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4 febbraio 2012 6 04 /02 /febbraio /2012 08:26

Per l'ex ministro Renato Brunetta ad essere pagati troppo non sono i parlamentari ma di dipendenti delle Camere, ecco quanto ha affermato testualmente:

"La decisione che avevamo preso come Governo Berlusconi era quella di avere i costi dei parlamentari italiani convergenti, gli stessi di quelli europei, e questo è quanto stiamo realizzando. Stiamo, tra l'altro, verificando delle cose molto divertenti, non sono tanto i parlamentari ad essere pagati troppo quanto il personale delle camere (Camera, Senato), la struttura, molti funzionari, ma molti, molti funzionari per poi arrivare a dirigenti intermedi per non arrivare ai commessi, hanno remunerazioni paragonabili, se non di multipli, a quelle dei parlamentari"

Ce ne siamo accorti, ma dire "non siamo noi a costare, ma gli altri" rientra in quella tendenza, tutta italiana, che porta a difendere la propria categoria mentre si invoca la liberalizzazione degli altri oppure a quella di chi vede sempre l'evasione fiscale nell'orto del vicino ma mai nel proprio.

La domanda che il cittadino si deve porre è invece: "chi ha deciso questi aumenti?" Constatare semplicemente l'entità degli stipendi del personale delle Camere come ha fatto Brunetta è inutile. Chi decide gli stipendi dei funzionari, dei commessi, degli uscieri e dei barbieri? Questo è il nocciolo della questione. E soprattutto quali provvedimenti intende prendere la politica per invertire questa situazione che costa moltissimo ai contribuenti italiani?

Il monito di non vivere al di sopra delle proprie possibilità a, quanto pare non vale per tutte le categorie però. A proposito di rendite di posizione il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato: "...stiamo attenti ci sono spinte troppo conservatrici, per esempio, nella nostra società. Non si può continuare ad andare avanti come si è andati avanti perchè credo che si possa discutere se sia corretto dire che si è vissuti anche in Italia e in Europa e in America, al di sopra delle proprie possibilità, certamente questa è una sentenza che va molto analizzata e anche rispondere che non tutti i gruppi sociali hanno vissuto al di sopra di quelle che sarebbero state altrimenti, per esempio, senza il forte intervento della spesa pubblica le loro possibilità, però molto deve cambiare, nei comportamenti, nelle posizioni acquisite, nelle aspettative, dobbiamo fare i nostri conti con un mondo che è  totalmente diverso non da quello di quarant'anni fa, ma da quello di venti anni fa". Appunto.

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Published by Caiomario - in Società
3 febbraio 2012 5 03 /02 /febbraio /2012 09:24

La proposta della Commissione per la lotta alla corruzione di rendere pubblici i beni dei parenti fino al secondo grado dei dirigenti della PA e degli eletti, ossia i beni dei figli, della moglie, dei genitori, dei fratelli e dei nonni nasce dall'esigenza di evitare che i beni frutto della corruzione siano intestati ai parenti più stretti. Potrebbe essere un meccanismo di prevenzione che scoraggia i potenziali corrotti, bisogna vedere se la proposta avrà un seguito visto i paletti giuridici che bloccano sul nascere quegli strumenti investigativi e quei meccanismi di trasparenza che da tempo sono utilizzati in altri paesi.

Non c'è dubbio che chi ricopre cariche pubbliche di grande rilevanza deve agire nella più assoluta trasparenza, se un politico diventa immobiliarista e riesce a conseguire degli improvvisi arricchimenti, è necessario che i cittadini conoscano il modo in cui questo avvenuto.

C'è da giurarci che tra la doverosa trasparenza dei politici e dei dirigenti pubblici e la tutela della privacy, prevarrà la seconda.

Negli Stati Uniti non ci si vergogna della ricchezza, in Italia sì. Anche se è stata conseguita onestamente.

