Gli esseri umani pensano, e sanno di pensare
Baruch Spinoza
Nel secondo libro dell'Ethica che ha per titolo De mente, l'argomento affrontato è quello dell'uomo, l'obiettivo di Spinoza è quello di fare conoscere la "Mente umana e la sua suprema beatitudine".
L'uomo è formato da cogitatio ed extensio: La filosofia spinoziana è un panteismo in cui il molteplice delle cose non è altro che un procedere dalla Natura (Dio) e tra gli infiniti modi della sostanza-divina vi è l'uomo composto di anima e corpo. L'uomo è formato da cogitatio ed extensio, ossia da mente e corpo, questo rapporto tra cogitatio ed extensio rispecchia perfettamente l'essenza divina: l'extensio è la parte esteriore e la cogitatio la parte interiore
Il corpo: Il corpo è extensio, cosa estesa, una manifestazione circoscritta e individuabile dell'essenza divina, appartenendo alla sostanza-divina procede necessariamente da essa; ciò significa che venendo a mancare questo rapporto il corpo non potrebbe esistere.
La mente: L'altro attributo che è parte costitutiva dell'uomo è l'anima, uno dei modi infiniti in cui si manifesta l'essenza divina, Spinoza afferma che l'Idea è un concetto della Mente ed usa il termine "concetto" in quanto questo indica attività mentre se avesse usato il termine "percezione" avrebbe indicato in qualche modo una forma di passività della Mente nei confronti dell'oggetto, cosa impensabile per la Mente.
Il rapporto tra idea e corpo: Il rapporto tra corpo e mente, ossia tra cogitatio ed extensio è rapporto tra idea ed ideatum, ad ogni idea corrisponde un ideatum, anche per quanto riguarda il rapporto tra corpo ed anima ci troviamo davanti ad un dualismo che ci rimanda immediatamente a Cartesio, ma Spinoza risolve rapporto nell'unità, la corrispondenza tra idea ed ideatum è assoluta in osservanza al principio basilare della filosofia di Spinoza: Ordo et connexio idearum idem est ac ordo et connetio rerum.
L'esistenza degli esseri umani: Ogni essere umano esiste non necessariamente, nell'ordine della natura può accadere che questo o quell'essere umano esistano oppure no, si tratta pertanto di un'esistenza contingente che è dovuta all'infinita combinazione e concatenazione della cause.
Come funziona la mente umana: Spinoza spiega dettagliatamente come avviene il processo conoscitivo dell'uomo seguendo la tradizione neoplatonica della gerarchia dei gradi si parte da un grado minore dell'azione penetrativa per arrivare al grado supremo: immaginatio, ratio, intellectus.
- Immaginatio: con questa parola Spinoza si riferisce al complesso delle azioni percettive in cui l'idea è presente nel fatto singolare in modo confuso ed inadeguato. Quando l'uomo si affida alla sola immaginatio cade nell'errore;
- Ratio: con questo vocabolo Spinoza si riferisce all'insieme dei giudizi e dei ragionamenti con cui si perviene ad una conoscenza ordinata, coerente ed organizzata dei fatti del mondo.
- Intellectus: termine con il quale Spinoza indica il momento in cui avviene la conoscenza penetrativa e immediata della realtà nella sua unità assoluta ossia nella sostanza-divina.
La conoscenza del primo tipo è causa di cognizioni false, mentre la conoscenza del secondo e del terzo tipo sono necessariamente vere e permettono di distinguere il vero dal falso.
Quando un'idea è vera: per Spinoza un'idea è vera quando è adeguata ed è adeguata l'idea di "chi conosce veramente una cosa", avere un'idea vera significa conoscerla perfettamente ed avere la piena consapevolezza di saperlo oppure di conoscerla nella maniera migliore, Spinoza dice: "deve essere certo di sapere davvero quel che sa". Non si può sapere di conoscere una cosa se prima non la si conosce. Nella proposizione 35 Spinoza spiega chiaramente che un'idea falsa conduce all'errore che si può definire come un difetto di conoscenza ( Spinoza usa indifferentemente le espressioni: difetto di vero o privazione di conoscenza), l'errore quindi non dipende solo dall'immaginazione ma dall'ignorare, dal non sapere esattamente i termini di una questione.
La Mente umana non è libera: nella Mente -sostiene Spinoza- non vi è alcuna volontà libera e indipendente in quanto l'atto di volizione è sempre in relazione a questa o quella causa "la quale è a sua volta determinata da un'altra, eccetera". L'uomo non è libero perché non è libera la sua volizione e perché è mancante della "facoltà assoluta o indipendente di capire, di desiderare, di amare eccetera". L'uomo non possiede la volizione ma manifesta la sua attività nelle singole volizioni, in singole affermazioni o negazioni legate a questo o quel momento.
L'unica conoscenza che conta: Spinoza, dopo aver ribadito che con la sua argomentazione ha dimostrato come il nostro volere dipenda da Dio e che siamo partecipi della natura divina, conclude il secondo libro affermando che la dottrina esposta non solo rende l'animo più tranquillo ma ha il pregio di insegnarci in che cosa cosa consista la nostra suprema felicità Beatitudine: la conoscenza di Dio. Ed è da tale conoscenza che siamo mossi verso l'amore e il senso del dovere.
Come comportarsi davanti alle cose fortuite della vita: Spinoza affronta questo argomento con lo spirito dello stoico antico, mostrando una saggezza senza tempo che porta giovamento non solo al singolo ma anche alle relazioni dell'individuo con il prossimo e quindi con l'intera collettività.(" Questa dottrina giova alle relazioni sociali in genere in quanto insegna a non odiare né disprezzare né deridere alcuno, a non adirarsi con alcuno"). Come comportarsi quindi davanti agli eventi fortuiti della vita? Come reagire dinanzi alla fortuna o alla sfortuna? Semplicemente accettando ciò che accade senza patema d'animo, tutto ciò che accade (eventi fortunati o no) "procedono dall'eterna determinazione di Dio" e questo procedere è necessario esattamente come "dalla natura del triangolo procede che la somma dei suoi tre angoli interni equivalga a due angoli retti". Non seguire questo insegnamento sarebbe da stolti.