17 maggio 2014
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Pasquale Galluppi
Abbiamo visto (¹) che Galluppi ritiene la ragione il discrimen tra uomo e animali e che il primo, grazie alla sua intelligenza, domina i secondi.ma l'uomo - egli aggiunge- signoreggia non solo sugli animali ma anche sulle cose insensibili. Galluppi per spiegare questo concetto fa l'esempio del pane; il pane non è altro che farina impastata con acqua e sale,. La farina è ricavata dal grano, ma l'uomo non è capace di produrre (nel senso di creare) il grano ma è in grado di moltiplicarlo secondo le sue necessità: prepara la terra, la ara e grazie all'aiuto del calore e dell'acqua piovana, raccoglie i fili di grano che mette da parte formando i covoni dentro i quali vi sono le spighe e la paglia. L'uomo a questo punto porta il grano nell'aia e lo trebbia e così facendo separa il grano propriamente detto dagli altri corpi estranei. Dopo di che l'agricoltore rincomincia il ciclo seminando dei granelli di grano. Se si domanda all'agricoltore perché fa tutto questo, egli risponderebbe che lo fa perché vuole nuove piante di grano, la stessa domanda si può rivolgere per la mietitura e la trebbiatura e l'agricoltore risponderebbe che vuole del grano puro per produrre farina dalla quale ricavare il pane o per vendere il grano.
L'esempio illustrato da Galluppi è ancora una volta chiaro e consente di comprendere il significato di mezzo, ritornando all'agricoltore questi vuole una cosa per ottenerne un'altra «la cosa, che si vuole per ottenerne una'altra, si chiama mezzo; la cosa che si ottine si chiama fine». Tra fine e mezzo vi è una stretta relazione sul piano logico e temporale in quanto è il mezzo che determina il fine o, in altre parole che permette di raggiungere il fine. Ciò che produce una cosa si chiama causa e ciò che è prodotto si chiama effetto. Il fine è quindi un effetto mentre il mezzo è la causa. Tuttavia la distinzione di causa ed effetti è un procedimento di distinzione che fa il pensiero in quanto può accadere che un fine possa fungere anche da mezzo o viceversa. Galluppi parla di «catena di mezzi, e di fini, di cause, e di effetti» e insegna che solo l'uomo è in grado di conoscere le relazioni tra fini e mezzi e tra cause ed effetto e quindi di dominare le cose; solo l'uomo è infatti in grado di piantare, coltivare e raccogliere il grano da cui ricava la farina per fare il pane.
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NOTE
(1) Si consulti a riguardo Differenze tra uomo e animali ne "La Logica Pura" di Pasquale Galluppi qui pubblicato
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Filosofi: Galluppi Pasquale
17 maggio 2014
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PASQUALE GALLUPPI
La Logica Pura di Pasquale Galluppi consta di cinque capitoli e fa parte dell'opera Elementi di Filosofia, un'opera pubblicata nel 1827 e che poi giunta alla terza edizione nel 1834, venne ampliata ed aggiornata secondo gli intendimenti dell'autore. Nella stesura di quest'opera, l'obiettivo del Galluppi era quello di dare uno strumento agile e chiaro utile alla formazione dei pensatori, in sintesi il contenuto dei singoli capitoli è il seguente:
- Primo capitolo: distinzione fra cognizioni pure e cognizioni empiriche;
- Secondo capitolo: analisi della filosofia critica kantiana e in particolare dei giudizi sintetitici a priori, detta analisi ha l'obiettivo di chiarire l'influenza nel linguaggio nella formazione del pensiero;
- Terzo capitolo: esame del pensiero speculativo fondato sul principio di identità;
- Quarto capitolo: «distinzione fra l'ordine delle nostre idee e quello della deduzione delle nostre conoscenze»;
- Quinto capitolo: Determinazione delle leggi che regolano il metodo analitico e quello sintetico.