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Published by Caiomario - in Società
30 gennaio 2012 1 30 /01 /gennaio /2012 05:46

Nella puntata del 29 gennaio 2012  di Presadiretta, la trasmissione che va in onda su Rai Tre condotta da Riccardo Iacona, l'inviata Silvia Bencivelli è andata a L'Aquila per documentare lo stato della ricostruzione a quasi due anni dal terremoto che ha seriamente danneggiato la città. E' davvero sconcertante apprendere che nonostante gli eventi luttuosi che hanno colpito duramente la città de L'Aquila, la ricostruzione proceda ignorando la sismicità  del territorio. Le nuove abitazioni dovrebbero essere costruite seguendo i criteri imposti dalla normativa antisismica per evitare il ripetersi degli effetti catastrofici seguiti al sisma del 2009, ma ciò non sta accadendo, nella più totale indifferenza degli organi di controllo. Morti e distruzioni non sono serviti assolutamente a niente, la politica ancora una volta dimostra  irresponsabile incapacità e, come è stato  ampiamente documentato nella trasmissione, la responsabilità è anche di tutti quei cittadini che con accondiscendenza condividono la scelta sconsiderata di ricostruire negli stessi luoghi come se niente fosse accaduto.

Al costo umano si aggiunge poi quello economico, un costo pagato anche dal resto del paese, è un aspetto che non può essere ignorato; come al solito in Italia, la memoria è corta, poco si fa sul fronte della prevenzione e si agisce sempre dopo ripetendo sistematicamente gli stessi errori che hanno determinato la situazione. Non basta che ci siano inchieste in corso, con ostinata determinazione si sta seguendo un piano che per ora porta soldi, molti soldi, nelle tasche di quelle imprese che sono impegnate nella ricostruzione. Il tutto avviene con l'accondiscendenza di molti cittadini, mentre altri (pochissimi e coraggiosi) denunciano quello che sta accadendo.

Un caso emblematico è quello delle "villette provvisorie" costruite in una valle a forte rischio sismico, secondo quanto è emerso dal racconto di Iacona, c'è da scommettere che diventeranno definitive e che saranno sanate perché "valgono tre o quattro assessori".

Una parte dell'Italia è ormai stanca di indignarsi e anche di correre in soccorso di chi non ha imparato nulla dal passato, sarebbe auspicabile che chi deve controllare lo faccia prima e non dopo. Errare umanum est, perseverare diabolicum. 

 

link: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-35cddad9-eb8e-4add-9d12-8be94c239bab.html

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Published by Caiomario - in Società
28 gennaio 2012 6 28 /01 /gennaio /2012 04:49

In occasione della trasmissione "Servizio Pubblico" del 26 gennaio 2012 è stato anche trattato il tema del difficile rapporto con Equitalia, l'ente statale di riscossione tributi al centro non solo di polemiche e critiche da parte di una certa stampa, ma anche di attentati dinamitardi e di una vera e propria campagna intimidatoria che  ha come unico obiettivo quello di spostare i termini del problema generando una confusione in cui  spesso diventa difficile distinguere le buone ragioni di chi critica i metodi di Equitalia con le pretese di chi volutamente ha eluso l'appuntamento con il fisco. Equitalia non è un ente privato ma agisce in conformità a quelle che sono leggi dello stato, è bene ricordarlo perchè troppo spesso molti debitori sono elettori di quegli stessi partiti che hanno scritto le norme relative alla riscossione e molti esponenti politici, con un comportamento schizofrenico e demagogico, criticano la stessa Equitalia prendendo le parti di questa o quella categoria. Nel corso della suddetta trasmissione una persona che è stata intervistata ha sollevato il problema dell'aggio vale a dire dei diritti che Equitalia richiede quando viene trasmessa una cartella esattoriale, questi diritti vengono moltiplicati per ogni anno in cui esiste un debito nei confronti del fisco, facendo così salire il conto finale in modo esponenziale mettendo in seria difficoltà anche chi vorrebbe saldare i propri debiti con il fisco. E' un problema che a livello legislativo non si è voluto affrontare e che non può essere risolto semplicemente allungando la rateizzazione come ha fatto il Governo Monti.

