FRANTUMO' TUTTI I VALORI DEL PASSATO
*Premessa
Con un discreto imbarazzo parlo di Filippo Tommaso Marinetti, soprattutto considerando il fatto che la lettura delle sue opere meriterebbe non una veloce ricognizione ma un'attenta analisi e così meriterebbero un giusta attenzione molti dei fatti salienti della sua vita unica e speciale fatti che andrebbero inquadrati all'interno di un quadro generale che è non solo letteratura ma arti figurative, architettura e persino la musica.
Lo spazio breve di un articolo può essere un omaggio ma non può avere la pretesa di essere esaustiva soprattutto se ci si prefigge di andare al di là dei meri dati biografici reperibili altrove.
Cercherò pertanto di cogliere l'essenzialità affinchè sia propedeutica per coloro che vogliano accostarsi all'opera di Marinetti e comprendere lo spirito non solo politico ma anche culturale dell'italiano Filippo Tommaso Marinetti e vorrei quindi soffermarmi proprio sull'aspetto dell'italianità di una figura di intellettuale sui generis che ha inciso profondamente su molti aspetti non solo squisitamente letterari ma anche di costume, contribuendo, in taluni casi a creare una mentalità di cui ancora oggi, in parte, se ne possono vedere i seppur sbiaditi effetti.
IL FUTURISMO DI MARINETTI QUALE AVANGUARDIA POLITICA
Parlando del'italianità di Marinetti è inevitabile parlare di quello che ha rappresentato anche sul versante politico del primo Novecento, per molto tempo nei confronti di Marinetti è calata una sorta di "damnatio memoriae" per la sua adesione al fascismo, il pregiudizio "ad excludendum" di cui si è macchiata una buona parte dell'èlites intellettuale del dopoguerra, non fa onore alle intelligenze critiche perchè la complessità della storia, dei movimenti culturali e delle epoche non si può ridurre a una chiave di lettura che giudica solo in base alle adesioni politiche.
Marinetti è perfettamente calato in quel periodo di formidabili cambiamenti che è stato il primo Novecento, negarlo significa non conoscere la storia; in quel periodo di fermenti politici, intellettuali e culturali, il vecchio mondo era rappresentato da tutte le forze e le forme reazionarie che difendevano il passato e in principio era impossibile fare distinzioni entro quel magma ideologico di ansia rinnovatrice che permeava le avnaguardie politiche e culturali italiane.
Socialismo rivoluzionario, massimalismo e sindacalismo spesso si incontravano con il nazionalismo ma dall'altra parte c'era il mondo borghese che non accettava i cambiamenti, l'èlite culturale che faceva resistenza e che difendeva le sue forme.
É allora che nasce il femminismo e molte femministe aderirono a molti di quei movimenti rivoluzionari tra cui anche il primo fascismo ben diverso dal fascismo regime che avendo normalizzato tutto, normalizzò anche le coscienze.
Gli inizi del Novecento sono caratterizzati in Europa dal fervore attivista di tanti movimenti riformatori sia nel campo della letteratura che delle arti, l'obiettivo era unico. cercare nuove forme espressive che superassero le vecchie forme tradizionali, questo anche a costo di far crollare tutta l'impalcatura che sorreggeva un mondo di valori in alcuni casi più che trapassato.
In questo frenetica esplosione le proposte furono numerose e spesso autenticamente rivoluzionarie e queste proposte finirono non solo per essere accettate ma anche per creare un gusto del tutto nuovo, una sensibilità rinnovata che si riversò poi, anche in ambito politico.
**Uno di questi movimenti che dette inizio a uno dei più formidabili rinnovamenti culturalì, paragonabile solo al Rinascimento, fu quello cui dette inizio Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) con un famoso manifesto programmatico apparso il 20 febbraio 1909 sul giornale Figaro di Parigi e che prese il nome di "Futurismo".
Quel manifesto andrebbe riportato integralmente perchè è lì che si svela buona parte della personalità di Marinetti e da lì è possibile comprendere anche la scelta finale della sua vita che si identificò in pieno con quanto propugnato.
In questo manifesto si possono leggere delle frasi come queste:
"La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno.Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno....Noi affermiamo la bellezza della velocità....un automobile ruggente è più bella della Vittoria di Samotracia....Noi vogliamo glorificare la guerra -sola igiene del mondo- il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna...Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie di ogni specie"
Marinetti auspica quindi una palingenesi rigeneratrice che spazzi via tutto il vecchiume e riparta da zero con le nuove idee, certamente certe frasi andrebbero spiegate perchè si rischia di non comprendere le vere intenzioni.
Marinetti è il futurismo e in questo manifesto progrmmatico c'è molta della sua personalità, dopo aver letto quelle proposizioni si può avere l'idea di un guerrafondaio, misogino e dalle tendenze barbare, invasato e ansioso di distruggere ogni cosa, non è così.
L'esigenza di mutare i canoni della letteratura era una tendenza che poi culminò in diverse forme espressive e che era già in atto da tempo in tutta Europa, pensiamo ad esempio all'ermetismo quale corrente poetica del nostro Novecento, sviluppatasi tra due guerre che reagiva alla retorica del tardo Ottocento di D'annunzio o del Pascoli e che aveva i suoi maggiori rappresentanti in Mallarmè e Valery. Tipico dell'ermetismo è il frammento lirico , la parola caricata da suggestioni, la soppressione di nessi linguistici e sintattici.
