.
Nel passo § 2183 vengono espressi i seguenti punti:
- Tutti i governi usano la forza e affermano che il loro sistema è fondato sulla ragione.
- In tutte le forme di governo è sempre un'oligarchia che comanda.
- La volontà popolare viene indirizzata dalle oligarchie.
- Il suffragio universale viene sapientemente guidato dopo aver conquistato il potere lasciando l'illusione al popolo di scegliere.
- Come la teologia il suffragio universale è pieno di contraddizioni.
LA TATTICA DEGLI OPPOSTI
Il passo citato da Evola ( § 1561) è uno dei più interessanti per quanto riguarda la conoscenza delle tattiche utilizzate dal potere per legittimare o delegittimare una determinata tesi.
- La prima tattica è quella che consiste nel distinguere un vero A dal semplice A a tal segno, in modo da trasformarli in due opposti. Questo accade per la libertà. Si parla della vera libertà per imporre il suo contrario, si usa la stessa parola ma l'intento è quello di raggiungere il contrario della libertà.
- La stessa tattica si può utilizzare per altri A: il vero cristianesimo viene "cucinato im modo proprio per potersi dire sempre cristiani anche quando del cristianesimo reale ben poco resta"; la vera democrazia rivendicata dalle cosiddette repubbliche popolari non è altro che una tirannide.
"Ti voglio costringere a fare ciò che piace a me; allora chiamo bene ciò che mi piace, male ciò che piace a te; e quindi dico che non ti devi dolere se ti costringo al bene".
LA VIA DELL'IPOCRISIA
La riflessione di Pareto sulla guerra è attualissima: nei tempi antichi quando si faceva una guerra si mettevano a ferro e fuoco le città, si saccheggiava un paese e gli si rubavano le risorse, oggi si fa esattamente la stessa cosa ma si giustifica la guerra in nome di "vitali interessi" facendo ricorso a concetti come il diritto, gli ideali o i valori morali; oggi potremmo aggiungere a questo elenco quello delle cosiddette "missioni umanitarie" fatte con le armi e in nome della pace.
Un'altra ipocrisia verso la quale Pareto rivolge i suoi strali è quella che riguarda la cosiddetta "volontà popolare" a cui si accompagna la demagogica e servile adulazione del popolo. Nessuno osa attaccare il popolo, anzi si fa tutto in nome di esso, "il che non toglie che lo rigirino, lo ingannino, lo sfruttino come già un tempo sicofanti e demagoghi sfruttavano il "demos" ad Atene, e come, in tempi a noi meno lontani, i cortigiani operavano coli loro padroni". Ecco l'ipocrisia.
L'IPOCRISIA DELLA LIBERTÀ DI PENSIERO
La libertà di pensiero propugnata nei tempi moderni la si invoca per sè ma la si nega per gli altri, un caso emblematico è quello mantenuto nei nostri giorni nei confronti del fascismo:
"Un atteggiamento analogo, nel campo politico, ai nostri giorni, lo si può accusare nella "libera democrazia", la quale rassomiglia impressionantemente ad un fascismo (nel senso cattivo) col segno invertito".
Questa è l'essenza della democrazia dove si propugna una libertà di pensiero condizionata e controllata, l'amore per la libertà è sostanzialmente l'amore per la propria libertà.
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