Non possono essere condivisi in alcun modo gli atti di terrorismo nei confronti di Equitalia ma è innegabile che il fenomeno sia indicatore di un malessere diffuso che può arrivare a punte di esasperazione al limite dell'illegalità. Spesso le difficoltà economiche di privati, commercianti e piccoli imprenditori sono tali che è molto facile perdere la casa per cifre irrisorie che, per un perverso effetto moltiplicatore, possono diventare di notevole entità. Oltre a questo aspetto c'è da rilevare che molti dei soggetti oberati dai debiti non conoscono gli strumenti per difendersi in modo legale nei confronti di una pubblica amministrazione con la quale diventa spesso difficile dialogare. Non si può mettere sullo stesso piano chi ha commesso un errore materiale con chi è un evasore seriale che spesso si affida a professionisiti che utilizzano tutti i metodi legali per evitare o ritardare i pagamenti dei propri debiti nei confronti del fisco. Il distinguo è importante anche se è inacettabile il comportamento di molti politici che invocano di ricorrere ad una sorta di condono collettivo che cancelli tutti i debiti nei confronti dell'erario. 

Il vero nodo della questione che il legislatore non vuole affrontare  è quello della vendita dell'immobile di un debitore senza che questi venga preventivamente informato. Venire a conoscenza di un'ipoteca solo quando l'immobile sta per essere venduto significa impedire al cittadino di esercitare un diritto importante: quello di essere informato e non vessato. A tal proposito giova ricordare la Legge 27 luglio, n. 212 denominata "Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente" che all'articolo 13 così recita:

"Il Garante del contribuente, anche sulla base di segnalazioni inoltrate per iscritto dal contribuente o da qualsiasi altro soggetto interessato che lamenti disfunzioni, irregolarità, scorrettezze, prassi amministrative anomale o irragionevoli o qualunque altro comportamento suscettibile di incrinare il rapporto di fiducia tra cittadini e amministrazione finanziaria, rivolge richieste di documenti o chiarimenti agli uffici competenti, i quali rispondono entro trenta giorni, e attiva le procedure di autotutela nei confronti di atti amministrativi di accertamento o di riscossione notificati al contribuente.

Purtroppo sono numerosi i casi in cui Equitalia, da ente riscossore che dovrebbe assicurare il corretto  pagamento dei tributi di cittadini e imprese,  finisce col diventare una struttura che complica il rapporto con la pubblica amministrazione. Equitalia esercita il diritto legittimo del pignoramento dei beni ma i metodi utilizzati creano solo pressioni che generano conflittualità. Lo Stato ha il diritto e il dovere di agire coattivamente nei confronti degli evasori impedendogli di distrarre beni e di occultare ricchezze, ma la forza deve essere sempre proporzionata e mai sovrabbondante. Se Equitalia afferma che non ha l'obbligo di comunicare l'iscrizione di un'ipoteca di un bene vuol dire che agisce  in base ad un preciso dispositivo di legge creato proprio per evitare che gli evasori facciano sparire i beni prima che si concludano le procedure di riscossione delle somme dovute al fisco. Ma il cittadino ha il diritto anche di opporsi in maniera legale all'ente impositore se ritiene che l'accertamento sia infondato. 


Gli strumenti giuridici   per difendersi e ricorrere alla giustizia tributaria esistono, ma molti per mancanza di voglia o per malafede, prefersicono sventolare bandiere e fare gazzarra nelle trasmissioni televisive; così facendo perdono solo del tempo e rischiano di andare incontro alla propria rovina. La legge italiana permette l’impugnazione di cartelle esattoriali, l’opposizione a pignoramenti, il ricorso in autotutela, in commissione tributaria e al Capo dello Stato. Se poi il contribuente ha ottenuto ragione dalla pubblica amministrazione può richiedere i danni, lo prevede la legge:

Articolo 2043 del Codice Civile (Risarcimento per fatto illecito):

Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno

Non bisogna mai dimenticare che facendo opposizione ai decreti ingiuntivi il debitore può sospendere ogni istanza di pagamento, gli strumenti giuridici per difendersi esistono, basta saperlo.

 

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Published by Caiomario - in Società
11 gennaio 2012 3 11 /01 /gennaio /2012 07:52

Il potere ha paura della decrescita, il risparmio, quello vero, è sovversivo e non può essere perseguito con nessun mezzo (almeno fino ad ora), tutto il sistema (economico e politico) parla di sviluppo in termine di consumi e non è in grado di fornire altra ricetta se non quella di incentivarla perché senza consumo le fabbriche chiudono.

Sono preoccupati i lavoratori, i sindacati, il fisco, le industrie, insomma un orto può fare più paura di 1 milione di indignados che  potrebbero bloccare una città. Un pezzo di terra su cui impiantare un orto e allevare qualche animale per ricavarne latte o carne terrorizza le associazioni dei comemrcianti, la cosiddetta "Distribuzione organizzata", i trasportatori, i benzinai e tutti coloro che in un modo o nell'altro vivono grazie alle merci che si spostano.

Il moltiplicarsi di forme di autodifesa come l'orto in giardino o sul balcone, l'acquisto diretto da parte dei consumatori presso gli agricoltori, la diffusione dei GAS (Gruppi d'acquisto solidale), non sono ben viste da un potere che vive e si perpetua con il ricatto dei consumi. Ma la festa è finita, è finita anche per chi in nome del lavoro è pronto a fare qualsiasi cosa anche a produrre mine perché una fabbrica garantisce il lavoro che serve per indebitarsi fino al collo.

Uno degli aspetti positivi di questa "falsa crisi" è la diminuzione dei rifiuti, grazie ai consumi più contenuti  in discarica finiranno meno cose inutili, quelle che usate e gettate, garantirebbero secondo i sostenitori dello sviluppo la falsa sicurezza del benessere. Sono tutti preoccupati perchè si consuma di meno, ma non si potrà obbligare la gente a farlo nè inviare la polizia politica a fare perquisizioni per vedere se il cittadino ha dei soldi, la festa è finita!!!

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Published by Caiomario - in Società
6 gennaio 2012 5 06 /01 /gennaio /2012 19:14

Chi è cresciuto a minestrina e dado teme poco questa crisi che non è peggiore di quella degli anni '70 e che gli italiani di quel periodo  ricordano molto bene  perché furono costretti a rinunciare alla vettura (domenica senza auto), era il periodo dell'austerity e gli italiani, per la prima volta dal dopoguerra, sperimentavano delle ristrettezze imposte dall'alto.

Le differenze tra quella crisi settantiana (energetica) e quella che sta attanagliando tutta l'economia dei paesi industrializzati (finanziaria) sono evidenti, ma i risvolti sulla "qualità della vita" dei cittadini italiani sono le medesime. Dal 1970  però si sono moltiplicate le esigenze e i bisogni indotti a partire dalla spesa del cellulare, della televisione satellitare e del numero di automobili per famiglia, spese che possono incidere pesantemente sui bilanci familiari e che dovranno essere necessariamente riviste se non eliminate.

Prendiamo ad esempio l'offerta di Sky, fino all'avvento del digitale terrestre molti canali erano visibili solo abbonandosi, ora la stessa Sky trasmette in chiaro diversi programmi che fino a poco tempo fa potevano vedere solo gli abbonati. L'abbonamento al pacchetto minimo di Sky costa oltre 240,00 euro l'anno, una spesa decisamente alta considerando che con un qualsiasi digitale satellitare si possono ricevere gratuitamente molti canali. Perchè pagare allora?

Per quanto riguarda i cellulari bisogna dire che la tendenza ad acquistare smartphone costosi è un'abitudine che solo in Italia trova queste dimensioni, in nessun altro paese del mondo le aziende produttrici fanno affari come in Italia, affari che di fatto non portano nessun beneficio perché la produzione avviene in altri paesi. E' bene ricordarselo, soprattutto recuperando la funzione del portatile che è quella di chiamare e ricevere telefonate in mobilità, il resto è superfluo.

La crisi c'è ma a sentirla di più sono quelli che non conoscono la minestrina con il dado....meditate gente, meditate!!! 

