"Quando tu incontri gente che loda Omero e sostiene che qusto poeta ha educato l'Ellade e che merita di essere preso e studato per amministrare ed educare il mondo umano, e che secondo le regole di questo poeta si organizza e si vive tutta la propria vita, questa gente si deve si baciarla e abbracciarla......(Platone, La Repubblica, libro X, VII).
Se c'è un autore più letto e commentato fin dall'antichità questi è Omero, se c'è un autore di cui non si conosce assolutamente nulla questi è proprio Omero eppure tra i Greci di epoca antica i testi omerici erano letti e commentati e costituivano la letteratura per eccellenza ma anche dei testi didattici perchè l'epica nasce principalmente con questo intento pedagogico e formativo.
E' più che probabile ed è accettato ai massimi livelli di critica lettteraria che Omero non sia mai esistito ma che l'insieme dei canti omerici non sia altro che la sintesi di una cultura preletteraria della cultura di un popolo che possiamo circoscrivere nel periodo che va dal II millenio a.C. fino alla fine del medioevo ellenico ( VIII secolo) e i poemi cosiddetti omerici non furono altro che la conclusione letteraria codificata in forma scritta di questa cultura orale che si riferiva alle origini della cultura greca.
Ma qual'è la società che viene raccontata nell'Iliade e nell'Odissea? E' una società arretrata dove la divisione del lavoro era molto elementare e dove gli aedi avevano un ruolo fondamentale: quella di tramandare oralmente, attraverso la forma del canto epico, vicende e fatti ( anche storici) in chiave mitologica.
Le vicende delle popolazioni greche del II millennio diventano l'occasione, quindi per trasmettere tutto il sapere dell'umanità al fine di insegnare la cultura materiale di un popolo ma anche con il preciso intento di non disperdere la memoria storica e collettiva di un intero popolo.
Una funzione pedagogica e didattica che si incentrava su due episodi quasi fondanti: la guerra di Troia e la genealogia degli dei.
TANTI CANTORI
Quindi non Omero come singolo personaggio, ma Omero come tanti cantori che, a seconda del temperamento o dell'occasione, recitavano a memoria questo o quel passo; ci troviamo dinanzi a dei passi che furono riuniti e che non rappresentavano un tutto organico e compiuto così come lo conosciamo oggi.
Sarà solo con il tempo che questi passi assumeranno una forma compiuta dove i fatti si succederanno logicamente e cronologicamente.
Ecco allora che da questa tradizione orale espressa da tanti cantori nasce l'opera che per comodità chiameremo "omerica" ed è più che probabile il fatto che ogni singolo cantore fosse impegnato a trasmettere la sua parte e che conoscesse solo quella a memoria e che alla fine di questo lungo percorso gli elementi mitologici-fantastici abbiano superato quelli storici.
E' un fatto tuttavia che i progenitori dei Greci e cioè gli Achei vissero almeno sei secoli prima dei cantori su menzionati e questo è stato ricavato dal contenuto stesso dei poemi omerici che possono inquadrarsi in quel periodo del II millennio a.C che viene denominato medioevo ellenico.
Ma qual'è la società narrata nei poemi omerci? E' una società primitiva dove vi è un forte egualitarismo e dove soprattutto non c'è alcuna autorità scritta che emergerà solo quando si affermerà l'aristocrazia.
In ogni caso questi cantori che per tradizione chiamiamo Omero sia che si riferiscano alla civiltà degli Achei o a quella di sei secoli dopo, ci dicono molte cose sull'ordinamento civile e sociale, sulla cultura materiale, sulla religione e le credenze di un popolo che altresì sarebbe rimasto sconosciuto a noi moderni.
A questo punto forse Omero è una bella invenzione, ma l'Iliade e l'Odissea rimangono come capovalori unici e insuperabili andando a costituire quel patrimonio dell'umanità che rende l'uomo superiore a tutti gli altri esseri viventi proprio come Ulisse.
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