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Storia della filosofia, letteratura e recensioni librarie

Ipotenusa d'amore - Alda Merini

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Fonte immagine: http://www.flickr.com/photos/94917521@N00/4066123472

Album di nettaphoto

 

Come si fa a raccontare un libro di poesie ma soprattutto come si riesce a trasmettere sensazioni che nascono dalla personale lettura e che dipendono in larga parte dalla sensibilità poetica che non viene impiantata per grazia divina, ma si forma giorno dopo giorno? La domanda è retorica ma la risposta non è scontata. La lettura di una poesia non è assimilabile a quella di un romanzo, il poeta non scrive per offrire un passatempo piacevole al lettore ma scrive prima di tutto per se stesso. Difficilmente un editore commissiona un libro di poesie, le poesie si pubblicano dopo che sono state scritte per ispirazione non per commissione. 

Leggere le poesie della Merini significa condividere la speranza di dare un significato e un senso alle cose, la Merini è l'io narrante e non esprime il punto di vista del lettore ma il suo. L'Ipotenusa dell'amore è un libro che contiene una raccolta di poesie e due brevi racconti, il libro pubblicato nel 1992 e non si discosta dalla struttura che ho delineato nelle righe precedenti. Il carattere frammentario di ciascuna lirica è solo apparente, ricorre in molte liriche l'aggettivo possessivo mio/mia quasi a voler continuamente rammentare a se stessa e agli altri il senso di proprietà verso qualcosa o qualcuno. Il mio uomo, la mia parola, il mio seno, il mio tormento ecc parole che ricorrono spesso in tutta la sua produzione poetica, la Merini non ama usare il si impersonale-passivante a cui era solito ricorrere, ad esempio, Eugenio Montale. 

Vale la pena leggere una delle più belle poesie d'amore della Merini, tra le più intense della nostra poesia contemporanea: 


CANZONE D'AMORE 


"Era l'amore mio 
simile a una lotta di cavalli, 
era così fervente nel dolore 
da parere persino indemoniato. 
Era l'amore mio 
qualche cosa che dista dalla fede 
anni di luce e di abbandono, 
era un amore che tanto ho sospirato. 
Era l'amore mio 
un cammino francescano e bugiardo 
perchè la scrittura 
era irta di sguardi. 
Era l'amore mio 
la foresta della mia pena d'amore, 
era la greppia delle mie paure, 
era il sole d'agosto ed era inverno, 
era l'amore mio quasi l'inferno" 




COMMENTO 

La poetessa usa il verbo all'imperfetto, era ricorre 
nove volte, l'unica rima presente è nella parte finale 
della poesia, "inverno/inferno". L'amore viene 
presentato come una lotta di cavalli ad indicare un 
amore appassionato e tormentato. 
Predomina il senso di malinconia, la malinconia del ricordo 
della persona amata. E' però la sua condizione interiore 
che la spinge a ricordare il passato ma l'autrice vuole 
anche evidenziare che l'amore a lungo sospirato non è 
durato a lungo. 
Il componimento poetico provoca un senso tenerezza, misto 
a tristezza e sofferenza. 


Immensa!! 




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