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Published by Passieno - in Società
5 gennaio 2012 4 05 /01 /gennaio /2012 05:59

 

La crisi che sta attanagliando tutto il mondo occidentale (la specifica è d'obbligo in quanto nei paesi del cosiddetto "Terzo mondo" la crisi è endemica) sta letteralmente gettando nel panico anche coloro i quali sono ipertutelati. Verrebbe da dire che questa crisi non è la prima come non è la prima volta che i cittadini se la prendano con lo Stato. Affermare che l'insofferenza nei confronti dello Stato è un fenomeno nuovo significa non conoscere la storia, tutti i fenomeni di ribellione e le rivoluzioni sono stati scatenati da crisi economiche. La pericolosità di tale fenomeno è solo però per chi ha qualcosa da perdere, mentre a chi ha già perso tutto, l'unica cosa che rimane è la disperazione e la rabbia. 

In Italia  per un lungo periodo di tempo si sono aperte nuove possibilità soprattutto nel lavoro non solo dipendente ma anche autonomo. Il proliferare, soprattutto negli anni Settanta, di piccole imprese nasceva dalla voglia di mettersi in proprio e di "diventare ricchi", molti piccoli imprenditori ce l'hanno fatta e le loro imprese si sono affermate nel mercato internazionale diventando delle aziende di grandi dimensioni, altre, invece, sono rimaste piccole e lo stesso imprenditore che le conduce continua a fare una vita  non molto differente di quella dei suoi dipendenti.

Viene ripetuto da più parti che ilmondo delle piccole e medie imprese costituisce l'ossatura del sistema imprenditoriale italiano, ma paradossalmente tutte le forze politiche che si sono succedute negli ultimi vent'anni, hanno depresso quella che dovrebbe essere considerata una risorsa essenziale che produce ricchezza. 

Purtroppo oggi molte piccole imprese sono messe in ginocchio da una pubblica amministrazione che tutto fagocita e che per prima non rispetta le leggi, basti pensare ai ritardi nei pagamenti che in Calabria superano di gran lunga i 900 giorni.

Tuttavia non possiamo essere d'accordo con chi sostiene che i controlli nelle aziende sarebbero vessatori, al contrario se gli ispettori del lavoro controllassero i luoghi di lavoro non solo ci sarebbe meno evasione contributiva e meno lavoro nero, ma sarebbero premiati quegli imprenditori onesti che rispettano le regole. La pubblica amministrazione è fatta da persone e spesso nelle piccole province dove tutti si conoscono i controlli non vengono effettuati perché ognuno ha il suo tornaconto. 

Le imprese creano occupazione e reddito e devono essere tutelate, ma la vera tutela sta nel rispetto delle regole, il caso di Equitalia è esemplare: molte imprese sono letteralmente strangolate da metodi di riscossione discutibili e da sanzioni che rasentano l'usura, ma la colpa non è di Equitalia, bensì è del legislatore  che ha concepito quelle regole (Tremonti è stato l'architetto di questa impalcatura mostruosa), Equitalia non fa altro che applicare la legge.

Colpire gli evasori è una priorità ed è anche un'ovvietà  ribadirlo, ma servono strumenti agili che permettano allo Stato di continuare a riscuotere i tributi, se infatti le azioni coattive dello Stato diventano inutili perchè il credito diventa inesigibile il risultato può essere disastroso. Vi sono una miriade di piccoli artigiani che evadono sistematicamente il fisco e non subiscono controlli perché gli importi evasi sono "apparentemente" modesti, ma non emettere solo tre fatture al giorno da 30 euro significa evadere 90 euro in una sola giornata. La cifra diventa mostruosa quando questo "piccolo importo" viene moltiplicato per un numero consistente di contribuenti "infedeli", è qui che si annida l'evasione più insidiosa e pericolosa perchè viene sottovalutata in quanto ritenuta non meritevole di attenzione.

