Fonte immagine: http://www.flickr.com/photos/7398356@N02/1535668093 (album di Vince the photographer)
I DUE EVENTI DOCUMENTATI NELL'OPERA
*28 DICEMBRE 1908: MORIRONO 80 MILA PERSONE
Non c'è più nessuno che possa ricordare la giornata del 28 dicembre 1908 quando la città di Messina venne colpita contemporaneamente da un terremoto e da un maremoto dagli effetti devastanti. I superstiti dell'epoca in grado di raccontare quel tragico evento sono tutti morti , ma rimangono le foto, i documenti, i resconti che permettono di ricostruire con precisione quello che accadde.
Vi furono 80 mila morti, un numero enorme paragonato a quello dei deceduti nel sisma che ha colpito l'Aquila il 6 aprile del 2009.
Le cronache raccontano che onde altissime e violentissime si levarono colpendo e travolgendo uomi e cose che si trovavano lungo le coste siciliane e calabre lungo la direzione dell'epicentro. L'epicentro del sisma -hanno accertato i vulcanologi- si verificò a 20 chilometri dalla costa siciliana e l'impatto fu enorme, ancora oggi, nononostante siano trascorsi 104 anni dall'epoca è possibile vedere i devastanti effetti del sisma.
14-15 GENNAIO 1968: TERREMOTO DEL BELICE
Il sisma nella nottata tra il 14 e il 15 gennaio colpì le valli del Belice, Carboi e Jato, una ferita profonda attraversò questa parte dimenticata d'Italia. i morti furono 370 ma migliaia di persone hanno vissuto per decenni come degli accampati, ancora oggi è possibile vedere i superstiti che vivono in baracche fatiscenti.
Sono stati fatti centinaia di convegni per evitare di commettere gli errori del passato e in particolare quelli legati alla ricostruzione della Valle del Belice, ma non è servito a niente almeno per quanto riguarda gli eventi più recenti che hanno colpito l'Italia. Paghiamo ancora l'accisa sulla benzina per il terremoto del Belice del 1968.
LA STRUTTURA E LO SCOPO DELL'OPERA
L'opera dall'alto valore documentario, si pone come obiettivo non solo di testimoniare gli effetti nefasti dei terremoti avvenuti a Messina (1908) e nel Belice (1968), ma anche di essere un utilissimo strumento per quell'opera di ricostruzione sempre programmata ma mai avvenuta completamente nelle aree colpite.
Nel primo volume vengono esaminati in modo dettagliato gli effetti del terremoto e come è avvenuta l'opera di ricostruzione delle aree su cui si sono abbattuti i sismi.
Il ricco corredo fotografico presente nel secondo volume permette di vedere gli effetti del sisma. Si tratta di una serie di fotografie scattate subito dopo il sisma dal professor Antonio Salinas, cattedratico e archeologo di chiara fama, numismatico di grande esperienza e amante dell'arte fotografica.
Al professor Salinas si deve anche il recupero di importanti opere d'arte, recupero che avvenne anche grazie alla sua grande esperienza sul campo come archeologo.
La cosa più impressionante è vedere nelle foto sul terremoto di Messina cumuli di persone adagiate per terra, persone che morirono non solo per il crollo dei fabbricati ma anche per i numerosi incendi che scoppiarono in tutta la città.
I primi soccorsi a Messina arrivarono dal mare grazie alla Marina Regia che diede un primo conforto però del tutto inadeguato davanti alla gravità della distruzione che colpì ogni cosa.
La stessa Marina Regia ebbe difficoltà a sbarcare a Messina visti i danni ingentissimi riportati nella zona del porto. In piazza Annunziata a Messina si vede un cumulo di macerie impressionante, rimase in piedi solo la statua di Don Giovanni d'Austria.
