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Storia della filosofia, letteratura e recensioni librarie

Favole - Jean de La Fontaine

Favole - Jean de La Fontaine

Come leggere le favole di La Fontaine


Tra le note presenti in molte edizioni de "Le Favole" di La Fontaine, troviamo  due raccomandazioni  che dovrebbero indicare la tipologia di lettori: la prima consiglia la narrazione del libro ai bambini di quattro anni (lettura naturalmente  guidata da un adulto) la seconda individua i possibili lettori a partire dagli otto anni.
Credo che  entrambe le indicazioni, quella che riguarda i bambini piccolissimi e quella dei più grandicelli, significhi fare un torto a La Fontaine che non scrisse favole per bambini, anche se possiamo, senza alcuna controindicazione, leggerle ai bambini che ne trarranno giovamento e divertimento ma poco  capiranno se non aiutati da un adulto a comprenderne almeno una parte del loro significato.

SCRIVEVA FAVOLE PER CRITICARE IL POTERE E NON PER I BAMBINI

Questa personalissimo parere nasce dal fatto che un autore come La Fontaine riprendendo in parte la tradizione favolistica di Esopo e di Fedro, scriveva favole perché non poteva scrivere altro per criticare il potere e per superare il controllo ferreo di una censura che non tollerava alcuna critica al sovrano: siamo in pieno periodo assolutista con Luigi XIV che riassumeva il suo concetto di potere nella celebre frase:

 "L'état c'est moi, "lo stato sono io"

e, La Fontaine che viveva alle spalle della corte, conosceva vizi privati e pubbliche virtù non solo dei cortigiani ma anche di tutti gli esponenti più importanti del mondo politico, ecclesiale e militare francese.

È quindi la satira lo spirito che anima le favole di La Fontaine e non l'intento di fare della letteratura per bambini, purtroppo la letteratura scientifica dedicata alla favola non è molto ricca e, in particolare per quanto riguarda le favole di La Fontaine  abbiamo dei libri compilatori ed informativi e non delle ricerche scientifiche.

Qual'è dunque il motivo per cui si è scelta l'indicazione "per ragazzi"? E'- secondo me- dovuto al fatto che tutta la produzione favolistica di La Fontaine è stata derubricata a letteratura dei  bambini senza che sia  stato effettuato presente un accurato lavoro preparatorio  e introduttivo, oppure  non si trovano delle edizioni che contengano un idoneo apparato critico.

Vediamo, per esempio, l'inizio la seguente favola intitolata:

Il Sole e le Rane

Celebrando un tiranno i suoi sponsali
beveva e allegro schiamazzava il popolo.
Affogando nel fiasco i vecchi mali,
Esopo sol, si narra,
Allora dimostrò con una favola
Ch'era sciocca la gente a far gazzarra.
Volendo il Sole, ei disse, or non so quando,
Pensare a prender moglie,
Un grido miserando
Nel regno delle Rane si levò
Chi può sottrarci al danno-
Dicean le Rane alla cattiva Sorte-
Se de' figlioli al Sole nasceranno?
Se brucia tanto un Sole.
Che non splende nemmeno ogni mattina.
Figuratevi voi mezza dozzina!
L'unico bel guadagno
Sarà che moriranno
Le canne e i giunchi e seccherà lo stagno.
Addio, ranocchi! svaporato il mondo,
Sarem ridotte dello Stige in fondo.
Mi pare, a mio buon senso naturale,
Che per ranocchi non parlasse male.


Siamo veramente sicuri che La Fontaine volesse parlare di sole e di ranocchi? O forse che il Sole ( scritto maiuscolo) non fosse proprio il sovrano? E quando parla di ranocchi sta proprio parlando di ranocchi? O forse con ranocchi non intende i dignitari di corte?
E infine  parla dello Stige, ma non  tutti sanno cos'è lo Stige e men
che mai lo può sapere un bambino? ( Lo Stige era uno dei cinque fiumi dell'Ade, degli inferi, dove stavano immerse le anime dei dannati in particolare degli irosi).

Comunque il libro ha il pregio che le favole vengono raccontate in forma narrativa, cioè in forma estesa a mo' di favola e non in forma poetica così come le aveva scritte La Fontaine.
Ad esempio non troveremo a proposito della Cicala e la Formica i seguenti versi:

"La cicala che imprudente
Tutto estate al sol cantò
"

ma

"La Cicala che aveva passato tutto il tempo a cantare....."

Si tratta dunque di un  linguaggio certamente più moderno e adatto ad essere compreso dai lettori più piccoli e che, nel contempo, non altera il testo originale ma ne preserva il senso e che per questo può essere presentato a chiunque.

Nota finale

In commercio si trovano le edizioni della Einaudi, della Rizzoli e della Mondadori, particolarmente pregevole è poi  l'edizione della "Giunti editore" che ho  avuto modo di consultare ed è ottimamente redatta. Questa edizione poi è riccamente corredata dalle tavole di Gustav Dorè. Le prime sono di facile reperibilità, la seconda non è facile trovarla a meno che non ci si indirizzi sul mercato dell'usato.

"Tutti si dicono amici, ma pazzo chi se ne fida; nulla è più comune del nome, nulla più raro della cosa" Jean La Fontaine.
 

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