Questo è il motivo per cui è prioritario il controllo del territorio così come avviene in Germania o negli Stati Uniti, il recente blitz degli ispettori del fisco a Cortina (31.12.2011 per chi legge) ha dimostrato nei fatti che gli evasori esistono, nonostante molti "soliti noti" abbiano parlato a torto di "Stato di polizia", ma il legittimo bisogno di controllo da parte dello Stato non c'entra niente con la possibilità di fare impresa. Così come non esiste l'imprenditore antropologicamente evasore esistono imprenditori che fanno di tutto per non pagare le tasse, poi (è una realtà molto diffusa) ci sono molti dipendenti che non è vero che non evadono. La piaga del secondo lavoro esiste tra molte categorie che non rientrano tra i sospettati. Forse sarebbe bene che lo Stato ribaltasse l'ordine delle cose da fare e dedicasse del tempo anche a queste categorie che apparentemente evadono poco, quando però il poco è perseguito da tanti finisce coll'assumere proporzioni gigantesche.


 

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Published by Passieno - in Società
3 gennaio 2012 2 03 /01 /gennaio /2012 07:47

Una nota azienda italiana che produce calze ha deciso da tempo di spostare la produzione in Romania, tale decisione è stata presa esclusivamente per ragioni di ordine economico in quanto gli operai rumeni sono pagati pochissimo.

Continunuando di questo passo molti imprendintori italiani stanno portando a termine il processo di cinesizzazione della loro impresa che dovrebbe garantire loro il massimo profitto, ma purtroppo (per loro) quando ritornano in Italia a vendere i loro prodotti trovano un paese depresso dove disoccupati e cassa integrati non possono più acquistare.

Questi imprenditori italiani che pensano di essere dei geni dell'economia, mal consigliati da pianificatori privi di scrupoli hanno preso dalla comunità che ha permesso loro di prosperare e fare profitti e pretendono di ritornare in Italia come se niente fosse.

Il mercato però si rivolta e non fa sconti a nessuno e anche loro si dovranno prendere la loro buona quota di crisi perché non possono vendere i loro beni nei paesi in cui li producono nè nel paese d'origine che hanno contribuito a fare diventare povero.

Che lungimiranza e che straordinaria capacità di fare impresa dimostrano costoro domenticando la lezione di un tycon dell'economia come Henry Ford il quale sosteneva che i primi che dovevano acquistare le autovetture prodotte nei suoi stabilimenti erano proprio gli operai che le avevano fabbricate.

Ma Ford era Ford e di economia ed impresa ne capiva!!

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Published by Passieno - in Società
2 gennaio 2012 1 02 /01 /gennaio /2012 19:10

Ancora una volta bisogna assistere ai discorsi istituzionali che dovrebbero dare coraggio ai cittadini, ma purtroppo l'amarezza serpeggia tra i più che non ascoltano neanche più queste ritualità oramai lontane anni luce dalle reali condizioni di vita che esistono in buona parte del nostro Bel Paese.

L'anno 2012 si apre con la stangata della benzina, alcune Regioni hanno preso la palla al balzo per aumentare l'addizionale di ben 5 centesimi gravando ulteriormente sulle tasche dei cittadini, mentre dall'altra parte la disoccupazione aumenta e si rafforzano le caste degli ultraprotetti da tutto e da tutti.

Un paese dove non si fanno figli perché i giovani non hanno un lavoro (spesso neanche precario) è destinato a soccombere, l'Italia è ormai un paese di vecchi e prostatico dove l'unica cosa che per molti conta è la pensione. Ogni classe politica esiste perchè trae legittimità dal consenso popolare e in Italia, molti hanno la responsabilità di aver taciuto e condiviso su tutto.

La speranza è che passi una generazione che ha solo preso e poco ha dato, sarà un fatto naturale sicuramente lungo prima che arrivi alla fase finale, ma non c'è alcuna possibilità viste le resistenze al cambiamento di tutte le "corporazioni" e di tutte le caste, non solo quelle politiche.

Mala tempora currunt ma passerà. Buon anno ma non lo sarà per tutti!!

