Antonio Labriola (Cassino 1843 - Roma 1904) è stato uno dei maggiori rappresentanti del neohegelismo italiano che ebbe i suoi maggiori rappresentanti nella cosiddetta "Scuola Napoletana" in cui spiccarono, oltre allo stesso Labriola, Francesco De Sanctis, Donato Jaja, Sebastiano Maturi, Bertando Spaventa e Antonio Tari.
Il rifiuto delle posizioni hegeliane si accompagnò alla critica verso il pensiero positivista che in quegli anni andava diffondendosi riscuotendo successo e adesione in diversi ambiti della cultura non solo filosofica.
Compiuti gli studi all'Università di Napoli, nel 1873 gli fu assegnata per concorso la cattedra di professore di filosofia morale e pedagogia all'università di Roma.
La sua iniziale direzione filosofica venne influenzata dalle posizioni di Bertrando Spaventa e Antonio Tari dei quali fu discepolo. Nell'ambito di questo clima, l'opera iniziale di Labriola si contraddistingue contro il ritorno di Kant nella versione indicata da Edoardo Zeller.
Il suo primo scritto significativo fu il saggio Origine e natura delle passioni secondo l'etica di Spinoza pubblicato nel 1865; dopo avere affrontato la lettura delle opere di Fuerbach, nel 1869 scrisse una monografia intitolata La dottrina di Socrate, secondo Senofonte, Platone e Aristotele, lo studio venne scritto quando Labriola era professore nel Liceo-Ginnasio Principe Umberto di Napoli e venne premiato dalla Regia Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli. .
Dopo la pubblicazione della monografia su citata seguirono una serie di scritti di carattere pedagogico: Della liberta morale (1873), Morale e religione (1873), Dell'insegnamento della storia (1876), Del concetto della libertà (1878) nei quali assumono particolare rilevanza le tematiche di ordine educativo e l'interesse verso la psicologia scientifica. In questo gruppo di scritti il pensiero di Labriola è caratterizzato dalla condivisione delle posizioni del filosofo tedesco Johann Friedrich Herbart considerato il fondatore della psicologia scientifica che troverà una più compiuta elaborazione nel pensiero filosofico dell'Ottocento e del Novecento.
IL PERIODO DEGLI STUDI SUL MARXISMO
Nel 1887 pubblicò I problemi della filosofia della storia caratterizzato da una forte critica nei confronti delle posizioni filoosfiche sulla storia di impronta hegeliana; lei suoi scritti più importanti sono quelli che vennero pubblicati a partire dal 1895 tra i quali vanno annoverati: In memoria del Manifesto dei Comunisti (1895), Del Materialismo storico (1896), Discorrendo di socialismo e filosofia (1896).
IL MATERIALISMO STORICO QUALE STRUMENTO CONOSCITIVO
Il materialismo storico è per Labriola prima di tutto un metodo conoscitivo da utilizzare per comprendere lo svolgimento della storia e in particolare per capire come si formi la struttura economica della società dove si possono distinguere due fasi genetiche:
- Nella prima fase avviene la formazione delle classi e dei rapporti giuridici, sociali, istituzionali e morali. In questa fase le classi subalterne lottano per affermare i propri diritti nei confronti delle classi dominanti che controllano i sistemi di produzione.
- In una seconda fase si formano le sovrastrutture ossia i prodotti dell'arte, della religione e della scienza. Esiste un rapporto diretto tra prassi e teoria in quanto la filosofia riflette sulla storia che è in primo luogo storia del lavoro, ma la filosofia essendo una sovrastruttura si sviluppa dopo la formazione della struttura economica, alla base di ogni svolgimento storico vi sono rapporti economici tuttavia lo sviluppo dei prodotti dell'arte, della filosofia, della letteratura ecc., non va interpetato secondo un rapporto causale di necessità in quanto la formazione delle sovrastrutture dello spirito non è automatica come quella dei rapporti giuridici e istituzionali ma è molto più complessa e dinamica.
Gli studi sul marxismo di Labriola vollero essere anche una rilettura del comunismo in chiave critica in aperta opposizione con le posizioni del socialismo utopistico e contro il trionfante positivismo e in particolare contro il darwinismo sociale incapace di comprendere le istanze e le rivendicazioni delle classi subalterne.
Sotto questo punto di vista la concezione materialista della storia espressa dal filosofo napoletano, pur costituendo un ripensamento critico del materialismo storico, rappresentò una novità segnando un distacco nei confronti della rigida formulazione elaborata da Engels e assunse una particolare rilevanza nella diffusione delle teorie marxiste tra gli intellettuali italiani.
Il rifiuto poi della funzione dello stato come struttura che si occupa solo di etica in favore di uno stato che promuova lo sviluppo sociale rimane ancora oggi una delle più moderne intuizioni espresse da Labriola.
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La dottrina di Socrate secondo Senofonte, Platone ed Aristotele : Memoria premiata dalla R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli nel Concorso dell'anno 1869 link
Della libertà morale per Antonio Labriola link