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18 marzo 2012 7 18 /03 /marzo /2012 09:06

 

il-vecchio-della-montagna.png

 

 

Trovo Grazia Deledda una delle autrici più complesse della letteratura italiana se non altro per la straordinaria fecondità che dimostrò come scrittrice : sono, infatti, ben trentacinque i romanzi che ha scritto e trecentocinquanta sono le novelle; in ogni sua opera si ritrova la costante attenzione dedicata a fare conoscere il mondo pastorale e agreste di una Sardegna che vive ormai solo nel ricordo di quei pochi che conservano nella memoria i racconti dei vecchi. 
Non basta pertanto leggere un romanzo della Deledda per poter gustare appieno il suo modo di scrivere, sarebbe infatti opportuna un'approfondita indagine di tipo filologico anche perché alcuni romanzi hanno subito una complessa storia editoriale. 
Come è noto Grazia Deledda ricevette nel 1926 il Premio Nobel per la letteratura, in seguito nessuna scrittrice italiana è mai riuscita da allora a raggiungere l'ambito riconoscimento. 



COMMENTO 

Nel romanzo la Deledda dimostra una rara capacità di introspezione psicologica delineando in modo puntuale il carattere dei vari personaggi che animano il racconto. Sono personaggi che fanno parte di quel mondo antico e misterioso della Barbagia, la parte più interna della Sardegna, quella che per lungo tempo ha mantenuto il suo carattere originario. E' più di un racconto quello della scrittrice sarda, è un atto d'amore senza condizioni verso la sua terra di cui descrive persone, luoghi e cultura, in questo tributo magnificamente offerto attraverso la parola scritta, la Deledda riesce a fare sentire il profumo di una terra che agli inizi del Novecento era in gran parte selvaggia. 
Il mondo descritto dalla scrittrice nuorese è quello agro-pastorale dove l'unico protagonista assoluto è l'uomo che vive in quell'ambiente conoscendone segreti, tempi ed enigmi. 
La montagna di cui parla la Deledda è l'Ortobene su cui sorge Nuoro; all'epoca in cui l'autrice scriveva, la città di Nuoro era un grande paese di poche migliaia di abitanti, un centro abitato circondato da un territorio montuoso ed arido. Ed è proprio in quell'ambiente che sono nati e cresciuti uomini forti che vivevano solo di agricoltura e pastorizia essendo condizionati, nel loro agire, dai tempi del giorno e delle stagioni. I protagonisti del romanzo sono uomini e donne che vivono quella cultura e ne sono gli unici e veri interpreti pur nelle contraddizioni laceranti che caratterizzano tutte le società chiuse. 
Si è parlato non a torto di mondo barbarico e primitivo, ma tale definizione non va interpretata in senso svalutativo bensì come un apprezzamento di una cultura vergine dove i rapporti di forza erano sempre legati a questioni che riguardavano la terra, il pascolo e il bestiame. 

Grande illustratrice della sua terra, la Deledda ci mostra i torrenti, gli alberi, i pascoli percorsi dal bestiame, gli ovili, i grandi vecchi , le donne forti e....la montagna, luogo arcano per eccellenza, ma anche tragitto di fatica di uomini, donne e bambini. 
Ed ecco i personaggi del racconto, sempre eguali a se stessi come statue: Merzioro Carta, Melchorre, Zio Pietro, Basilio, Efisio, Leone, Vera, zia Bisaccia, zia Caterina, ecc e poi i rumori di quell'ambiente: " il ruminar del cavallo, il guaire del cane, il rosicchiar della lepre" e gli animali che facevano da sfondo anch'essi protagonisti di quell'ambiente: le capre, le pecore, le cavallette, il falco.... 
E nel succedersi del giorno e della notte: il silenzio del bosco che incute paura, mentre i sentimenti di uomini e donne sono quelli di ogni uomo e di ogni donna: dolcezza, paura, odio, dispetto, vendetta e perdono. 

Lo Stato è lì a ricordare la sua presenza fatta solo di sorveglianza e perlustrazioni, dall'altra parte la diffidenza delle genti.... 


