Storia della filosofia, letteratura e recensioni librarie
Album di Caiomario
"Le prime sigarette ch'io fumai non esistono più in commercio"
Così incomincia la "Coscienza di Zeno", il romanzo capolavoro di Italo Svevo dove il protagonista Zeno Cosini, dietro consiglio del proprio psicanalista, tiene un diario al fine di trovare quell'equilibrio psichico compromesso da fatti accadutigli nel corso della sua esistenza.
Proprio partendo da questa "prescrizione", Zeno fa l'analisi del suo vizio del fumo: come iniziò a fumare, come la proibizione e il divieto di fumare trasformò questa pratica occasionale in vero e proprio vizio e come soprattutto nel lungo corso della sua vita il proposito di smettere di fumare rimase solo tale.
"Del piacere e del vizio di fumare"è una raccolta di diversi racconti in cui Svevo affronta il vizio del fumo che è diventato per lui emblematico della sua impossibilità e incapacità di vincere le proprie debolezze, i propri vizi e le proprie inclinazioni.
Svevo parla di "ridda delle ultime sigarette" dove ogni sigaretta è un ripetersi costante del medesimo pensiero, ogni volta esce fuori prepotente di fumare l'ultima sigaretta.
Ogni fumatore conosce queste contorsioni psicologiche dove spesso tutto si dimostra vano, Svevo scrive:
"L'atteggiamento non è possibile di averlo che quando si deve rinnovare il proposito. Eppoi il tempo, per me, non è quella cosa, impensabile che non si arresta mai. Da me, solo da me ritorna."
E' l'uomo che ogni si volta si ripropone qualcosa che come un rito ha i suoi tempi e le sue risposte e dove sembra che vi sia un sottile piacere psicologico verso tutto ciò che rinnova un proposito che non troverà mai seguito.
Quella di Svevo/Zeno verso il fumo fu una vera e propria ossessione che trattò non solo ne" La Coscienza di Zeno", ma anche nel racconto "Il mio ozio" dove ritorna costante l'idea del fumo come terapia:
"In questo sforzo di rinunziare alla cena mi fu di grande utilità il fumo col quale, per la prima volta in mia vita, mi riconciliai anche in teoria"
Oppure nel capitolo terzo de "La Coscienza di Zeno" intitolato "Il fumo":
"Tutto ciò giaceva nella mia coscienza a portata di mano. Risorge solo ora perché non sapevo che prima che potesse avere un'importanza. Ecco che ho registrata l'origine della sozza abitudine e (chissa?) forse ne sono già guarito. Perciò, per provare, accendo l'ultima sigaretta e forse la getterò via subito, disgustato"
L'opera permette al lettore di conoscere il punto di vista di Svevo sul fumo, un tema che lo scrittore triestino seppe affrontare con un'ironia finissima, spesso con punte di ineguagliabile umorismo dove tragico e grottesco si intrecciano parlando delle debolezze umane e dell'incapacità dell'uomo di vincerle.
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