L'opera più importante di Condillac è il Trattato sulle sensazioni (1754) in cui egli porta sino alle estreme conseguenze l'empirismo di Locke rifiutando l'innatismo cartesiano. La posizione di Condillac però si differenzia da quella di Locke in quanto egli ritiene che la conoscenza derivi esclusivamente dalla sensazione, sono i sensi quindi la fonte del conoscere mentre per il filosofo inglese il punto di partenza erano le sensazioni da cui la facoltà conoscitiva dell'uomo traeva il materiale per la sua attività.
Chiarimento
Nella storia della filosofia, Locke viene considerato il primo filosofo che si occupò del problema dell'origine della conoscenza anche se non bisogna dimenticare che fu Descartes con la sua teoria delle dottrine innate ad aver stimolato tutto il dibattito che ne seguì circa la genesi del conoscere. Locke sostiene che non possono esistere (come sosteneva Descartes) delle idee che esistono, in modo connaturato, nel patrimonio spirituale dell'uomo, egli pur condividendo il principio derivante dalla filosofia scolastica che "nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu" , ritiene che la facoltà conoscitiva dell'uomo sia passiva solo nella fase ricettiva in cui vengono formate le idee semplici. Successivamente l'uomo, dopo essere partito dalla sensazioni, arriva ad elaborare le idee complesse e le idee generali. Locke salvaguardia il momento dell'attività. Tuttavia Locke non riesce a distaccarsi completamente dall'innatismo cartesiano perché pur dando una spiegazione diversa rispetto a Descartes circa la genesi delle idee, si muove su posizioni cartesiane quando si tratta di dare un valore sull'idea. Per Locke quando noi conosciamo, conosciamo solo l'idea mentre la realtà esterna rimane una rappresentazione. Locke per risolvere il problema della certezza delle cose ricorre al principio di causalità che si verifica nella nostra facoltà conoscitiva dopo che sono avvenute le sensazioni. |
Secondo Condillac dalla percezione ad esempio della luce, del colore, del suono o del tatto, deriva non solo l'attività del conoscere ma anche tutti i processi sentimentali così come tutte le altre funzioni cognitive: la memoria, l'attenzione, la volontà, il desiderio etc. etc. Dall'ambiente esterno provengono tutte le sensazioni e da questa prima attività del sentire derivano poi tutte le altre sensazioni che non sono altro che sensazioni trasformate.
Chiarimento
La tesi di Condillac si basa sulla convinzione che la vita psichica nasca e si sviluppi a seguito degli input provenienti dall'ambiente: l'essere umano quando nasce è una tabula rasa che non ha sensazioni, celebre è il suo esempio in cui paragona l'uomo ad una statua di marmo che, inizialmente priva di sensi, incomincia a ricevere e rispondere alle prime sensazioni ed è proprio da questa prima attività che si formano progressivamente tutte le funzioni cognitive. L'idea di spazio, ad esempio, è originata dal senso del tatto così come l'idea della realtà esterna. Il linguaggio non è altro che una progressiva sofisticazione delle prime forme di comunicazione fatte di gestualità e di istintività, l'uomo dapprima comunica con grida e gesti, successivamente esprime le sue sensazioni, i suoi bisogni, le sue idee attraverso segni convenzionali (le parole), che dapprima sono scambiati oralmente per poi diventare segni grafici quando sorge la necessità di comunicare in una forma stabile e duratura. |
Chiarimento
Il rapporto con la realtà esterna Secondo Condillac il rapporto che l'uomo ha con la realtà esterna e con lo spazio è un rapporto di rappresentazione, noi abbiamo a che fare solo con l'idea di un oggetto collocato nello spazio ma non siamo in grado di sapere se esista o no quell'oggetto nella realtà che abbiamo pensato. |
L'origine dell'errore
Le argomentazioni portate avanti da Condillac presentano diverse questioni interessanti che sono da stimolo per ulteriori riflessioni. In primo luogo viene da riflettere sul fatto che nella sua teoria non viene risolto il problema della certezza dell'oggetto pensato; per Condillac, infatti, se un corpo esiste solo nella mente di chi l'ha concepito allora non esiste se non come idea. Come spiegare allora che quello stesso oggetto viene collocato nello spazio anche da altri uomini? Il processo conoscitivo ha in tutti gli uomini la medesima genesi ciò che muta è il rapporto del singolo con la realtà; l'origine degli errori sarebbe quindi da rintracciare proprio in questo diverso modo di percepire la realtà. L'ostacolo ad acquisire cognizioni valide e certe ha la sua genesi nello stesso processo da cui nasce e si sviluppa la conoscenza, tutti gli uomini percepiscono la realtà esterna da questa attività di associazione originaria ma è l'elaborazione delle sensazioni che porta ad un rapporto con la realtà che non è lo stesso per tutti gli uomini.
Il sensismo di Condillac, come si è visto, porta alle estreme conseguenze l'empirismo lockiano, configurandosi come fenomenismo, posizione in base alla quale la conoscenza certa non può essere raggiunta, ciò che gli uomini conoscono è solo l'apparire delle cose. |
Stimolo alla riflessione Le percezioni che si formano dalle sensazioni sono le medesime ma cambia il modo di elaborarle, quale rapporto esiste allora tra un dato obiettivo, certo e non discutibile come può essere una misura di grandezza e il formarsi di una determinata idea? Facciamo un esempio: immaginiamo di avere 5 persone in una stanza che debbano valutare il sapore e la bontà di un pane; sulla forma e la lunghezza di un pane si potrebbero trovare, in linea di massima, concordi, qualche incertezza e diversi contrasti incominciano a sorgere quando si tratta di giudicare il sapore del pane nonostante la sensazione del tatto ha il medesimo impulso iniziale. Quando si tratta poi di fare intervenire la facoltà di giudizio ecco che ognuno di loro avrà un'idea diversa di quel pane, per alcuni potrà essere buono e per altri meno buono. Un giudizio e un'idea dovrebbero quindi dipendere dall'esattezza o meno con cui si rappresenta questa o quella realtà esterna, tuttavia così non avviene perché nella formazione di un'idea o di un giudizio intervengono i valori che cambiano da uomo a uomo, valori che dipendendo dalla cultura, dall'esperienza personale, dalla struttura di appartenenza e sono anche la causa di decisioni che in prima battuta potrebbero apparire oscure e poco comprensibili. |