Windelband richiamandosi all'idea fondamentale di Kant (la filosofia come indagine critica), stabilisce un legame tra critica della conoscenza storica e riconoscimento dei valori.
Per l'elaborazione della sua teoria Windelband introduce la distinzione tra giudizi e valutazioni, la necessità di avere dei criteri di valutazione universalmente validi è il presupposto per avere una comprensione compiuta ed oggettiva dell'agire umano.
Tutte le proposizioni che esprimiamo si distinguono in due classi: i giudizi e le valutazioni; tra i due termini, nonostante l'apparente identità grammaticale, vi è una differenza. Nei giudizi "viene espressa la connessione tra due contenuti rappresentativi", neile valutazioni "è espresso un rapporto della coscienza giudicante con l'oggetto rappresentato".
Per spiegare questo concetto Windelband fa questo esempio: tra le proposizioni "questa cosa è bianca" e "questa cosa è buona" vi è una differenza in quanto nella prima il predicato viene espressa una determinazione compiuta in sè ricavata dalle qualità del contenuto, mentre nella seconda invece si esprime una valutazione che non accresce la conoscenza di un oggetto ma si esprime un sentimento di approvazione.
In sintesi:
- Con i giudizi si esprimono le caratteristiche dell'oggetto;
- Con le valutazioni si esprime l'accordo o il disaccordo da parte della coscienza che le rappresenta.
In questa distinzione sussiste una difficoltà legata alle valutazioni in quanto "una valutazione non contribuisce affatto alla comprensione dell'essenza dell'oggetto valutato".
Prima di dare una valutazione su questo o quell'oggetto, è necessario una rappresentazione oggettiva compiuta in sè dell'oggetto stesso.
La distinzione tra giudizi e valutazioni si può comprendere sul piano logico se si effettua una combinazione tra i due elementi; quando il nostro pensiero esprime dei giudizi a questi seguono immediatamente delle valutazioni di approvazione o disapprovazione in base alle quali ogni asserzione positiva viene ritenuta come vera, mentre ogni asserzione positiva "implica l'opinione che quel giudizio già espresso, o di cui si teme la formulazione dev'essere ritenuto falso".
Per Windelband la distinzione tra giudizi e valutazioni riveste una fondamentale importanza per determinare la filosofia come scienza particolare differenziata rispetto alle altre scienze che già posseggono l'oggetto, mentre nella filosofia l'oggetto "è costituito invece dalle valutazioni".
Le scienze particolari in quanto scienze storiche o descrittive formano dei giudizi attribuendo a determinati oggetti delle caratteristiche, delle azioni o delle connessioni con altri oggetti, sotto questo punto di vista alla filosofia non rimarrebbe niente da fare in quanto non è una scienza descrittiva, nè una scienza esplicativa, nè una scienza matematica.
Il campo in cui si eplica l'attività della filosofia è quello delle valutazioni, ma nel rapporto con esse deve mantenersi autonoma, dice a tal proposito Windelband:
"La filosofia non deve nè descrivere nè spiegare le valutazioni: questo è compito della psicologia e della storia della cultura".
La filosofia deve e può stabilire una determinazione di valore assoluta in base alla quale si può distinguere il vero dal falso e questo a prescindere dalle valutazioni legittime che ognuno può esprimere dal proprio punto di vista.
Una volta stabilito che cosa non rientra nell'ambito dell'indagine filosofica, Windelband afferma che le scienze filosofiche propriamente dette sono tre:
- la logica;
- l'etica;
- l'estetica.
Determinato l'oggetto della filosofia qual'è il metodo scientifico che bisogna adottare e cosa si deve intedendere per valutazione che ha una validità universale?
Waldeband puntualizza che non è affatto importante che la falsità o la verità di una rappresentazione sia riconosciuta da tutti:
"La validità universale di cui qui si tratta non è una validità di fatto, bensì ideale; non è una validità reale, ma una validità che dovrebbe essere".
In altre parole la validità universale non è una necessità dell'essere costretti ma è la necessità del dover essere.
Se la filosofia ha questo compito non è necessario che la validità universale di una rappresentazione venga stabilita dalla massa o dalla maggioranza che non sono un tribunale difronte al quale si stabilisce il valore assoluto.
Sorge allora una domanda: chi stabilisce che una rappresentazione ha validità universale? Dal punto di vista kantiano il filosofo riflette sulla coscienza normale di ogni singolo uomo individuando attraverso l'indagine critica i valori "a cui inerisce la necessità della coscienza normale".
LA FILOSOFIA COME SCIENZA DELLA COSCIENZA NORMALE
La definizione di filosofia come scienza della coscienza normale è il punto conclusivo a cui giunge Windelband dopo un lungo ragionamento, la filosofia penetra nella coscienza empirica per individuare quali siano i punti in cui emerga la validità universale normativa in quanto essendo essa stessa un prodotto della coscienza empirica si basa sulla convinzione che vi siano dei valori della vita umana che possano essere validi per tutti.
Se all'espressione "filosofia come scienza della coscienza normale" sostituissimo l'espressione "filosofia scienza della ragione", si avrebbe una comprensione immediata e più diretta dal punto di vista del linguaggio comune anche se Windelband preferisce rinunciare a questa definzione in quanto -puntualizza- il termine "ragione" è stato impiegato con accezioni così differenti che fnirebbe col generare equivoci e fraintendimenti di ordine logico.
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Wilhelm Windelband: Che cos'è la filosofia