Ciao lavoratore,
Caro lavoratore senza nome che lavori per 1000 euro al mese, ho sempre pensato che tu sia un eroe, un eroe silenzioso che nonostante tutto contribuisce alla ricchezza di questo paese pur essendo l'ultimo nella scala sociale.
Sei un operaio turnista che ogni giorno fa ricca l'azienda in cui lavori e la nazione in cui abiti, tutti i giorni in silenzio vai avanti, nonostante tutto!
Nonostante i soldi siano sempre di meno e tu che non sei un'economista fai economia , ti dicono che non c'è crisi e devi consumare, nonostante ti dicano che se perdi il posto di lavoro, lo stato del welfare ti proteggerà e ti darà 750 euro netti per 12 mesi.
Nonostante l'ottimismo che ti fa credere quello che non c'è, vai avanti e cerchi di non portare a casa quello che vivi tutti i giorni in fabbrica, nei cantieri, nelle cave, in mezzo alla strada quando ogni sicurezza nel lavoro è ignorata e se tu lo ricordi ti minacciano di licenziarti.
E allora umiliato vai avanti, zitto, tacendo e soffrendo per tua moglie e i tuoi figli, per il mutuo che devi pagare, per le bollette che implacabili arrivano a fine mese, per i costi improvvisi e non preventivati.
Eppure ogni giorno ti dicono che va bene e te lo hanno detto anche i sindacati quando hanno approvato il nuovo contratto che prevede la flessibilità e che può consentire all'azienda di diminuire il tuo stipendio del 20% se c'è crisi, ma si sa saranno in tanti a dire che sono in crisi e tu continuerai a fare le stesse cose per 800 euro al mese.
E si sono anche messi d'accordo che gli eventuali aumenti a scadenza del contratto non dovranno contenere i costi dell'energia, perchè si sa quando vai al lavoro quella benzina non incide sul tuo salario.
Poi un giorno ti hanno detto che la tua azienda chiudeva e ti sei domandato perchè,
non erano in crisi, il fatturato cresceva, gli utili erano alle stelle, ma l'Amministratore aveva deciso che era poco economico produrre in Italia e che era meglio produrre in Messico dove la manodopera costa di meno.
E allora hai incominciato a vedere il mondo crollare adosso, hai visto tua moglie, i tuoi figli, il mutuo della casa, le bollette e ti sei chiesto perchè.
Eppure ti dicono che tutto va bene, che non ti devi preoccupare, che devi essere ottimista e tu ti chiedi perchè.
Decidi allora di salire sopra un tetto per attirare l'attenzione, ma non succede niente, decidi di manifestare, di farti sentire e giù manganellate, colpi al viso che ti vengono inferti non da un pazzo ma da chi deve rispettare degli ordini, il tuo volto è tumefatto, sanguinante ma sei solo un operaio, tu non conti niente, puoi urlare e sbraitare ma non conti niente sei l'utimo della scala sociale.
Lavori con le mani come nostro Signore che era un falegname, ma con le mani ti hanno zittito e umiliato, non dovevi alzare la voce, la fabbrica si farà all'estero, nonostante l'azienda sia stata mantenuta con i soldi pubblici, nonostante abbia preso e poco dato.
Ciao lavoratore, ti aspettano per farti pagare il conto che loro non vogliono pagare ma tu non mollare.
QUANDO MUORE UN OPERAIO poesia di Enrico Cerquiglini
Quando muore un operaio non muore nessuno
apre il telegiornale la strage e la commozione del Presidente del Consiglio.
Quando muore un operaio pochi sempre meno
ricordano che sotto la tuta c'era carne di uomo
carne non pregiata non curata spesso non quotata
Quando muore un operaio meglio cambiare canale
guardare una partita di calcio un thriller americano
almeno lì muoiono dando spettacolo e si vede tutto.
Quando muore un operaio lascia figli che vedranno
sul comodino la foto del padre e madri tre volte
martirizzate e genitori che appassiranno di lavoro.
Quando muore un operaio non c'è lutto nazionale
non c'è politico che non pianga e non mostri indignazione
scatarrando propositi e promettendo resurrezioni.
Quando muore un operaio si assume un altro
al suo posto lieto di avere un lavoro dopo il funerale
e le condoglianze di rito per la morte di un marito
di un figlio di un parente di un padre di un amico.
Quando muore un operaio qualcuno ride felice
tanto a morire sono loro e sono miliardi senza nome
e lavorano e comprano e continuano a non capire
e a morire e a lasciare vedove e posti vaganti