PLATONE
È l'opera di Platone che meglio rappresenta l'essenza stessa della filosofia e di ogni scienza: farsi continuamente domande. Solo in questo modo è possibile pervenire a conoscere un brandello di verità, solo attraverso questo procedimento si può fare progredire la conoscenza.
Una delle opere di Platone verso la quale vanno le nostre preferenze è il "Teeteto", in quanto è il dialogo più filosofica dei dialoghi del grande ateniese, un'opera che non arriva ad una conclusione ma dove è più evidente l'applicazione del metodo filosofico dell'interrogarsi per poi aprire a nuove domande;questa continua problematizzazione è l'essenza stessa della filosofia che apre continuamente nuove porte e che non sempre perviene ad una soluzione del problema.
La dialettica come confronto e come confutazione è l'essenza stessa della filosofia e in particolare della filosofia della scienza sia per quanto attiene le questioni di contenuto ma anche quelle metodologiche.
CHE COS'E' LA SCIENZA
Ancora una volta Platone sceglie il dialogo per esporre il suo pensiero.
il dialogo si apre con due personaggi, Terpsione ed Euclide, Terpsione racconta di essersi imbattuto in Teeteto che veniva trasportato ad Atene dopo che aveva contratto la dissenteria nel campo di battaglia di Corinto.
Il dialogo vede ancora una volta protagonista Socrate che domanda a Teeteto cosa sia la scienza.
Una domanda apparentemente semplice ma sarà proprio questa domanda che aprirà tutta una serie di problematiche e che non sfocierà ad una risposta definitiva.
Che cosa è la scienza? Teeteto fa quello che fanno tutti quando cercano una via che non conoscono, non da una risposta ma una serie di risposte, alla domanda infatti Teeteto risponde nel seguente modo:
"Ritengo, allora, che siano scienze tutte le cose che uno può imparare da Teodoro, le nozioni di geometria e tutte le discipline che hai elencato.Inoltre anche l'arte del calzolaio e i mestieri degli altri artigiani, sia nel loro insieme che singolarmente, penso che non siano altre che scienze".
Se esaminiamo le risposte, non possiamo che condividere l'obiezione di Socrate che osserva che quando Teeteto parla di arte del calzolaio intende riferirsi alla scienza di fare calzature e che quindi la risposta non è pertinente in quanto si riferisce a ciò che da la scienza e al numero delle scienze.
Questo modo di procedere evidenzia come spesso ad una domanda non solo non segue la risposta pertinente ma spesso si da una risposta che si ritiene corretta, in realtà Socrate esprime un concetto e Teeteto si trova ad un livello di comprensione più basso.
Il modo di affrontare risulta essere il medesimo anche per altre questioni, se chiediamo per esempio che cosa sia la democrazia, troveremo tutta una serie di risposte diverse che vertono più sulla parte degli strumenti utilizzati in democrazia che su una definizione esaustiva del concetto di democrazia.
Socrate allora procede nel suo ragionamento attraverso la negazione: scienza ad esempio non è percezione perchè ognuno percepisce secondo i sensi per cui dinanzi al vento uno lo può percepire freddo e un altro no quindi niente avviene senza incontrare ciò che subisce e ciò che subisce reagisce sempre in maniera differente.
Se la conoscenza non è percezione essa può coincidere solo con la scienza che è sempre scienza di qualcosa, non esiste pertanto conoscenza quando si esprime un'opinione.
***Questa è la parte dell'opera, a parere mio, più interessante e stimolante perchè spesso si crede che la conoscenza di qualcosa sia qualcosa di soggettivo mentre in realtà si parte sempre da un moto soggettivo che può portare alla conoscenza solo quando tutti gli altri uomini sono in grado di condividerne la scienza.
In termini semplici Platone sostiene che non esiste conoscenza sino a quando l'intuizione del singolo non diventa scienza che deve essere condivisa.
L'argomentare di Socrate (Platone) è il tentativo di definire una teoria dell coscenza e questo tentativo è di una straordinaria modernità perchè investe anche problematiche metodologiche oltrechè concettuali.
Indagare come avviene la verità in noi è sicuramente suggestivo, in altri scritti Platone abbandonerà i dubbi presenti nel Teeteto ma il modo di procedere sarà il medesimo.
La definizione della conoscenza non potrà quindi prescindere dalla spiegazione di come avvengono i processi conoscitivi, Platone ricorre a due concetti per spiegarli: l'incontro del simile con il simile e l'omogeneità, conoscere significa rendere simile il pensante al pensato.
Per comprendere il significato del Teeteto sarebbe consigliabile collegare l'opera al Timeo dove Platone scioglierà tutti i dubbi pervenendo ad una teoria della conoscenza che sarà poi ricorrente in tutta la filosofia occidentale: la conoscenza è identià tra il pensante ed il pensato ma è anche una tecnica di accertamento, ogni operazione conoscitiva tende quindi all'oggetto arrivando ad identificarsi con esso e facendo emergere una caratteristica distintiva di esso.
CONSIGLIO AL LETTORE
Tra le varie edizioni del "Teeteto" ho preferito quella con il testo originale a fronte, le edizioni disponibili sono quelle edite da Feltrinelli e da Laterza, esiste anche un'edizione della casa editrice Mursia, tutte comunque presentano eccellenti traduzioni.
Per quanto il testo sia filosofico può tranquillamente essere letto da tutti proprio perchè l'argomentare procede per gradi e con numerosi esempi, il che rende la lettura del libro fluente e fruibile anche da un pubblico non specialista.
Opera la cui lettura è indicata anche a tutti coloro che si occupano di teorie cognitive e scienza dell'apprendimento.