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Published by Passieno - in Società
1 gennaio 2012 7 01 /01 /gennaio /2012 07:38

  casablanca-dvd.jpg

 

    IL FILM CULTO PER ECCELLENZA

Finalmente è possibile vedere delle copie restaurate di un film che non può mancare nella cineteca personale di un cinefilo: Casablanca.
Per chi ama la storia del cinema è impossibile non annoverare Humprey Bogart e Ingrid Bergman tra i giganti di ogni tempo e il film, in particolare, come  una pellicola struggente, tenera e commovente che sembra non essere affatto scalfita dal tempo. Di Casablanca è stato scritto così tanto che si potrebbe riempire una biblioteca, voglio trasmettere a chi legge le mie impressioni e trasmettere le sensazioni che ancora provo guardando questo film..
Evito pertanto di parlare della trama in quanto tutte le notizie sono presenti su internet e sarebbe superfluo ed inutile riportarle.

BUONI MOTIVI (per vedere o acquistare il DVD)

*I protagonisti: potrebbe essere scontato ma i nomi dei protagonisti sono scolpiti nella memoria di chiunque abbia una conoscenza media della storia del cinema, Humprey Bogart e Ingrid Bergman, tralascio le aggettivizzazioni, rappresentano la quintessenza dell'attore e dell'attrice, ogni immagine , ogni scena rappresentano l' "agere" nel senso etimologico della parola, fanno muovere, spingono la trama e lo spettatore coinvolgendolo nel movimento delle scene stesse del film.
Humprey Bogart è con la sua faccia quello che non è più l'uomo, il maschio per eccellenza: un volto antico che sa di dopobarba e di brillantina e che riempei lo spazio scenico con la sua stessa presenza.
Niente orecchini da pirata dei Caraibi, asciutto,  elegante, con una giacca bianca e un paio di calzoni impeccabili che sembrano appena usciti da una stireria, nessuna ipocrisia, nessuna mistificazione anche quando recita e sostiene la parte di chi deve mentire per necessità.

Ingrid Bergman:è la donna in assoluto che appare tale anche quando come pretesto parla di altro che non sia sentimento o amore. Il volto stesso della Bergman è quello di una donna che non ammicca, che non ha bisogno di mostrarsi nè di mostrare nudità accessorie del tutto inutili, il corpo stesso è sensualissimo senza mostrare nulla, assolutamente nulla, la Bergman è tutto ciò che c'è nell'immaginario maschile  e che sollecita la componente emotiva più recondita.
È donna antica la Bergman in "Casablanca", è la donna della tragedia greca e del dramma che non è accessorio della "skenographia" ma domina la scena con i suoi silenzi, i suoi sguardi, non ha bisogno del colore è essa stessa colore (3 premi Oscar non sono un caso!!!).
Indelebile l'immagine di Ilsa Lund Laszlo ( Ingmar Bergman) davanti a Rick Blanine (Humprey Bogart) uno davanti all'altro...
Indelebile l'immagine di Ingrid Bergman quando si suona "As time goes by".
Impressa quasi incisa nella memoria la scena del bacio....quanta sensualità in quel bacio che racchiude tutto quello che c'è di migliore nel rapporto uomo e donna.

*Cinematografo: La grande innovazione del cinema è nella riproduzione dell'immagine in movimento, originariamente con questo termine si pensava ad indicare l'immagine in movimento ma quando l'immagine si fermava, il fotogramma viveva come se fosse isolato dal contesto...ogni immagine del film, se fermata è una fotografia a sè che non ha bisogno di collegarsi nè al prima nè al dopo.
Il film più difficile che sia stato mai realizzato è quello muto, la forza non è il dialogo ma sono le inquadrature, le scene, le sequenze...è lo sguardo che parla, i primi piani, le carrellate, predomina il pensiero...su tutto.
Casablanca ha il sonoro ma ha la forza del cinema muto!!

*I coprotagonisti: le comparse sonpo collaboratori preziosissimi che suscitano simpatia ed affezione, Paul Henreind che  interpreta il marito di Ilsa (Ingrid Bergman) è perfetto, non è divo ma la tipologia del personaggio interpretato gli si appiccica adosso perfettamente e la sua voce doppiata in italiano da Ennio Cerlesi ( lo stesso che dava la voce a John Waine) non sembra essere assolutamente in soggezione con un Bogart sempre padrone della scena.
Conrad Veindt che interpreta il ruolo del maggiore nazista Strasser è perfetto, è il cattivo per eccellenza, è quello che sarò Lee Van Cleef in molti film del genere western, una prova d'attore di razza che non si è mai abbandonato al divismo.

