Non si può dubitare, che Dio non sia di ogni cosa l'autore, che egli non abbia ogni cosa creata per lui medesimo e che egli non tragga verso il cuor dell'uomo per una naturale ed invincibile impressione, che incessantemente si fa sentire - Nicolas Malebranche.
Nicolas Malebranche è l'esponente più importante dell'occasionalismo di cui fornì un'ampia e dettagliata argomentazione. Convinto religioso apparteneva alla Congregazione dell'Oratorio, un ordine religioso dove egli viveva immerso in un clima di profonda spiritualità.
La riflessione parte dal dualismo cartesiano: Entrato in contatto con la filosofia cartesiana, cercò di riconsiderarla secondo i dettami del Cristianesimo affrontando quello la questione della riflessione di Descartes: il rapporto tra creatura e creatore. Dinanzi ad un'idea di Infinito assorbente Malebranche si chiedeva come salvare il valore delle creature e quindi come superare il rigido dualismo cartesiano? Egli pensò di trovare la soluzione portando al centro l'azione divina, pensando così di difendere la religione cristiana dalle insidie non solo del panteismo naturalistico, ma anche dai seguaci del libero pensiero e dai sostenitori della religione naturale che nell'ambiente culturale europeo del '600 si era guadagnato molti sostenitori.
La creatura è un puro fatto occasionale dell'azione divina: per Malebranche è impensabile che una creatura possa influire su di un'altra, tutto ciò che accade in un evento di questa o quella determinata creatura è un'occasione dell'unica causa che è Dio. Dio solo crea l'esistenza, nessun esistente può agire senza la volontà di Dio. L'uomo -secondo il pensatore ginevrino- non può sottrarsi a questa legge: il corpo non può agire sull'anima né accade il contrario, l'unione tra anima e corpo è quindi possibile solo ed esclusivamente con l'assistenza divina.
Intuendo Dio si conoscono le cose: Non riconoscendo un rapporto tra le cose, secondo Malebranche è impossibile conoscere direttamente le cose, il soggetto conoscente non può svolgere quindi la realtà facendo affidamento alla sua iniziativa. Secondo il suo parere, la conoscenza può avvenire esclusivamente con un atto di intuizione e il solo atto di intuizione ammesso è intuire Dio. Solo in Dio si trovano estensione e pensiero, sebbene vada chiarito che l'estensione divina va intesa come estensione intelligibile. Questa intuizione di Dio si verifica con un'attrazione irresistibile verso il sommo bene, il bene infinito e avviene per necessità della natura stessa dell'uomo.
Cristo l'unico mediatore: la conoscenza delle cose esterne e l'intuizione di Dio non sono degli atti che possono avvenire per il solo volere dell'uomo. L'uomo non può essere attratto verso il sommo bene "senza la grazia di Gesù Cristo". