In occasione della trasmissione "Servizio Pubblico" del 26 gennaio 2012 è stato anche trattato il tema del difficile rapporto con Equitalia, l'ente statale di riscossione tributi al centro non solo di polemiche e critiche da parte di una certa stampa, ma anche di attentati dinamitardi e di una vera e propria campagna intimidatoria che ha come unico obiettivo quello di spostare i termini del problema generando una confusione in cui spesso diventa difficile distinguere le buone ragioni di chi critica i metodi di Equitalia con le pretese di chi volutamente ha eluso l'appuntamento con il fisco. Equitalia non è un ente privato ma agisce in conformità a quelle che sono leggi dello stato, è bene ricordarlo perchè troppo spesso molti debitori sono elettori di quegli stessi partiti che hanno scritto le norme relative alla riscossione e molti esponenti politici, con un comportamento schizofrenico e demagogico, criticano la stessa Equitalia prendendo le parti di questa o quella categoria. Nel corso della suddetta trasmissione una persona che è stata intervistata ha sollevato il problema dell'aggio vale a dire dei diritti che Equitalia richiede quando viene trasmessa una cartella esattoriale, questi diritti vengono moltiplicati per ogni anno in cui esiste un debito nei confronti del fisco, facendo così salire il conto finale in modo esponenziale mettendo in seria difficoltà anche chi vorrebbe saldare i propri debiti con il fisco. E' un problema che a livello legislativo non si è voluto affrontare e che non può essere risolto semplicemente allungando la rateizzazione come ha fatto il Governo Monti.
Non possono essere condivisi in alcun modo gli atti di terrorismo nei confronti di Equitalia ma è innegabile che il fenomeno sia indicatore di un malessere diffuso che può arrivare a punte di esasperazione al limite dell'illegalità. Spesso le difficoltà economiche di privati, commercianti e piccoli imprenditori sono tali che è molto facile perdere la casa per cifre irrisorie che, per un perverso effetto moltiplicatore, possono diventare di notevole entità. Oltre a questo aspetto c'è da rilevare che molti dei soggetti oberati dai debiti non conoscono gli strumenti per difendersi in modo legale nei confronti di una pubblica amministrazione con la quale diventa spesso difficile dialogare. Non si può mettere sullo stesso piano chi ha commesso un errore materiale con chi è un evasore seriale che spesso si affida a professionisiti che utilizzano tutti i metodi legali per evitare o ritardare i pagamenti dei propri debiti nei confronti del fisco. Il distinguo è importante anche se è inacettabile il comportamento di molti politici che invocano di ricorrere ad una sorta di condono collettivo che cancelli tutti i debiti nei confronti dell'erario.
Il vero nodo della questione che il legislatore non vuole affrontare è quello della vendita dell'immobile di un debitore senza che questi venga preventivamente informato. Venire a conoscenza di un'ipoteca solo quando l'immobile sta per essere venduto significa impedire al cittadino di esercitare un diritto importante: quello di essere informato e non vessato. A tal proposito giova ricordare la Legge 27 luglio, n. 212 denominata "Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente" che all'articolo 13 così recita:
"Il Garante del contribuente, anche sulla base di segnalazioni inoltrate per iscritto dal contribuente o da qualsiasi altro soggetto interessato che lamenti disfunzioni, irregolarità, scorrettezze, prassi amministrative anomale o irragionevoli o qualunque altro comportamento suscettibile di incrinare il rapporto di fiducia tra cittadini e amministrazione finanziaria, rivolge richieste di documenti o chiarimenti agli uffici competenti, i quali rispondono entro trenta giorni, e attiva le procedure di autotutela nei confronti di atti amministrativi di accertamento o di riscossione notificati al contribuente.
Purtroppo sono numerosi i casi in cui Equitalia, da ente riscossore che dovrebbe assicurare il corretto pagamento dei tributi di cittadini e imprese, finisce col diventare una struttura che complica il rapporto con la pubblica amministrazione. Equitalia esercita il diritto legittimo del pignoramento dei beni ma i metodi utilizzati creano solo pressioni che generano conflittualità. Lo Stato ha il diritto e il dovere di agire coattivamente nei confronti degli evasori impedendogli di distrarre beni e di occultare ricchezze, ma la forza deve essere sempre proporzionata e mai sovrabbondante. Se Equitalia afferma che non ha l'obbligo di comunicare l'iscrizione di un'ipoteca di un bene vuol dire che agisce in base ad un preciso dispositivo di legge creato proprio per evitare che gli evasori facciano sparire i beni prima che si concludano le procedure di riscossione delle somme dovute al fisco. Ma il cittadino ha il diritto anche di opporsi in maniera legale all'ente impositore se ritiene che l'accertamento sia infondato.
Gli strumenti giuridici per difendersi e ricorrere alla giustizia tributaria esistono, ma molti per mancanza di voglia o per malafede, prefersicono sventolare bandiere e fare gazzarra nelle trasmissioni televisive; così facendo perdono solo del tempo e rischiano di andare incontro alla propria rovina. La legge italiana permette l’impugnazione di cartelle esattoriali, l’opposizione a pignoramenti, il ricorso in autotutela, in commissione tributaria e al Capo dello Stato. Se poi il contribuente ha ottenuto ragione dalla pubblica amministrazione può richiedere i danni, lo prevede la legge:
Articolo 2043 del Codice Civile (Risarcimento per fatto illecito):
Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno
Non bisogna mai dimenticare che facendo opposizione ai decreti ingiuntivi il debitore può sospendere ogni istanza di pagamento, gli strumenti giuridici per difendersi esistono, basta saperlo.