Storia della filosofia, letteratura e recensioni librarie
TRA I VARI CAPPUCCETTO.......SIAMO FINITI A MANHATTAN
Può una fiaba come Cappuccetto rosso essere rivisitata in chiave moderna senza rischiare un confronto impari con quella originale scritta dai fratelli Grimm o quella ancora più nota scritta da Charles Perrault ? Me lo sono chiesto quando ho avuto il primo approccio con un libro che ho comprato non per me, ma per mia figlia e che alla fine ho letto spinto dalla curiosità più per il titolo particolare e per l'insolita lunghezza del testo.
Del resto chi almeno una volta non ha sentito o letto quel famoso inizio: "C'era una volta una ragazzina...."? (Fratelli Grimm) oppure l'altro, ancora più noto, "C'era una volta in un villaggio una bambina" (Charles Perrault)?
Jacob e Wilhelm Grimm scrivevano "fiabe per i bambini e per le famiglie", così si chiama il loro libro nel quale è contenuta anche la fiaba di Cappuccetto Rosso, quindi, come il lettore dei Grimm, anche un adulto di oggi può leggere una favola moderna con lo spirito critico di un lettore maturo e persino lo stesso Perrault scrisse il suo Cappuccetto Rosso esclusivamente per gli adulti e con un intento ben preciso: quello moralistico.
Molti di noi conoscono la versione scritta da Charles Perrault, straordinario scrittore di favole e personaggio di corte che visse a Versailles al tempo di Luigi XIV ed è proprio quella versione che ho tenuto presente durante la lettura di "Cappuccetto Rosso a Manahattan" di Carmen Martin Gaite.
LE DIFFERENZE TRA LA FAVOLE DELLA TRADIZIONE E LA VERSIONE MODERNA
Intanto nella favola scritta da Carmen Martin Gaite cambia completamente l'ambientazione, non c'è il bosco ma Manhattan, per il resto: il lupo è un uomo, un certo Edgar Woolf, la nonna è un ex cantante di musica hall e Cappuccetto Rosso è una bambina lentigginosa che abita a Brooklyn assieme ai suoi genitori.
Altra differenza che risalta immediatamente agli occhi è la lunghezza dei tre racconti: i fratelli tedeschi elaborarono una favola breve, Charles Perrault scrisse una fiaba brevissima seguendo la tradizione degli antichi favolisti quali Esopo e Fedro, mentre l'autrice spagnola ha scritto un vero e proprio romanzo.
TRAMA IN BREVE E RELATIVE OSSERVAZIONI
Scriveva Charles Perrault: (le bimbe) " Han torto di ascoltare persone non fidate, perché c'è sempre il Lupo che se le può mangiare", ma chi è il Lupo del romanzo di Carmen Martin Gaite? E' un pasticciere di nome Edgar Woolf (lupo in lingua inglese), un uomo gentile ed affabile che possiede una pasticceria molto famosa (nella fantasia letteraria) a Manhattan dal nome invitante: "The sweet Woolf" ossia "Il dolce lupo". Ma il signor Woolf è un lupo di nome e di fatto? Lo vediamo dopo.
Sara (Cappuccetto Rosso) spesso gira (da sola) per le strade di Manhattan, una situazione sicuramente inverosimile, ma ci sta tutta è una favola e Manhattan è il bosco, in questo caso l'analogia è corretta; ci sono molti meno pericoli in un bosco vero che a Manhattan almeno per quanto riguarda i bambini che vagano da soli.
Ad un certo punto la piccola Sara, incontra una vecchietta, tale Miss Lunatic (notare il nome), chi è la vecchia signora? Una sorta di fata buona ma con l'aspetto di una strega che vive a Manhattan all'interno della Statua della Libertà, conduce una vita da barbona, è vestita con degli abiti laceri e indossa un cappellaccio che le nasconde il volto.
Miss Lunatic è strana ma non è cattiva anzi è una dispensatrice di soluzioni, una sorta di Diogene in gonnella che indica varie strade da seguire e lascia le persone libere poi di scegliere.
Ed è esattamente quello che fa quando incontra Sara/Cappuccetto Rosso: le insegna a non temere la Libertà ma soprattutto le fornisce un suggerimento saggio: "devi trovare la strada da sola".
Sara non va dalla nonnina a portarle una focaccia con un vasetto di burro, ama divagare con la fantasia, creare parole strane, vivere insomma la libertà prima di tutto con la fantasia.
E' la seconda parte del libro quella più didattica e più appassionante: Sara esce da sola ed incontra in una radura di Central Park Edgar Woolf; Sara si trova davanti alla realtà che nasconde insidie e pericoli mentre il vecchio pasticciere, grazie all'amabile conversazione intrattenuta con Sara, riesce a scoprire i valori della vita e i buoni sentimenti.
SUL LUPO
Edgard Woolf è un lupo di (cog)nome ma non di fatto, insomma non ha niente a che fare con il lupo malvagio della favola di Perrault. Il pasticciere gentile non mangia bambini e nonne ma fette di torta di cui è goloso. Sara nel cestino porta infatti una fetta di torta alle fragole che manda letteralmente in estasi il vecchio Edgard che vuole conoscere il segreto della ricetta perché da qualche tempo la torta di fragole che vende nella sua pasticceria non trova un riscontro favorevole da parte dei suoi clienti.
Ad un certo punto davanti all'innocenza della bambina Woolf si commuove e incomincia a piangere e ripensa a miss Lunatic che, il giorno prima, gli aveva "parlato del potere del meraviglioso".
Riportiamo testualmente la frase detta da miss Lunatic a Edgard Woolf, merita di essere letta:
"La gente che ha paura del meraviglioso si trova continuamente in strade senza uscita. Mister Woolf" gli aveva detto. "Nulla potrà scoprire chi pretende di negare l'inesplicabile. La realtà è un pozzo di enigmi. E se non ci crede, lo chieda ai saggi".
Un bellissimo racconto da leggere con la mente dell'adulto che non deve dimenticare il potere straordinario del meraviglioso.
"E nel dir così il perfido Lupo si avventò sulla povera Cappuccetto Rosso e se la mangiò" (Perrault)
SCHEDA DEL LIBRO