Jorge Luis Borge è uno scrittore elegante e raffinato e tra gli scrittori di lingua ispanica, è sicuramente quello più cosmopolita e più innovativo di tutto il Novecento letterario.
Le sue radici culturali sono europee e dallo spirito della vecchia Europa ha ereditato molti di quei tratti che contraddistinguono tutti quei movimenti di avanguardia che rinnovarono una produzione letteraria spesso asfittica e che, finita l'onda lunga della letteratura tardo romantica, non aveva più nulla da dire.
Nella prima metà del Novecento, grazie ad una rinnovata energia, la creatività intellettuale si spinse lungo il terreno dello sperimentalismo più estremo non solo nella letteratura, ma anche in tutti i campi artistici tradizionalmente utilizzati per manifestare il pensiero umano come, ad esempio, le arti figurative. Borges fu senza dubbio tra i maggiori protagonisti di questo movimento culturale che rinnovò profondamente anche il linguaggio e il modo di esprimersi.
Avendo affrontato la lettura di capolavori quali "Ficciones" (Finzioni) e "El Aleph" (L'Aleph), ho imparato a familiarizzare con il linguaggio di Borges, un linguaggio che spesso presenta delle difficoltà dal punto di vista della comprensione, ma che comunque induce il lettore ad uno sforzo interpretativo che alla fine lo arricchisce così come è accaduto a tutti coloro che si sono serviti delle straordinarie intuizioni degli inventori della scrittura.
Borges diceva che: "La Biblioteca è una sfera il cui centro esatto è qualsiasi esagono, e la cui circonferenza è inaccessibile" suggerendo con tale espressione che la produzione letteraria che scaturisce dal linguaggio è interminabile così come il linguaggio della geometria euclidea descrive uno spazio geometrico interminabile e immaginario.
È proprio questa visione del mondo che ritroviamo in tutti i testi di Borges che dovrebbero essere affrontati decodificando un linguaggio colto ed erudito, magari con l'aiuto di qualche autorevole esegeta che aiuti a comprendere la ricca produzione letteraria dello scrittore argentino.
Molti autori possono essere considerati delle coscienze critiche dei loro tempi e della loro nazione, altri riescono a dare una lucida interpretazione della realtà, Borges invece va compreso a partire dalla sua complessa e poliedrica personalità. La maggior parte delle opere di Borges sono considerate giustamente dei capolavori narrativi che -a mio parere- lambiscono i terreni infidi e problematici della filosofia e della psicologia.
Il "Libro di sogni" può essere inquadrato in questa prospettiva che riesce a mostrare con una finissima capacità di analisi tutta una serie di esperienze oniriche che costituiscono l'altra parte del pensiero umano, quello più nascosto e non immediatamente decifrabile.
Borges affronta la tematica delle esperienze oniriche in perfetta continuità con l'impostazione delle sue opere più note; anche nel "Libro di sogni" troviamo quelle sovrapposizioni e quell'interscambio tra il mondo delle parole e l'immaginario fantastico presente in "Finzioni".
Il processo descritto da Borges però avviene all'incontrario: mentre in "Finzioni" l'immagine del mondo e della realtà esistenziale appaiono ordinati e nel contempo incomprensibili, nel "Libro di sogni" il disordine e il non-senso (apparente) vengono decodificati con un'opera di ricerca che Borges "risolve" con una sorta di arte combinatoria fatta di ricordi e riflessioni.
In questa ricerca sul simbolismo entrano in gioco molte questioni non ultima quello dello sviluppo della personalità dell'individuo, ma anche dei valori culturali che costituiscono la specifica dell'umana natura.
E se la "disperata ignoranza" che gli uomini dimostrano verso le esperienze oniriche induce spesso all'errore, non bisogna pensare che i sogni siano il regno dell'arbitrario e del non senso.
Il "Libro di sogni" può essere anche una valida piattaforma per tutti coloro che per motivi "professionali" affrontano il comportamento degli individui, ma non è un libro di psicologia anche se alcuni strumenti utilizzati da Borges potrebbero indurre a pensare che siano gli stessi utilizzati nell'indagine psicologica.
Del resto il lessico dei termini-chiave utilizzati dall'autore argentino si presta più ad una prospettiva di tipo fenomenologico che ad una fredda analisi di tipo psicologico.
Possiamo ritrovare questo modo di procedere in un altro autore che senza dubbio è stato il più autorevole studioso della materia: Mircea Eliade. Sotto questo profilo Borges al pari dello studioso rumeno dimostrò da sempre un interesse verso la storia delle religioni e i frequenti agganci e riferimenti contenuti nell'opera sono la dimostrazione che il pensiero umano è fatto di vasi comunicanti, gli specialisti delle singole discipline dovrebbero ricordarlo, ma anche i lettori dovrebbero sempre tenerlo presente.
Il titolo originale dell'opera è "Libro de sueños", tradotto con "Libro dei sogni" o "Libro di sogni", nella versione edita da Mondadori il titolo è "Libro di sogni", traduzione corretta del titolo in lingua originale.