Trovo Grazia Deledda una delle autrici più complesse della letteratura italiana se non altro per la straordinaria fecondità che dimostrò come scrittrice : sono, infatti, ben trentacinque i romanzi che ha scritto e trecentocinquanta sono le novelle; in ogni sua opera si ritrova la costante attenzione dedicata a fare conoscere il mondo pastorale e agreste di una Sardegna che vive ormai solo nel ricordo di quei pochi che conservano nella memoria i racconti dei vecchi.
Non basta pertanto leggere un romanzo della Deledda per poter gustare appieno il suo modo di scrivere, sarebbe infatti opportuna un'approfondita indagine di tipo filologico anche perché alcuni romanzi hanno subito una complessa storia editoriale.
Come è noto Grazia Deledda ricevette nel 1926 il Premio Nobel per la letteratura, in seguito nessuna scrittrice italiana è mai riuscita da allora a raggiungere l'ambito riconoscimento.
COMMENTO
Nel romanzo la Deledda dimostra una rara capacità di introspezione psicologica delineando in modo puntuale il carattere dei vari personaggi che animano il racconto. Sono personaggi che fanno parte di quel mondo antico e misterioso della Barbagia, la parte più interna della Sardegna, quella che per lungo tempo ha mantenuto il suo carattere originario. E' più di un racconto quello della scrittrice sarda, è un atto d'amore senza condizioni verso la sua terra di cui descrive persone, luoghi e cultura, in questo tributo magnificamente offerto attraverso la parola scritta, la Deledda riesce a fare sentire il profumo di una terra che agli inizi del Novecento era in gran parte selvaggia.
Il mondo descritto dalla scrittrice nuorese è quello agro-pastorale dove l'unico protagonista assoluto è l'uomo che vive in quell'ambiente conoscendone segreti, tempi ed enigmi.
La montagna di cui parla la Deledda è l'Ortobene su cui sorge Nuoro; all'epoca in cui l'autrice scriveva, la città di Nuoro era un grande paese di poche migliaia di abitanti, un centro abitato circondato da un territorio montuoso ed arido. Ed è proprio in quell'ambiente che sono nati e cresciuti uomini forti che vivevano solo di agricoltura e pastorizia essendo condizionati, nel loro agire, dai tempi del giorno e delle stagioni. I protagonisti del romanzo sono uomini e donne che vivono quella cultura e ne sono gli unici e veri interpreti pur nelle contraddizioni laceranti che caratterizzano tutte le società chiuse.
Si è parlato non a torto di mondo barbarico e primitivo, ma tale definizione non va interpretata in senso svalutativo bensì come un apprezzamento di una cultura vergine dove i rapporti di forza erano sempre legati a questioni che riguardavano la terra, il pascolo e il bestiame.
Grande illustratrice della sua terra, la Deledda ci mostra i torrenti, gli alberi, i pascoli percorsi dal bestiame, gli ovili, i grandi vecchi , le donne forti e....la montagna, luogo arcano per eccellenza, ma anche tragitto di fatica di uomini, donne e bambini.
Ed ecco i personaggi del racconto, sempre eguali a se stessi come statue: Merzioro Carta, Melchorre, Zio Pietro, Basilio, Efisio, Leone, Vera, zia Bisaccia, zia Caterina, ecc e poi i rumori di quell'ambiente: " il ruminar del cavallo, il guaire del cane, il rosicchiar della lepre" e gli animali che facevano da sfondo anch'essi protagonisti di quell'ambiente: le capre, le pecore, le cavallette, il falco....
E nel succedersi del giorno e della notte: il silenzio del bosco che incute paura, mentre i sentimenti di uomini e donne sono quelli di ogni uomo e di ogni donna: dolcezza, paura, odio, dispetto, vendetta e perdono.
Lo Stato è lì a ricordare la sua presenza fatta solo di sorveglianza e perlustrazioni, dall'altra parte la diffidenza delle genti....
Nelle ceste dei pastori c'era frutta, pane e formaggio e l'anima della Sardegna......
ALCUNI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Per chi volesse conoscere le opere della scrittrice sarda consiglio la lettura di "Romanzi e novelle" a cura di Natalino Sapegno. La prima edizione del libro è del 1971, si tratta di un tomo di 940 pagine corredato dalle note introduttive (28 pagine) del grande storico e critico della letteratura italiana; il prof. Natalino Sapegno è stato probabilmente l'accademico più insigne che ha studiato in modo sistematico le opere di Grazia Deledda.
Per chi volesse, invece, un'edizione più agile consiglio quella de "La Riflessione", oltre a "Il vecchio della montagna" contiene un altro dei romanzi più belli della Deledda "Elias Portolu", costa solo 5,00 euro. La si può trovare online e nelle librerie remainders.
Grande e sanguigno il sole sorgeva dal mare lontano.......(dall'opera)