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Storia della filosofia, letteratura e recensioni librarie

Scuola italiana a picco, poco merito e molta confusione

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Le hanno inventate tutte per abilitare all'insegnamento: la SISS (Scuola di Specializzazione all' Insegnamento Secondario), il TFA (Tirocinio Formatico Attivo) con un solo obiettivo: sfoltire il numero sempre maggiore degli aspiranti all'insegnamento.

Ma ancora una volta chi paga per questa situazione sono gli studenti e le famiglie, nei giorni scorsi l'ex ministro dell'istruzione Giuseppe Fioroni è intervenuto sul pasticciaccio delle domande sbagliate presenti nei quiz di preselezione all'ammissione ai TFA,  le prove sono state tenute nel mese di luglio, sono state spese risorse economiche ingenti e chi  ci ha guadagnato sono stati gli Atenei.

Ai quiz preselettivi avrebbero partecipato circa 150 mila persone, una massa ingente di persone che in gran parte non entrerà mai nel mondo della scuola; la critica che Fioroni e altri 27 esponenti della cultura accademica italiana si sono posti è tardiva ma è importante: quale ruolo possono avere questi test per quanto riguarda la didattica se non premiano il merito ma la fortuna? Chi supera i test sarà un buon insegnante oppure una persona abile a superare dei quiz, in altre parole chi supera i test per l'esame di guida sarà un buon guidatore?

Abbiamo avuto in Italia fior di insegnanti che hanno formato intere generazioni e fino a qualche anno fa non esistevano i corsi abilitanti, ora abbiamo i corsi abilitanti ma abbiamo una scuola incapace di formare gli studenti e nella quale cresce il numero di coloro che  la abbandonano per sempre. Dall'altro lato non vi è stata nessuna verifica sul grado di conoscenza e di capacità didattica degli insegnanti.

Da quest'anno le scuole magistrali saranno a numero chiuso, un argine tradivo per risolvere il problema alla fonte, è inutile sfornare migliaia di diplomati che andranno solo ad aumentare il numero dei senza lavoro. A quando il numero chiuso in certe facoltà che hanno prodotto migliaia di disoccupati che non troveranno mai un impiego nella scuola? A chi giova invitare ad iscriversi a corsi universitari che costano alle famiglie e che illudono le giovani generazioni su possibilità che non esistono? 

La vera selezione sta nei risultati che si ottengono all'università esame dopo esame, fare studiare un giovane per 4 o 5 anni (ammesso che non vada mai fuori corso), imporgli poi un anno di frequenza ad un corso abilitante e non dargli nessuna prospettiva occupazionale è spreco di risorse pubbliche ed è devastante sul piano individuale. Perchè allora non inserire nel piano di studi universitario il corso abilitante? La scuola italiana rischia di diventare solo la meta di chi sogna di lavorare 18 ore alla settimana per 9 mesi all'anno, ma così non si avranno mai dei buoni insegnanti, ma solo dei dipendenti pubblici, ecco uno dei motivi per cui è in aumento l'abbandono scolastico;  sono sempre di meno gli insegnanti che sanno fare didattica, sono invece sempre più numerosi coloro i quali non sanno insegnare anche se hanno superato dei quiz nozionistici. Ma per questo ci sono le trasmissioni televisive con i quiz a premio, diventare insegnante è un'altra cosa.

Rivedere il sistema di accesso all'insegnamento è necessario per costruire la società del futuro, indire un maxi concorso mostro non risolverà il problema della qualità della scuola italiana. Avremo bisogno di rispetto verso chi ha studiato e si è formato con passione pensando che così avrebbe contribuito a realizzare una società migliore, ne avremo bisogno e ne avrebbero bisogno tutti coloro che credono nel ruolo insostituibile della scuola.

 

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