In questa tendenza rinnovatrice Marinetti si inserisce andando oltre, creando un linguaggio nuovo, originale, volutamente provocatorio teso a rompere con la parola bella fine a se stessa.
Si tratta di un modo nuovo di concepire la letteratura e che Marinetti stesso definì come "parole in libertà", un impulso al nuovo una sorta di sotituzione delle foze brute della materia ad un "io" letterario che esprime se stesso riscoprendo la propria estetica primordiale.
Marinetti inventava le "parole in libertà" sopprimendo, sintassi, metrica e punteggiatura.
*Una puntualizzazione sull'auspicata distruzione dei musei, Marinetti capì prima di ogni altro che lo spazio museale come mera esposizione di oggetti, non solo è fine a se stessa ma non ha alcun significato, è semplicemente mettere oggetti insieme, distruggere i musei quindi non significa distruggere gli edifici con le opere d'arte ivi contenute ma distruggere l'idea di un museo così concepito. Oggi non solo questo è accettato, ma è il primo criterio per organizzare uno spazio museale, la paternità dell'idea fu di Filippo Tommaso Marineti.
*Sulle accademie e sul loro vecchiume, Marinetti acutamente già aveva compreso la tendenza tutta italiana della rendita di potere che vige all'interno delle accademie e delle università (aggiungiamo noi), purtroppo la sua intenzione programmatica non ha avuto alcun seguito anzi si è andati in direzione esattamente contraria. Le accademie sono oggi governate da satrapi che impongono parenti e figli uccidendo qualsiasi ansia rinnovatrice, uccidendo il merito e relegando le nuove generazioni a ruoli marginali o costringendole ad andare all'estero per potersi affermare. Chissà cosa avrebbe detto Marinetti di quei professori universitari che hanno fatto assumere nei vari dipartimenti mogli e figli..avrebbe invocato il gesto distruttore dei libertari.
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Marinetti avrebbe così risposto:"Noi vogliamo liberare l'Italia dalla sua fetida cancrena di professori,d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari....."
(Manifesto del Futurismo)
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****Il disprezzo della donna, una frase che letta così non rende onore a quella mente fine che fu Marinetti che non era affatto misogino anzi..il disprezzo per la donna era il disprezzo verso un modo di vedere le donne da parte degli uomini e di quelle donne che così si volevano vedere, è la donna angelo del focolare, dedita a quei "lavori donneschi" che la relegavano ad essere un donna di servizio a vita.
E' pur vero che nel manifesto del 1909 si dice anche "combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà" ma è un'accusa verso ogni forma di sottomissione, una concezione che predilige la donna-amazzone e non quella dedita ai fornelli e ai panni da lavare.
Potrà sembrare bizzara questa idea della superfemmina ma è un'esigenza quella della riappropriazione della donna e delle sue prerogative che sarà poi ripresa anche dai movimenti femministi, anche in questo Filippo Tommaso Marinetti è stato profeta ..."futurista".
Un ideale di donna anticonformista, antiborghese pronta ad essere paladina dell'estetica, di una nuova concezione di vedere il mondo, l'arte, la letteratura..una donna nuova affianco ad un uomo nuovo.
*Il militarismo e la guerra: anche su questo aspetto bisogna fare degli opportuni distinguo, l'idea di un Marinetti violento e guerrafondaio è quanto di più lontano possa esserci, l'auspicata palingenesi rigeneratrice era soprattutto l'esaltazione del vitalismo contro ogni logica pantofolaia e piccolo-borghese. Non è questa logica forse che porta all'indifferenza e all'accettare qualunque cosa pur di stare tranquilli? Non è queta logica che porta alle peggiori pulsioni egoistiche che escludono la generosità e non è proprio questa logica che nei posti di lavoro, ad esempio, porta a non vedere soprusi e violenze, pur di stare tranquilli.
****Coerente a questi principi e ostile ad ogni forma di pantofolaia acquiescenza a cui la borghesia italiana era avvezza anche nei confronti del fascismo, polemico nei confronti del regime e maldisposto ad accettare la retorica dei panciuti gerarchi, Marinetti partì volontario ultrassesantacinquenne in Russia, senza alcun grado....coerente fino in fondo.
Marinetti contribuì anche al rinnovamento del teatro, drammaturgo e autore di testi teatrali propose testi talmente innovativi che quando venivano portati sulle scene i suoi testi il pubblico reagiva alle provocazioni con gazzarre, urla e lanci di verdure sul palco..eppure quelle proposte apparentemente balorde non solo hanno contribuito a svecchiare un teatro vecchio e cadente ma sono state accolte dalle avanguardie teatrali dando origine poi a tantissime novità ancora oggi utilizzate in scena.
Basti pensare all'episodio presente in una dei pezzi più interessanti di Marinetti "La camera dell'ufficiale" in cui tutto l'effetto del pezzo teatrale sta nell'improvvisa esplosione che interrompe all'improvviso la lunga scena precedente e il clima di attesa che aveva creato.
A chi voglia accostarsi al pensiero di Filippo Tommaso Marinetti consiglio la lettura di un libro interessantissimo ed originale intitolato "La cucina futurista" edito da Viennepierre, non è il solito banale libro di ricette. Altro bel libro è "L'alcova d'acciaio" edito da Valecchi, è un libro che parla di guerra, l'occasione migliore per leggere che cosa lui pensasse su questo argomento.