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"Avere o essere?" ( Il titolo originale porta il punto interrogativo) è un saggio filosofico sociologico che non è rivolto ad un ristretto pubblico di specialisti ma può essere affrontato anche da un vasto numero di lettori per l'acutezza con cui vengono analizzati aspetti comportamentali che coinvolgono tutti: il desiderio di possesso di oggetti inutili, il desiderio di potere, l'avidità e l'egosimo; oltre al desiderio di possedere Fromm analizza l'essere come modalità comportamentale che coinvolge la condivisione, l'amore, la generosità, l'attività del fare, un'attività creativa e costruttiva che rappresenta la parte positiva di ciascun individuo.
Quando Fomm parla a proposito di essere ed avere, di aut-aut, giustamente osserva che questa non è un'alternativa che si impone al comune buon senso, intendendo per comune buon senso il sentire condiviso e convissuto dalla maggior parte delle persone.
Proprio da questa osservazione parte l'interrogativo che ad oggi rimane ancora insoluto: come si può in una cultura dove vivere bene significa avere più oggetti, esserci un'alternativa?
Anzi specifica facendo un'osservazione che invita a riflettere:
"...può esserci un'alternativa tra avere ed essere? Si direbbe, al contrario,
che l'essenza vera dell'essere sia l'avere; che se uno non ha nulla, non è nulla"
Eppure, osserva acutamente Fromm, proprio su questo aut-aut i grandi "Maestri di Vita" ( usa proprio questa espressione) hanno costituito il nucleo del loro pensiero e delle loro predicazioni:
- Budda sosteneva che non dobbiamo avere possessi se vogliamo aspirare al grado massimo a cui l'uomo può arrivare nel corso della sua evoluzione.
- Gesù diceva:
"Perchè chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per me , colui la salverà. Infatti che giova all'uomo l'aver guadagnato il mondo intero, se poi ha perduto o rovinato se stesso? (Luca, IX, 25-25)
- Mastro Eckart asseriva che bisogna essere vuoti per raggiungere il massimo delle ricchezze spirituali.
- Marx sosteneva che ci dobbiamo porre come obiettivo quello di essere molto, non di avere molto.
Fromm, proprio partendo da questi celebri aut-aut osserva che il termine avere è un termine equivoco perchè non c'è nessuno che non ha niente, ogni essere umano ha qualcosa, vivere senza niente è impossibile, perchè allora, l'avere deve essere visto come un problema?
Fromm fa inoltre un'osservazione molto acuta quando cerca il nesso dell'origine semantica del termine avere nelle varie lingue: non in tutti gli idiomi esiste il termine avere o perlomeno solo in un secondo momento si è imposto questo termine e si è imposto con l'affermarsi della proprietà privata come esclusiva e non come possesso d'uso funzionale.
Più complesso è il concetto intorno all'essere e qui è veramente dotta e acuta l'analisi che Fromm sui vari significati che essere può assumere, ma ciò che risulta particolarmente interssante è quanto dice sul consumatore .
"I consumatori moderni possono etichettare se stessi con questa formula: io sono= ciò che ho e ciò che consumo.
Le osservazioni linguistiche di Fromm sono molto interessanti perchè la riflessione sulla lingua ci può portare anche a delle importanti conclusioni di carattere sociologico e filosofico dischiudendo tante apparenti certezze e valori sul rapporto uomo mondo.
La tesi di Fromm è anche un augurio, una speranza di vedere un giorno un nuovo modo di porsi dell'uomo sia nei confronti della società che nei confronti della natura, dove l'essere nel suo significato profondo possa essere al centro dei valori condivisi e convissuti.
"L'arte di amare" è un saggio breve in cui quasi scientificamente Fromm affronta il tema dell'amore volendo dimostrare che l'amore è un'arte, un termine che può avere molti significati ma Fromm usa questo termine nel significato di tecnica che deve essere appresa " con sforzo e saggezza".
Amare è un'arte che deve essere appresa con coraggio, umiltà, spirito di dedizione e molta pazienza; amare non è un'infatuazione ma un sentimento profondo che implica una grande maturità da parte dell'individuo, senza disciplina ( interiore) non si può amare veramente e in maniera profonda.
"Anima e società" è un saggio di Fromm dove sono esposte in maniera organica alcune delle tese già esposte nei precedenti saggi ma dove la tesi di fondo è la speranza dell'affermarsi di una società più umana che sia profondamente diversa da tutto quello che di repressivo blocca l'uomo impedendone un suo autentico sviluppo.
Questo può avvenire solo dando ascolto alle componenti più autentiche dell'uomo, quelle spirituali che sono la comprensione degli altri, la generosità, l'amore e la giustizia...
E' chiaramente una visione questa di Fromm che va letta in chiave psicoanalitica dove lo stesso termine anima non ha il significato a cui normalmente alludono le grandi religioni, anzi la religione stessa è vista come un momento di repressione e di concentrazione di potere che invece di liberare le energie positive dell'anima, le comprime, le combatte, finendo con il fare emergere spesso la parte più negativa del'individuo invogliato più alla repressione che all'espressione.
La riproposizione di Fromm non può essere una semplice curiosità letteraria ma un momento in cui è possibile lavorare su se stessi, specialmente per quello che riguarda l'amore, un sentimento troppo banalizzato in chiave di avere o sviluppato secondo un concetto di amore che nella società dei consumi finisce coll'assomigliare ad un abito privo di qualsiasi sostegno morale.
Il titolo del libro non si riferisce ad un'opera unica ma a tre saggi scritti da Erich Fromm e raccolti in tre volumi editi dalla Mondadori nel 1999, ecco la:
SCHEDA DEL LIBRO
Autore: Erich Fromm
Titolo: Avere o essere-L'arte di amare-Anima e società
Anno di pubblicazione: 1999 (Volumi 3)
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Saggi
ISBN: 8804470836ISBN 13: 9788804470830