Qualche anno fa ci fu un'interessante proposta editoriale da parte del Centro di diffusione Libraria che aveva messo in commercio dei libri finemente rilegati con impressioni in oro, dei bei libri da esporre che fanno ancora bella mostra di sè nella mia biblioteca, molti titoli di narrativa che in parte ho letto e che in parte ho consultato avendoli letti in altre edizioni.
Tra questi titoli ho scelto un libro che ultimamente ho letto "I racconti di Belkin" di Aleksandr Puskin, scrittore russo vissuto nella prima metà dell'Ottocento e che è ritenuto l'iniziatore della grande narrativa russa.
Avendo letto quasi tutto Cechov, temevo di imbattermi ancora una volta in trame complesse che avrebbero messo a dura prova la mia attenzione e la mia pazienza di lettore, poi mi sono dovuto ricredere perchè Puskin è diretto, immediato e chi legge un suo racconto si trova dentro una storia, nel suo cuore e non può fare a meno di partecipare agli avvenimenti che il grande scrittore russo sa trasmettere, evitando disgressioni inutili e fuorvianti.
Questa è una capacità che pochi scrittori hanno e se dovessimo fare un paragone con uno scrittore italiano, quello che più si avvicina per immediatezza e facilità nel raccontare è senza dubbio Giovanni Verga, entrambi sono stati dei novellieri perchè hanno privilegiato il racconto breve rispetto alla stesura di testi prolissi dalle trame complesse.
"I racconti di Belkin" sono un capolavoro in cui sono presenti diverse varianti che il genere letterario e in particolare narrativo offre, sono composti da cinque racconti:"Il colpo di pistola","La tormenta", "La signorina contadina", "Il fabbricante di bare","Il maestro delle poste"; ogni novella ha una tipologia narrativa differente dove si trova l'intreccio psicologico, l'enigma, la storia d'amore, il grottesco e una sorta di realismo umanitario che per la sua capacità di commuovere il lettore, è un esempio di letteratura universale e senza tempo di straordinario impatto emotivo.
Una delle novelle che più mi è piaciuta è "La tormenta" dove si racconta una storia in cui avviene di tutto: il matrimonio segreto, lo scambio di persona, il riconoscimento finale, il lieto fine.
-Prima di tutto c'è da dire che ogni opera porta le tracce della corrente culturale da cui proviene e da cui è stata influenzata, Puskin ha la capacità di raccontare la storia di coloro i quali sono senza diritti, gli umili, quelli che sono comparse nella storia e che non diverranno mai protagonisti, se Verga costruì i suoi racconti entro i canoni di quel realismo di provenienza ottocentesca e in particoalre francese, Puskin rientra in quel genere letterario in cui ben si equilibrano il "tempo della storia" in cui il racconto è incasellato e il "tempo del racconto".
Questa capacità di equilibrare i tempi narrativi fa si che il lettore non si stanchi, le connessioni cronologiche rispettano i tempi logici di causalità.
Leggere un romanzo è sempre l'occasione per imparare nuove cose, nel caso della lettura de "I racconti di Belkin" si familiarizza con termini antichi propri della cultura russa come ad esempio "verste", un'unità di misura russa usata per misurare la lunghezza (l'equivalente del miglio), "samovar" è una teiera per conservare a lungo l'acqua del tè sempre bollente ( esisteva molto prima dei termos moderni che oggi utilizziamo!), "ulano" è un cavaliere armato di lancia di origine polacca etc, etc,.......l'elenco sarebbe lunghissimo ma è interessante vedere come si possa sfruttare l'occasione della lettura per arricchire il proprio linguaggio e per allacciare i contenuti ad alcuni riferimenti al contesto storico in cui sono ambientate le vicende.
Sono numerosi gli indizi sparsi nei racconti di Puškin che favoriscono la lettura attiva e che lo spingono a conoscere il clima storico e in quale contesto sono ambientati; ad esempio nelle righe iniziali de "La tormenta" Puskin scrive:
"Alla fine del 1811, nell'epoca per noi memorabile..........."
nove parole che rimandano al periodo in cui i russi opposero una tenace resistenza all'invasione di Napoleone, questo mi ha stimolato a riprendere i libri di storia e a ripercorrere a ritroso quei tragici avvenimenti della campagna di Russia in cui l'armata francese venne decimata prima dalla fame e poi dal freddo....cosi è stato quando ho voluto approfondire la storia degli ussari...l'elenco anche qui è lunghissimo!!
E Aleksandr Sergeevič Puškin cita Petrarca
"Non si poteva dire ch'ella civettasse con lui,ma il poeta, notando il suo contegno, avrebbe detto:
Se amor non è, che è dunque?.............
Non è straordinario constatare che uno dei più grandi scrittori russi di tutti i tempi citi uno degli italiani più illustri che molti italiani non conoscono se non di nome?
Conclusione: Il segreto, di qualunque specie sia, pesa sempre a un cuore di donna (A.Puskin)