Nelle ceste dei pastori c'era frutta, pane e formaggio e l'anima della Sardegna...... 

ALCUNI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Per chi volesse conoscere le opere della scrittrice sarda consiglio la lettura di "Romanzi e novelle" a cura di Natalino Sapegno. La prima edizione del libro è del 1971, si tratta di un tomo di 940 pagine corredato dalle note introduttive (28 pagine) del grande storico e critico della letteratura italiana; il prof. Natalino Sapegno è stato probabilmente l'accademico più insigne che ha studiato in modo sistematico le opere di Grazia Deledda. 

Per chi volesse, invece, un'edizione più agile consiglio quella de "La Riflessione", oltre a "Il vecchio della montagna" contiene un altro dei romanzi più belli della Deledda "Elias Portolu", costa solo 5,00 euro. La si può trovare online e nelle librerie remainders. 

 

Merita una menzione  IL VECCHIO DELLA MONTAGNA con la prefazione di S. Paulis ( l'immagine del libro è in alto a sinistra) pubblicato nel 2007 dalla Ilisso Edizioni Srl nella collana:Bibliotheca Sarda.




 

 Grande e sanguigno il sole sorgeva dal mare lontano.......(dall'opera)


 

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Published by Caiomario - in Libri
16 marzo 2012 5 16 /03 /marzo /2012 21:28

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dice Oliviero Toscani che in Italia c'è chi lavora spezzandosi la schiena e guadagna poco e chi non fa niente tutto il giorno, guadagna una montagna di soldi e  per di più ha contribuito a distruggere l'Italia, non si può dargli torto; non c'è proporzione tra uno stipendio di 1100 euro e una pensione da 450.000 euro l'anno, nessuna ragionamento logico potrà mai essere abbastanza forte per giustificare questa assurda disparità.

E ha ragione Toscani quando parla dell'Italia come un paese di servi abituati per tutta la vita a servire i potenti di turno, servi che sono corruttori di altri corrotti . Il nostro paese è straordinario potrebbe vivere solo di cultura e non di industrie e di macchine. Sono pochi a capirlo e si parla solo di spread e di soldi, ha ragione Toscani quando dice che la nostra vera ricchezza è l'ambiente e la cultura, non abbiamo bisogno di buchi nelle montagne e di pattumiere a cielo aperto, eppure la casta non fa altro che parlare di autentiche fesserie dalla mattina alla sera, fesserire che non interessano alla maggior parte delle persone ormai sempre più lontane dal comune sentire dei privilegiati della politica. 

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Published by Caiomario - in Società
12 marzo 2012 1 12 /03 /marzo /2012 17:37

I saldi invernali del 2012 sono acqua passata, nessuno ne parla più, in alcune zone la flessione dei saldi 2011 ha registrato un calo, rispetto a quelli del 2011, del 15 per cento. Si tratta di un dato fortmente negativo anche in considerazione del fatto che già l'anno passato si era registrata una netta flessione della propensione all'acquisto. Ovviamente per molti operatori del settore la situazione è preoccupante. La corda è stata tirata a tal punto che queste sono le inevitabili conseguenze. 

 

Eppure bisognerebbe riflettere su quella scellerata manovra speculativa che, all'indomani dell'entrata in vigore della moneta unica, portò molti commercianti ad arrotondare tutti i listini, ciò che prima costava 1000 lire, da un giorno ad un altro arrivò a costare 1 euro. Gli aumenti indiscriminati non furono colpa dell'euro che è una moneta e non un'entità capace di ritoccare i listini,  ma furono dovuti solo ed esclusivamente  alla brama di fare guadagni veloci.Emblematico è il caso della tazzina di caffè che, in molti bar veniva venuto intorno a 1200 lire prima che l'euro entrasse in vigore, nel giro di pochissimi giorni la stessa tazzina di caffè veniva a costare al cliente 80 centesimi di euro, circa il 40 per cento in più. 

Ora diversi rappresentanti delle categorie che furono tra le più attive a ritoccare verso l'alto i listini si strappano le vesti affermando che si rischia un corto circuito nella catena economica perché se le persone non possono spendere, vanno in crisi anche le attività economiche.  Non è che si rischia, siamo gà in un corto circuito e da tempo. Si parla di rinnovamento, piani organizzativi alternativi ma il nocciolo della questione è che senza denaro e con centinaia di migliaia di persone in cassa integrazione, l'economia è bloccata, non gira. Si è vero ora potremo dire di essere tutti sulla stessa barca ed è bene che ci salgano anche coloro che quando si parlava di lavoro non se ne occupavano ed erano infastiditi perché il genio dell'ottimismo con il sorriso stampato aveva imbambolato anche loro.

Secondo uno studio di Intesa SanPaolo i consumi dei generi alimentari sono scesi al livello degli anni '80, tradotto: le famiglie strette dagli aumenti delle tariffe, delle bollette e del caro carburanti risparmiano sul mangiare.

 

...mentre il presidente dell'INPS dichiara di aver percepito in un solo anno redditi per 1.200.000 euro e tutto a norma di legge.....

 

W L'ITALIA

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11 marzo 2012 7 11 /03 /marzo /2012 07:19

Si fa un gran parlare di riforma del mercato del lavoro, si vuole riformare sul nulla e intanto il tempo passa senza che vengano create le condizioni perché nascano nuove opportunità di lavoro. Perdere tempo su inutili discussioni che ruotano attorno all'articolo 18 è un modo come un altro per lasciare le cose come esattamente stanno. Molti esponenti del governo sembrano assomigliare sempre di più a Tancredi che nel suo celebre discorso in cui descriveva la situazione politica della Sicilia del 1860 affermò "bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla". Anche se si dovesse abolire del tutto l'articolo 18 se non ci sono le condizioni per investire molte persone continuerebbero a rimanere completamente tagliate fuori dalla possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro.

Siamo arrivati a marzo, da due mesi si parla di eliminazione della cassa integrazione straordinaria, puntualmente secondo l'antico vizio dei politici è un susseguirsi di smentite; il ministro del welfare Elsa Fornero in più occasioni ha invitato le parti sociali a "discuterne in maniera civile ed ordinata" ma fino a quando le persone espulse dal mercato del lavoro avranno la pazienza di aspettare? Nel frattempo per molti lavoratori è in scadenza la cassa integrazione vale a dire che al termine di questo periodo si apriranno per loro le porte della mobilità, ossia il licenziamento, il vuoto più assoluto.

Si parla troppo e a sproposito di giovani che non riescono a trovare lavoro e di precarietà, lo stesso ministro Elsa Fornero ha affermato: "Abbiamo circa 8 milioni di partite Iva: ne abbiamo bisogno o sotto quella formula si nascondono realtà occupazionali di cui vogliamo alzare la qualità?" Giusta osservazione, ma chi ha consentito che tutto questo accadesse in nome di un malinteso senso di flessibilità? La classe politica che ci governa e una parte dell'opposizione in nome della flessibilità ha giocato e gioca sulla pelle di molte persone (giovani e meno giovani). Dalla straordinaria invezione dei co.co.co passando per la prestazione d'opera, dall'associazione in partecipazione alle collaborazioni occasionali è un moltiplicarsi di contratti che nascondono un unico disegno: comprimere qualsiasi diritto del lavoratore rendendolo sempre più debole e ricattabile.

Non siamo quindi tutti sulla stessa barca come ha recentemente affermato Mario Draghi, non si può mettere sullo stesso piano il cassa integrato che percepisce poco più di 800 euro al mese, il disoccupato che spesso non prende nessuna indennità o il precario con i boiardi di stato e con la pletora di politici che succhiano risorse a tutti i livelli. Il prezzo della crisi lo stanno pagando altri e per ora alla lotteria della Bce hanno vinto solo le banche.

 

Sono davvero straordinari questi geni dell'economia, vogliono rimettere in moto l'economia con i milioni di lavoratori a basso reddito che assomigliano sempre più ai pezzenti di Calcutta.

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8 marzo 2012 4 08 /03 /marzo /2012 21:31

Coloro i quali devono cambiare l'Italia sono gli stessi che fanno le leggi e gestiscono la burocrazia, gli ottimi Rizzo e Stella durante la trasmissione "Servizio pubblico" dell'8 marzo hanno parlato di grumo di potere che gestisce il potere stesso.

Centinaia di dipendenti dei vertici dello Stato che hanno doppi e tripli incarichi, continuano a percepire stupendi di migliaia di euro senza aver lavorato un solo giorno. E' tutto legale, tutto a norma di legge, ma è questo il punto, si sono fatti la legge in modo autoreferenziale per difendere i loro lauti compensi, lo facevano prima e lo fanno ora. Lo spread cala ma chi ha pagato il costo sono i poveracci in base al principio petroliniano che "Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti".

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Published by Caiomario - in Società
4 marzo 2012 7 04 /03 /marzo /2012 16:36

Sono trascorsi ormai cinquant'anni dalla tragica morte di Cesare Pavese che a poche settimane dalla consacrazione ufficiale del Premio Strega si uccise in un albergo di Torino, eppure i suoi scritti continuano ad essere scoperti dalle nuove generazioni in quanto la sua opera è una tra le più emblematiche e sofferte del nostro tempo. 

"Lavorare stanca" è una raccolta di liriche che nascono in un contesto completamente diverso rispetto a molta dellla poesia di quegli anni;oggi, rileggendo quelle pagine si può riscoprire un intellettuale in continua ricerca di se stesso, un uomo di pensiero che visse una profonda lacerazione dovuta all'impossibilità di aderire a quelle scelte a cui una generazione intera scelse di acconsentire. 

"Lavorare stanca" è una raccolta di poesie su cui Pavese mise più volte mano, aggiungendo, togliendo, riadattando ma anche nella prima forma pubblicata nel 1936 è presente lo stile di Pavese caratterizzato da un intenso lirismo che si incontra con i miti a cui lo scrittore langarolo attinse per tutta la vita. 

Soffermiamoci su questo verso: 

"Camminiamo una sera sul fianco di un colle, 
in silenzio.......................................... .............." 

In questo famosissimo verso che apre la prima raccolta, c'è la forma della poesia di Pavese, definita poesia-racconto e che lui stesso definì come il ritmo del suo fantasticare. 

Merita una particolare segnalazione la lirica "I mari del sud", che rifiuta ogni forma di ermetismo e di linguaggio criptico, Pavese è chiaro, quando scrive, la sua prosa è poesia e la sua poesia è prosa, racconto, crea personaggi, invoca il paeaggio fatto di colline, fiume, mare, alberi, erba, animali della campagna, il cugino ricordato è visto come "un gigante vestito di bianco" e poi il mito della terra e il suo profumo che lo avvolge.. 

Sarà questo mito della terra e delle Langhe, che lo legherà fino all'ultimo giorno della sua vita e che ricorre in molti dei suoi scritti, a contrapporsi per anti-patia alla città che "gli ha insegnato infinite paure" dove "una folla, una strada lo hanno fatto tremare" dove gli sguardi degli altri gli appaiono inquisitori come se venisse spiato.. 

E' sicuramente con questo mito che la cultura italiana è nata e prima di essere urbana, è stata rurale nel ritmare armonico dei tempi della vita e nei valori condivisi e convissuti, a questa parte di cultura Pavese non sa rinunciare; senza dubbio la campagna vista da Pavese non è quella del contadino ma è quella dell'intellettuale che negli antichi riti di sangue e della riproduzione, vuole rintracciare il valore autentico dell'esistenza, ma proprio in questa ricerca, Pavese riscopre la sua inguaribile solitudine. 

La città acuisce il senso di solitudine e di sdradicamento e lì nella città sente tutta la sua estraneità verso quel mondo che così poeticamente esprime: 

"Sento ancora negli occhi la luce beffarda 
dei lampioni a migliaia sul gran scalpiccio

La raccolta è un tornare all'indietro, un viaggio verso le origini dove le Langhe, quelle suggestive zone del Piemonte sudoccidentale, assurgono metaforicamente al luogo dei luoghi in cui è possibile rintracciare l'uomo nella sua primitiva autenticità, ma in questa ricerca non c'è nulla di consolatorio perchè anche in quel mondo si ritrovano violenza, sangue e sopraffazione. 

Per capire in fondo lo spirito della raccolta, bisognerebbe anche leggere un'altra opera di Pavese intitolata "La luna e i falò", opera scritta nel 1950 e che dimostra come lo scrittore piemontese non si sia mai staccato da quel percorso che incomincia con "Lavorare stanca" e che ha sempre avuto come obiettivo la dolorosa ricerca della propria identità.
 
Andiamo incontro alle buone letture, qualcosa troveremo.. questo ci aiuterà a capire una parte di noi.............. 

 

 


 

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Published by Caiomario - in Libri
3 marzo 2012 6 03 /03 /marzo /2012 15:31

Ancora una volta tanti proclami e dietro il niente, sulla riforma del mercato del lavoro annunciata dal governo Monti non si riesce a comprendere assolutamente niente: non la comprendono le forze sociali, le forze poltiche che la dovrebbero appoggiare e soprattutto non sono in grado di capirla i diretti interessati ossia coloro che tutti i giorni fanno i salti mortali per poco più di 1000 euro al mese. Stiamo parlando di quelli che lavorano veramente e mandano avanti la baracca non di quelli che pontificano sulla modernità e sono contro il posto fisso ma difendono strenuamente il proprio. Il leader della Cgil Susanna Camusso ha affermato che  per la riforma degli ammortizzatori sociali il governo potrebbe trovare le risorse dai patrimoni. L'idea è vecchia ma è giusta. Incominciamo però con gli stipendi dei boiardi di stato che prendono centinaia di migliaia di euro all'anno mentre il paese sta affondando. Si perché è intollerabile sapere che molti "manager di stato" con la pubblica amministrazione sono diventati ricchi, mentre il conto lo devono pagare gli indigenti e i precari. Ma se costoro sono pagati per quel che valgono come mai nessuna, dico nessuna azienda privata li vuole? Cosa farebbero costoro se si applicasse la regola della flessibilità in uscita di cui in ogni occasione parla il ministro del Welfare?La domanda è retorica, la risposta è scontata, non farebbero niente perché per lavorare nelle aziende private non bastano i titoli, servono le capcità e non le carriere protette dagli automatismi voluti dalle forze politiche che hanno depredato questo paese.

Il segretario generale della Cisl  Raffaele Bonanni ha affermato che "siamo nel blackout", tradotto: "siamo nel buio più completo, non sappiamo nulla, assolutamente nulla sulla riforma del mercato del lavoro"; per Bonanni ciò che conta è sapere il motivo per cui ci sarà un incontro con il governo non ha quindi importanza  sapere quando i sindacati si incontreranno con il governo ma sapere perché ci si incontra.

Sulla stessa sintonia il leader dall Uil Lugi Angeletti  che ha affermato, senza mezzi termini, che in mancanza di risorse è impossibile fare una riforma degli ammortizzatori sociali e che se le risorse non si dovessero trovare si tratterebbe solo di propaganda".

Il paese langue, le opportunità di lavoro mancano e la pletora dei "pezzenti di Calcutta" cresce ogni giorno di più.

 

Purtroppo chi guadagna qualche milione di euro all'anno non sa cosa significa vivere con poco più di 800 euro al mese di cassa integrazione. Dicano pure che è qualunquismo fino a quando...... 


 

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29 febbraio 2012 3 29 /02 /febbraio /2012 16:32

Il Fondo Kyoto è un fondo che ha come obiettivo quello di attuare gli obiettivi del "Protocollo di Kyoto" (il trattato che ha fissato gli standard da osservare per ridurre l'emissione di gas serra responsabili dell'innalzamento della temperatura su scala globale).

Il Fondo Kyoto mette a disposizione circa 600 milioni di euro da utilizzare per interventi volti a ridurre l'emissione dei gas serra.

 

I fiannziamenti del Fondo Kyoto  che possono essere richiesti da privati, associazioni, aziende e soggetti pubblici, presentano le seguenti peculiarità:

 

  • Il tasso di interesse è  pari allo 0,50 per cento annuo;
  • la durata varia tra i 3 e i 6 anni ( per i soggetti pubblici  detta durata è di 5 anni);
  • le rate vengono rimborsate con cadenza semestrale.

 

QUALI SONO GLI INTERVENTI CHE SI POSSONO FINANZIARE

 

  1.  Microgenerazione diffusa vale a dire gli interventi volti alla installazione di una centrale di cogenerazione che auto-produca energia. I soggetti interessati possono essere condomini, alberghi, aziende, comunità. Condizione essenziale per ricevere i finanziamenti è che le macchine che generano energia devono essere alimentate con fonti energetiche rinnovabili considerate a basso impatto ambientale quali biocombustibili di origine vegetale solida, biocombustibili liquidi di origine vegetale, gas naturale, biogas e in co-combustione gas naturale-biomassa.
  2. installazione di nuove macchine di piccola taglia che utilizzano fonti energetiche rinnovabili e che producono energia elettrica o calore. 

 

I finanziamenti possono essere richiesti da:

 

  • Persone fisiche;
  • Imprese;
  • Aziende che erogano energia (ESCo Energy Service Company)
  • Persone giuridiche private;
  • Condomini.

 

DOVE VANNO CHIESTI I FINANZIAMENTI

I soggetti interessati possono rivolgersi al proprio istituto di credito a condizione che abbia aderito alla Convenzione ABI-CDP o a uno degli istituti di credito aderenti. L'elenco completo è disponibile sul sito internet della Cassa depositi e prestiti:

http://www.cassaddpp.it.

 

Le domande possono essere inoltrate esclusivamente online, il periodo in cui possono essere richieste va dal 16/03/2012 al 14/07/2012 (compresi).

IL RUOLO DELLA BANCA

Compito della banca è:

  • valutare se vengono rispettati i parametri di affidabilità del soggetto richiedente;
  • concedere la fideiussione bancaria pari al 30 per cento dell'importo finanziato;
  • erogare un finanziamento per la parte non coperta dal finanziamento;
  • stipulare in contratto;
  • inviare tutta la documentazione necessaria a perfezionare la richiesta di finanziamento.
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Published by Caiomario - in Società
23 febbraio 2012 4 23 /02 /febbraio /2012 20:51

Il professor Edward Luttwak durante la trasmissione "La Zanzara"  del 23/02/2012 ha ricordato che il capo della Fbi prende 175.000 dollari all'anno e il capo di stato maggiore dell'esercito statunitense da cui dipendono 3 milioni di uomini, guadagna 240.000 euro all'anno. Il caustico e pungente professore americano ha stigmatizzato il compenso del capo della polizia Manganelli che guadagna oltre 600.000  euro all'anno. Ha aggiunto Luttwak che in Italia gli operai sono sottopagati e che i sindacati difendono solo "i vecchiacci" che sono in pensione.

Vorremo essere tutti americani in questo senso, non in quello che intende la classe politica italiana pronta ad appoggiare qualsiasi iniziativa militare USA come quella dell'Iraq che si è rivelata una delle più grandi bufale della storia. La pistola fumante non c'era, ma i costi anche umani li abbiamo pagati e ora non ne parla più nessuno.

E' uno scandalo che tutto il mondo ormai sitgmatizza quello dei compensi di chi occupa posizioni apicali nello Stato italiano, mentre si chiedono sacrifici ai soliti poveracci, questi burocrati impermeabili a qualsiasi cambiamento, guadagnano cifre che fanno saltare sulla sedia anche il più americano degli americani: Edward Luttwak. Ci ridono dietro e lo ignoriamo e nel frattempo per le macchine della polizia scarseggia la benzina.

