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Qualche chiarimento in merito, su come va intesa la denominazione "Nuova versione ufficiale".
Il Fondatore del Cristianesimo muore senza lasciare scritti, quando fu scritto il primo Vangelo? Probabilmente nel 70 d.C., 30 anni dopo la morte di Gesù.Passata la prima generazione, la comunità giudeo-cristiana sentì l'esigenza lasciare qualcosa di scritto, da qui le differenze tra i vari Vangeli, Marco, ad esempio, rispetto a Luca, pur attingendo dalla stessa fonte, fa delle aggiunte.
A titolo di esempio prendiamo in considerazione una preghiera comunissima come il "Padre Nostro":
* Nel Pater Noster le petizioni di Matteo sono 7, in Luca 5, l'aggiunta quindi viene dopo, è importante sapere che il testo breve è quello più vicino all'originale, tra gli evangelisti, Matteo è quello che aggiunge.
Vediamo le differenze tra le due versioni:
- In Luca l'incipit del Pater Noster è : "Padre che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno..............".
- In Matteo l'inizio del Pater Noster è invece il seguente: " Padre Nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo Regno............".
e ancora:
Luca: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano/ Rimetti a noi i nostri debiti/ come noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori/ Non ci indurre in tentazione........".
Matteo: "Sia fatta la tua volontà/ come in cielo anche in terra/ Dacci oggi il nostro pane quotidiano/ Rimetti a noi i nostri debiti/ come noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori/ Non ci indurre in tentazione/ Liberaci dal male".
Si tratta' solo un esempio di come le differenze tra i Vangeli sinottici non siano immediatamente rilevabili da chi si limita semplicemente alla lettura senza fare un raffronto dei testi.
Perché allora c'è l'esigenza di pubblicare una nuova versione dei Vangeli?
I testi originali dei Vangeli non presentano la forma che siamo abituati a conoscere e il testo su cui le edizioni attuali partono è la "Vulgata" di San Girolamo scritta nel 380 d.C. quando ebbe l'incarico di fare una revisione della "Vetus latina" (la cosiddetta "Itala").
Ma è solo con la scoperta dei manoscritti a partire dalla Rivoluzione francese che si afferma la critica testuale. Spesso, infatti, in molti codici vi erano molte varianti dovuti ad errori di trascrizione o correzioni volontarie.
Gli errori di trascrizione consistono in un testo senza stacchi e interpunzione, mentre le correzioni volontarie sono quelle del copista per rendere il testo più chiaro per lui.
L'obiettivo della critica testuale è quello di ricostruire il testo originale con fedeltà vale a dire come è uscito dalla penna dell'autore.
Dal 1700 in poi venne preferito come criterio di scelta dei testi la cosiddetta "Lectio difficilior" ( tra un codice di difficile interpretazione e uno più chiaro è da preferire quello più difficile perché si suppone che il redattore abbia voluto semplificare un testo più complesso e quindi autentico).
In base a questi presupposti due grandi studiosi: Mest Adams per i protestanti e Merk per i cattolici, hanno fatto un'opera di critica testuale.
Pertanto la denominazione "Nuovissima versione ufficiale" non va intesa come versione riveduta e corretta dei sinottici, in quanto tale denominazione è praticamente invariata da circa 50 anni. Si tratta, infatti, della famosa "Bibbia del centenario" la cui edizione venne curata da Don Alberione per le Edizioni Paoline e riproposta nel 1984 con la denominazione "Nuovissima versione".
Perché dunque l'esigenza di fare una nuova versione? Consideriamo lo stato attuale della ricerca: le posizioni più accreditate sono quelle dei critici tedeschi, i Vangeli constano di molte pericopi, cioè di sezioni che non sono frutto dell'autore. Il Vangelo di Marco, in particolare, consta di tante pericopi, di racconti di miracoli, di controversie con i giudei.
Chi ha creato queste pericopi? Molti sono concordi nell'affermare che queste pericopi sono frutto dell'elaborazione delle prime comunità giudeo-cristiane.
Quanto è accaduto in letteratura nel caso della questione omerica dove si ritiene che l'Iliade e l'Odissea siano il frutto dell'opera dello stesso popolo greco così nel Vangelo è la comunità che ha bisogno di mettere per iscritto: quando Marco scrive nel 70 d.C, Gesù è morto da 40 anni, può uno ricordare "de verbo" parola per parola quello che è stato detto?
