Ho letto qualche anno fa "Il padrino" di Mario Puzo, è stata una scoperta non solo letteraria ma anche di un fenomeno che ha inciso nell'immaginario collettivo molto più di quanto si potrebbe pensare, a seguire ho letto "I diari del padrino" e "Mamma Lucia", quest'ultimo libro è stato definito dal "New York Times" un "piccolo classico" anche se è una delle opere meno conosciute dello scrittore italo-americano.
"Il siciliano" è un libro meno noto rispetto a "Il padrino" ma è altrettanto appassionante, ancora una volta nei romanzi di Puzo si può riconoscere la sua grande esperienza "cinematografica" che lo ha portato ad elaborare libri che possono essere definiti una sorta di canovaccio per le storie da trasporre in pellicola. È un libro avvincente che tocca temi delicati come quello del sogno separatista delle genti siciliane e del brigantismo, solo un romanziere d'eccezione come Mario Puzo poteva affrontarlo senza creare imbarazzo.
L'AUTORE
Come ha raccontato lo stesso Mario Puzo, la sua origine è stata nel "cuore del ghetto dei napoletani di New York". Da ragazzo è costretto dalle necessità economiche a cercare un lavoro, lo trova nella ferrovia e contribuisce al mantenimento della famiglia. Dopo aver vissuto la sua infanzia e la prima giovinezza nell'ambiente degli immigranti italiani, decide di allontanarsi dalla famiglia d'origine per fare l'artista e lo scrittore, non ha subito successo. Dopo la guerra trova impiego in un ufficio statale e continua con ostinata convinzione a coltivare l'idea di diventare autore di libri.
Ma passeranno degli anni prima che il successo gli si mostri favorevole, il trionfo arriverà nel 1969 con "The Godfather" (Il padrino) che gli permetterà di entrare nella Camelot letteraria americana. La notorietà arriva però con la trasposizione cinematografica de "Il padrino", Francis Ford Coppola impegò tre settimane per realizzare la sceneggiatura di uno dei film più famosi di tutta la storia del cinema.
La frase di Mario Puzo più ripetuta: "Un avvocato con le sue scartoffie può rubare più di mille uomini con la pistola".
Una delle accuse che venne rivolta a Mario Puzo è stata quella di avere avuto rapporti con la mafia, un'accusa dimostratasi infondata, nonostante i numerosi libri dedicati alla mafia. I libri di Puzo dedicati a Cosa Nostra sono: The Godfather (1969), The Sicilian (1984),The Last Don (1996) Omertà (2000).
LA TRAMA (IN BREVE)
Nel libro l'autore racconta la latitanza in Sicilia di Michael Corleone, il boss mafioso si è rifugiato nella terra d'origine contando sulle protezioni delle famiglie di Cosa Nostra, qui incontra Salvatore Guiliano (il nome è stato volutamente "storpiato" e si riferisce a Salvatore Giuliano), il famoso bandito siciliano che ebbe contiguità con le organizzazioni mafiose. L'obiettivo di Michael Corleone è quello di salvare Salvatore Guiliano e di portarlo negli Stati Uniti. La storia raccontata da Puzo è anche la storia delle origini della famiglia Corleone e quella del sogno separatista delle genti siciliane che alla fine appaiono sconfitte strette tra uno Stato di polizia e il ricatto della mafia.
L'ANGOLO PERSONALE
Puzo con la sua solita maestria riesce a far appassionare il lettore che si trova dinanzi ad una trama di una storia romanzata e mitizzata della figura del bandito siciliano; nonostante le numerose "licenze letterarie" , il romanzo è avvincente sin dalle prime battute, la tensione si mantiene alta nel corso delle quasi 500 pagine.
Non esiste in realtà un protagonista unico, il protagonista è l'ambiente delle cosche siciliane, i consigliori e le figure maschili "scioviniste".
La capacità di Puzo sta nel presentare il banditismo siciliano come un brigantismo romantico che indulge nella nostalgia, una nostalgia cinica e sbilanciata verso il un romanticismo di maniera lontano dalla verità storica.
La figura di Guiliano (Giuliano) non era ovviamente quella di un "brav'uomo" ma a distanza di 52 anni rimangono del tutte irrisolti gli interrogativi circa i rapporti di Giuliano con la politica locale siciliana e con le cosche mafiose.
Lo scopo di Puzo non è quello di scoprire la verità su fatti che ancora oggi rimangono immersi nel mistero ma di raccontare una storia con dei personaggi con i loro pensieri, le loro ambizioni e i loro crimini; dal racconto emerge anche tutta la problematica della questione meridionale che è stata ed è anche una questione culturale.
La mitizzazione di quel mondo da parte di Puzo è la stessa fatta da molti connazionali siculo-americani e lo stesso Puzo ebbe ad osservare che il retroterra culturale di quel mondo criminoso era da rinvenire nei valori condivisi e convissuti di una massa di italiani che non smetteva mai di maledire l'Italia ma che nel contempo era gelosa delle proprie tradizioni.
Tradizione, omertà e superstizioni religiose finiscono col creare un brodo di cultura che Puzo descrive con maestria e lì che è nata la mafia. Ecco l'abilità di Puzo: presentare una realtà imbarazzante facendo comprendere i meccanismi del pensiero che sta all'origine del pensiero mafioso.
Se quindi i poveri che erano stati poveri per secoli avevano ereditato povertà, ignoranza e disperazione anche i figli di quella povertà come Salvatore Giuliano vengono ammantati di un'aura di dignità nonostante l'attività criminosa. Al di là del giudizio storico sul personaggio di Giuliano, va comunque riconosciuto a Puzo di essere riuscito nell'operazione letteraria.
Consiglio la lettura de "Il siciliano", un libro avvincente scritto da un grande maestro della letteratura contemporanea.
SCHEDA DEL LIBRO
Autore: Mario Puzo
Titolo: Il siciliano
Trad. di G. Pilone-Colombo
Anno di pubblicazione: 1995
Editore: Tea Libri
Pagine: 486
Prezzo: 7,75
ISBN 88-7819-730-0