CAPITOLO PRIMO, LA DIFFERENZA TRA L'UOMO E GLI ANIMALI
Galluppi procede adottando un metodo analitico ricco di esempi chiari e comprensibili, il primo esempio riguarda la sensazione che è una peculiarità dell'uomo, se -insegna Galluppi- percuotiamo una pietra o un pezzo di legno entrambi, essendo oggetti inanimati, non sentono dolore, al contrario tutti gli esseri viventi tra cui l'uomo avvertono il dolore se vengono percossi. La natura si divide quindi in due grandi categorie: gli Esseri sensitivi e gli Esseri non sensitivi. Galluppi ritiene che la differenza tra gli esseri sensitivi e gli esseri non sensitivi dipenda dal fatto che nei primi è presente un'Anima che permette di avvertire le sensazioni, infatti gli esseri sensitivi vengono anche denominati esseri animali nel senso che hanno un'anima, gli animali quindi sono quegli esseri che hanno un corpo e un'anima capace di sentire sensazioni, ma ciò che fa la differenza tra un essere sensibile come l'uomo e, ad esempio un altro essere sensibile come il cavallo. è la natura dell'anima. L'uomo rispetto al cavallo sa apprendere, leggere, scrivere, ragionare, è quindi la Ragione l'elemento che costituisce il confine tra l'uomo e gli animali che possono essere definiti anche esseri irrazionali, mentre l'essere umano è un animale razionale o ragionevole e nel contempo sensitivo. L'uomo quando ragiona esprime un giudizio che a sua volta viene dedotto da altri giudizi. Il razionicinio e la capacità esprimere giudizi fanno sì che l'uomo domini gli altri animali che quanto a forza bruta possono essere anche superiori all'uomo ma non quanto ad intelligenza. A tal proposito Galluppi annota « Il bove è un animale che ha una forza superiore a quella dell'uomo, nondimeno l'uomo lo domina, gli fa arare la terra, l'impiega al carro per fargli trasportare de' corpi molto pesanti e lo fa' così servire ai suoi fini, l'uomo dunque domina sugli altri animali sulla terra, non già per la forza del suo corpo; ma per la ragione che regola i moti del suo corpo».
Continua su:
Causa, effetto, fine e mezzo ne "La Logica" di Pasquale Galluppi
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Filosofi: Galluppi Pasquale
15 maggio 2014
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20:57
PASQUALE GALLUPPI
Pasquale Galluppi è stato, insieme al Rosmini e al Gioberti uno dei maggiori esponenti dello Spiritualismo Italiano il cui ambizioso compito fu quello di revisionare criticamente il pensiero europeo rivalutando la filosofia come scienza delle scienze il cui valore normativo ed etico doveva essere sorretto dalla trascendenza divina. Galluppi evidenzia quelli che a suo parere erano i principali errori del pensiero europeo arrivando a queste conclusioni:
Cartesio che creando la realtà invece di scoprirla finì coll'identificare il valore logico con la realtà ontologica, inoltre Cartesio negando l'importanza dell'esperienza non seppe cogliere l'oggettività della percezione degli oggetti esteriori costruendo una filosofia priva di ogni contatto con la realtà senisbile.
Malebranche portò alle estreme conseguenze la filosofia cartesiana approdando ad un inconcludente monismo spinoziano.
Spinoza negò ogni ruolo dell'esperienza concependo una natura a priori che condusse il razionalismo al panteismo. L'errore di Locke fu -secondo il Galluppi- quello di avere spianato la strada all'empirismo le cui
estreme conseguenze si sono viste in una forma di empirismo mostruosa come quella teorizzata da Helvetius.
Galluppi non risparmia le critiche a Condillac, Hume e Berkeley, il primo ha condotto l'empirismo alla deriva del sensualismo, Hume invece ha condotto l'empirismo verso posizioni scettiche mentre Berkeley partendo dalla negazione dell'esperienza è approdato ad un idealismo dogmatico.
Kant è un condensato degli errori precedenti che lo porta ad elaborare un soggettivismo trascendentale che non sono altro che uno scetticismo e un empirismo mascherati.
Hegel, Fichte e Schelling costruiscono il loro idealismo derivandolo direttamente da Kant ed approdando ad un nichilismo inconcludente e difficile da comprendere a causa dell'utilizzo di termini astrusi e di concetti indecifrabili.
Galluppi bolla i pensieri di questi tre filosofi come un delirio che merita compassione non solo per le loro filosofie indecifrabili ma anche perché negando la realtà individuale non danno una soluzione alla problematica gnoseologica.
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Filosofi: Galluppi Pasquale