*I riferimenti storici: è un film che non potrebbe esistere se non ci fosse nello sfondo la guerra, la Germania nazista, la Francia del maresciallo Petain, gli Stati Uniti e la resistenza, sul piano tematico pur nella complessità e contradditorietà che caratterizzò quell'epoca il rapporto con il contesto storico è stretto e  il film non può essere definito un film d'evasione anche quando si affronta lo spessore minuto dei fatti.

*L'impegno morale: è l'altro tema di fondo del film, Rick è disposto a fare il doppiogiochista quando si tratta di salvare delle vite, l'impegno morale alimenta gli stessi valori e gli stessi valori respirano  l'atmosfera di grande tensione dando origine a una dimensione tragica unica e non facile da rinvenire nelle opere moderne.

*Il linguaggio: Molte delle frasi celebri del film noi le conosciamo in italiano e nonostante la traduzione non si perde il fascino della frase ad effetto, di quelle frasi che entrano nel linguaggio comune e che si ripetono anche senza conoscere chi le ha pronunciate e quando sono state pronunciate: "Provala ancora, Sam....."

*Piano tecnico: è straordinario vedere come un film in bianco e nero riesca ad essere così attraente, l'assenza di colore valorizza l'aspetto fotografico e recitativo del film, le inquadrature sono tutte significative, il primo piano predomina..si sfiora il sublime.

*La poesia: nessuna volgarità a cui abbandonarsi, i valori celebrati sono l'amore, l'amicizia,la nobiltà d'animo, idisvalori descritti sono il cinismo, il doppiogiochismo, l'infedeltà, il vizio, la crudeltà....due facce della stessa medaglia.

*L'eroismo. è raccontato senza indulgere nella retorica, Rick è l'antieroe per eccellenza che non solo paga di persona per le sue scelte ma si macchia suo malgrado di un omicidio che non avrebbe voluto commettere.

*Musiche: Vanno ascoltate..non raccontate.

Conclusione:

Curioso come la storia a volte segua dei percorsi obliqui: il cinema è oggi un'industria che per vivere ha bisogno di idee e novità, la tecnologia e gli effetti speciali predominano ovunque, volti anonimi di attori e attrici da protagonisti spesso finiscono col diventare comparse, i film invecchiano precocemente..pochi sono i capolavori......CASABLANCA DIVENNE UN CAPOLAVORO SOLO CON DELLE LOCANDINE!!!

DVD. è reperibile on line presso la distribuzione specializzata, consiglio ai cinefili di non riprodurre il film in copia in quanto l'originale è pregevole anche per la copertina che riproduce una delle più celebri locandine di tutti i tempi............................

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    Sino al 1492 esistevano in America delle genti chiamate genericamente Amerindie (aztechi, maya, toltechi etc.) che costituivano il patrimonio umano e culturale di quelle terre. Sappiamo come le cose sono andate dopo quella data, da quel momento è iniziato...
  • Il ritratto di Dorian Gray - Oscar Wilde
    Letteratura, cinema e teatro, un ritratto che non invecchia. Il ritratto di Dorian Gray è un classico della letteratura, almeno così viene definito e ogni volta che si deve usare questa espressione bisognerebbe farlo con una certa riluttanza perché c'è...
  • Filosofi: Bruno Giordano
    VITA, OPERE Giordano Bruno (Nola, 1548-1600), entrò a diciotto anni a far parte dell'Ordine dei Domenicani nei confronti del quale mostrò insofferenza per la disciplina e per l'indirizzo culturale. Nel 1576 abbandonò l'Ordine perché sospettato di posizioni...
  • Poco o niente. Eravamo poveri. Torneremo poveri - Giampaolo Pansa
    Pansa ha la capacità di saper leggere la realtà e non semplicemente di interpretarla, la sua "narrazione" suscita stupore ed è sempre spiazzante e al di là del fatto che i suoi libri riescano a raggiungere i primi posti delle classifiche dei libri più...

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