Probabilmente qualcosa è stato appuntato, ma quello che è nelle pericopi è già patrimonio della comunità quindi nessuno oggi pensa che siano "Ipsissimo Verba Domini (le stesse parole del Signore)", ma siano il frutto della elaborazione della comunità che sentiva la necessità di mettere per iscritto i fatti della storicità sotto una prospettiva di chiara impronta teologica.
Quello che è accaduto prima dell'8 aprile del 30 si chiama il Gesù storico, ma il Gesù pre-pasquale che cosa ha fatto, che cosa ha veramente detto? Tutto quello che viene dopo e che viene messo per iscritto è il Cristo della fede.
Nei Vangeli non abbiamo, infatti, il Gesù storico ma il Cristo della fede, certamente qualcosa i suoi discepoli hanno appuntato ma oralmente, poi abbiamo uno scritto che ha un'importanza fondamentale perché è venuto prima degli altri.
Il primo scritto dal punto di vista cronologico è una lettera di Paolo scritta nel 53 d.C.: la "Prima lettera ai Tessalocinesi". L'argomento è quindi molto più complesso di quanto comunemente si possa pensare non può essere esaminato in questo ambito, tuttavia gli esempi fatti possono essere utili a chi senta la necessità di approfondire questi argomenti anche dal punto di vista storico.
Una delle edizioni più popolari è stata in ambito cattolico "La Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali", vi è pertanto ancora la possibilità di aggiungere una "Nuova versione ufficiale"? E in cosa consistono le differenze rispetto al testo contenuto ne "La Bibbia di Gerusalemme"?
Dal punto di vista della sostanzialità dello scritto non è presente alcuna "revisione", nè poteva essere diversamente rispetto all'impostazione teologica scaturita dopo il Concilio Vaticano II, mentre la novità consiste nel taglio del testo adatto per una rapida consultazione rispetto a quello del libro maggiore che contiene anche gli scritti dell'Antico Testamento.
Questa edizione ad uso dei ragazzi è una "estrazione" del testo maggiore, ma ha il pregio di avere un costo contenuto (viene venduta ad un prezzo inferiore ai 2,00 euro), è comunque inadeguata per chi voglia approfondire il testo scritto dal punto di vista esegetico.
A casa ne abbiamo un paio di edizioni che sono state utilizzate in ambito scolastico, negli anni le varie edizioni della "Nuova versione ufficiale" hanno avuto diverse copertine, mentre il testo scritto è rimasto invariato.
Merita senz'altro apprezzamento il fatto che prima di ogni ciclo di parabole si trovi un breve riassunto che ne spiega il contenuto.
Chi vuole avere un testo più completo può acquistare la "BIBBIA nuovissima versione dai testi originali" pubblicata per le Edizioni Paoline, dove si trova il medesimo testo arricchito da numerose note che ne agevolano la lettura.
Pregevole ed interessante è la parte introduttiva scritta da Pietro Rossano già Vescovo ausiliare di Roma per la pastorale della cultura e Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense.
Chi vuole invece approfondire la parta esegetica può fare riferimento alla versione con traduzione interlineare a condizione che almeno si conosca il greco e il latino, personalmente credo che accontentarsi delle versioni già tradotte esponga i più deboli a qualsiasi accettazione di interpretazioni discutibili (da qualunque parte provengano).
Nda
Le considerazioni presenti in questo articolo sono il frutto dei miei studi affrontati in occasione della preparazione di un esame denominato "SS Sinottici Opera Giovannea Corpus Paulinum". In tale occasione ho esaminato tutte le versioni della Bibbia e dei Vangeli più comunemente utilizzate, comprese quelle non ortodosse.
Gli argomenti affrontati, data la complessità del tema, non sono esauribili in questo spazio, ma possono dare ai lettori la possibilità di comprendere alcuni aspetti delle tematiche affrontate.
È comunque utile sapere che nessun testo biblico può essere "letto", ma necessita di opportuni approfondimenti e che, comunque, le problematiche sollevate dagli studiosi di esegetica spesso ne aprono delle altre a cui in parte si è data una risposta, altre rimarranno, invece, nel campo delle ipotesi.