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21 febbraio 2012 2 21 /02 /febbraio /2012 07:29

Nei primi quattro mesi del suo mandato, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha dimostrato un'attività che è mancata a tutti gli esecutivi che lo hanno preceduto, bisogna riconoscerlo. Come bisogna ammettere che la lotta all'evasione fiscale ha avuto un impulso notevole con iniziative che stanno incominciando a dare i loro frutti. Gli italiani che evadono sono molti e non solo tra i commercianti, fino ad ora nessun blitz è stato effettuato negli studi di medici e avvocati, ma le attenzioni si sono rivolte solo ai commercianti che non sono certo l'unica categoria in cui si annida l'evasione. Troppe categorie continuano poi a godere del vantaggio di essere poco visibili e tra questi vi sono tutti quei dipendenti che hanno il secondo lavoro e che evadono esattamente come gli autonomi. Sarebbe auspicabile che anche in questo settore si setacci il mondo sommerso dei dopolavoristi che sottraggono risorse al fisco.

Con la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali si entra in un campo che non potrà essere affrontato con la logica dell'andiamo avanti senza tenere conto dei sindacati; trattare delle materie delicate senza avere la collaborazione delle parti sociali significa creare le premesse per una coflittualità che sicuramente scoppierà nei prossimi mesi. Fare la riforma del mercato del lavoro entro inizio marzo come ha più volte annunciato il ministro Elsa Fornero non è un obbligo se non si risolve il problema del lavoro che non c'è perché troppe aziende stanno portando il lavoro fuori dall'Italia, magari in Serbia, per pagare gli operai 200,00 euro al mese. In ogni caso se non si abbassano le tasse sul lavoro e sulle imprese qualsiasi discorso di riforma è inutile, le tasse troppo alte sul lavoro deprimono l'economia e la capacità di crescita.La trattativa sul mercato del lavoro crea anche tensioni nel mondo politico, le posizioni attuali di molti esponenti della sinistra sul mercato del lavoro anche quando ci sarà l'appuntamento alle urne. Le critiche rivolte a Giorgio Napolitano a Cagliari sono solo l'inizio di un dissenso che sta montando ovunque, eppure la classe politica non fa niente per risolvere il disagio e il malessere che sta creando dei pezzenti senza diritti ed esclusi da qualsiasi prospettiva occupazionale.

I sindacati, d'altro canto, non possono solo difendere i presunti diritti dei soli iscritti e in particolare dei dipendenti pubblici che passano indenni da qualsiasi crisi e il cui costo finisce col pesare insieme alle pensioni, per il 52 per cento del debito pubblico. L'inasprimento fiscale che stanno pagando tutte le categorie è stato deciso per pagare le spese fisse: stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione e pensioni. Molti precari della pubblica amministrazione, oggi esclusi dalla certezza del posto fisso fino alla pensione, non potranno essere assunti con una sanatoria. Di questo i sindacati dovranno tenerne conto, in caso contrario anche l'Italia sarà costretta a seguire la via ellenica: o diminuire gli stipendi dei dipendenti pubblici o licenziarli.

Per le aziende medio piccole la priorità deve essere la sopravvivenza delle stesse, legata giustamente alla possibilità di non essere soffocate da un fisco che spesso è diventato insostenibile. Un'impalcatura di questo tipo non può reggere alla lunga, troppa gente è entrata nella pubblica amministrazione (enti locali e scuola) senza aver sostenuto un concorso pubblico. Il risultato è che abbiamo oggi strutture elefantiache che costano e che finiscono per incidere notevolemente sulla spesa pubblica.Se la riforma del mercato del lavoro colpirà ancora una volta i lavoratori delle aziende private, saremo punto da capo, vorrà dire che beni e merci li compreranno solo i garantiti e le volpe grigie, intorno a loro vi sarà solo una massa di paria simili ai "pezzenti di Calcutta".

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