La documentazione fotografrica sul Belice è recente, ma l'effetto è impressionante perché gli effetti sulle cose furono altrettanto catastrofici come quelli di Messina, si tratta di foto che conservano tutto il senso di precarietà e di drammaticità legate al momento in cui vennero scattate; si tratta di una documentazione eccezionale perché venne acquisita subito dopo il verificarsi dell'evento.
Per quante volte dovremo ripetere sempre le stesse cose, per quanto tempo ancora Mario Tozzi dovrà ricordare che se non si costruisce con criteri anti-sismici, la gente continuerà a morire non per i terremoti ma per i fabbricati che cadono?
Ecco l'impressionabile sequenza:
- Messina 1908
- Belice 1968
- Friuli 1976
- Irpinia 1980
- Umbria 1997
- L'Aquila 2009
- Emilia 2012
I cittadini sanno che non si costruisce secondo le norme anti-sismiche perché la mappa delle zone sismiche non include zone che sono tali?
Possiamo capire Messina 1908 ma non possiamo giustificare l'inerzia di un paese che piange i suoi morti e non fa nulla per prevenire gli effetti devastanti di un sisma. La tecnologia c'è, dipende solo dai cittadini obbligare le istituzioni a prendere le opportune misure per evitare che vi siano tanti morti.
Non è tollerabile morire sotto un capannone industriale come un castello di carte, il perchè lo stabilirà la magistratura, sta di fatto che quei capannoni sono crollati come un cartone.
Non possiamo più tollerarlo. Dovremo imparare dal Giappone , pensate che l'aeroporto di Osaka resiste ad un sisma di 7,5 gradi della scala Richter.
È necessario mettere in sicurezza il territorio se no si ripeteranno sempre le stesse cose, non servono le parole di incoraggiamento serve costruire come si deve.
Si può capire quello che accadde nel 1908 a Messina, ma non quello che succede oggi. Nel secondo millennio abbiamo istituti di metereologia e geodinamica che sono in grado di stabilire con assoluta precisione quale zona è sismica e quale no.
I terremoti di Messina e del Belice dovrebbero insegnare.
Consigliamo la lettura dell'opera per il valore che ricopre anche per le future generazioni, è un'opera che dovrebbe essere consultata e letta in tutte le scuole di ogni ordine e grado e non solo relegata ad un uso professionale, i documenti sono utili quando aiutano l'uomo a non commettere i medesimi errori.
Oggi nè Messina nè Reggio Calabria sono pronte ad affrontare un sisma della medesima intensità esattamente come 104 anni fa eppure poco è stato fatto da allora sul fronte della prevenzione in ambito edilizio.
Anche questa volta ci siamo fatti trovare impreparati, rimangono i pianti....poi la gente dimentica e si rincomincia come prima.
Il 29 maggio 2012 c'è stato un altro terremoto in Emilia, quali prevenzioni sono state fatte? La fatalità spesso evocata non c'entra niente, è solo un alibi per coprire inefficenze e complicità; in un paese in cui i condoni vedono come primi entusiasti sostenitori i cittadini, non c'è da stupirsi se poi accadono tragedie i cui costi vanno a cadere su tutta la società, compresa quella che ha sempre rispettato le regole.
Un terremoto del 6° grado della scala Richter non dovrebbe causare vittime. Le fabbriche purtroppo non sono in sicurezza, non basta quindi costruire con del materiale di buona qualità, bisogna costruire con criteri anti-sismici, il che è tutt'altra cosa. Ci dicono però che questo costa, ma tacciono sul fatto che i costi per le varie ricostruzioni sono di gran lunga superiori rispetto a quelli che si sarebbero affrontati per mettere in sicurezza i territori.
"La furia di Poseidon: Messina 1908 e dintorni 1908 e 1968: i grandi terremoti di Sicilia" è stato pubblicato da "Silvana Editore" nel 2009, "Silvana editore" è una casa editrice specializzata nella pubblicazione di saggi fotografici, libri d'arte, opere di architettura, fotografia, cinema e teatro.
Il restauro non avverrà mai, sono passati 104 anni dal terremoto di Messina.