Possiamo definire la remissione del Cristianesimo come svolta costantiniana riguardo alla fede e alla professione cristiana, a tale riguardo vi sono i giudizi degli storici contemporanei e di quelli antichi. Uno degli storici antichi che ne parla è San Girolamo che, a Betlemme dopo avere fondato un monastero, scrive una lettera ad una sua figlia spirituale e ad un certo punto lascia l'argomento che stava trattando e apre una parentesi sulla condizione del Cistianesimo e del paganesimo alla fine delle persecuzioni «Il Campidoglio una volta dorato è ormai immerso nello squallore, tutti i templi sono coperti di fuliggine e di ragnatele, la città si muove dalle sue abitazioni e il popolo in folla passa indifferente di fronte ai santuari mezzi cadenti per correre alle tombe dei martiri, il paganesimo è abbandonato persino in Roma e quelli che erano un tempo gli dei delle genti sono stati relegati nei comignoli fra le civette e i gufi, i destini dei soldati sono dati dalla croce, l'immagine del patibolo da cui è venuta la salvezza, orna la porpora dei re e le corone di gemme, anche Serafide in Egitto si è converito al Cristianesimo. Abbiate Marna piange chiuso nel suo tempio che può anche essere demolito. Dall'India, dalla Persia, dall'Etiopia, accogliamo ogni giorno schiere di monaci, l'arciere da deposto le sue frecce, gli Unni invadono il Partenio, il freddo della Scizia è sciolto dal calore della fede, l'esercito dei Goti biondi e rossicci è accompagnato dalle insegne della Chiesa etc... ».
Prima di San Girolamo Eusebio di Cesarea che ha scritto una fondamentale Storia della Chiesa e la Vita di Costantino, aveva pure esaltato con entusiasmo il trionfo del Cristianesimo e l'apporto che Costantino aveva dato alla Chiesa, scrive Eusebio a tale proposito: «Cantiamo il cantico nuovo perchè siamo stati stimati dentro di vedere e celebrare cose che prima di noi, molti relamente giusti e martiri di Dio desideravano vedere e non dirlo, desideravano dire e non dicono, tutti gli uomini erano ideati dall'oppressione, ogni luogo rincominciava e rivivere, le chiese nuovamente si ergevano dalle rovine, imperatori supremi con continue leggi promulgate a favore dei cristiani estendono e pomtificano la grazia che la divina liberalità ha elargito, i Vescovi ricevevano onori di denaro dall'imperatore ».
Eusebio sottolinea i meriti di Costantino nei confronti della Chiesa, soprattutto in occasione del Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico, convocato nel 325 dallo stesso Costantino, meriti che consistono nell'aver sostenuto le spese per trasportare i vescovi sia per lo svolgimento delle discussioni, sia per applicare le decisioni che vengono prese. I contemporaei quindi giudicarono con entusiasmo la svolta costantiniana, a questo ottimismo si contrappone il giudizio di buona parte della storiografia attuale, per esempio uno storico moderno, il D'Avack, ha ritenuto che l'appoggio statuale alla Chiesa «fu quanto di più dannoso e pericoloso potesse capitare alla Chiesa », ossia ebbe un'influenza nefasta e corruttrice sulla Chiesa. Secondo questo storico proprio a causa del protezionismo statale voluto da Costantino e che si protrarrà per secoli, alcune comunità orientali crollarono con il primo contatto con l'Islam. Sono bastati quindi due secoli di protezioni statali per atrofizzare queste comunità cristiane in maniera completa, questa tesi è stata esposta da Pietro Agostino D'Avack nel libro “Il problema storico-giuridico della libertà religiosa”.
Un giudizio negativo sulla cosiddetta svolta costantiniana lo abbiamo nella Storia del Cristianesimo di Ernesto Buonaiuti il quale osserva che « i Cesari si sono converti al Cristianesimo però per riflesso il Cristianesimo si è convertito al Cesarismo », in altre parole, secondo il Buonaiuti la fede cristiana è diventata uno strumento del potere cooperando con il nuovo regime imperiale instaurato da Diocleziano. Il Cristianesimo si è allontanato sempre più dal suo spirito primitivo, si è modernizzato, una mutazione questa che si è verificata proprio con Costantino che rappresenta una tappa fatale per la storia del Cristianesimo e che costituisce il passaggio da una religione che separava i valori della sfera politica da quella religiosa, negando la preminenza a quella della politica e fondando quelli della sfera religiosa sull'amore. Una religione prona ap potere politico è una religione strumentalizzata e influenzabile che si riduce ad adoperare quei mezzi che sono propri dell'attività politica.
Per Buonaiuti la svolta costantiniana è una rivoluzione involutiva per la Chiesa che regredisce invece di evolversi. Ad una Chiesa povera, senza appoggi statali, fondata solamente sulla forza della verità e sull'efficacia della Grazia, pronta a dare la vita e a non usare violenza, succede con la svolta costantiniana, una Chiesa ricca, appoggiata dallo Stato ma nel contempo strumentalizzata dallo Stato stesso e anche incline a usare pressioni fisiche a sostegno della verità.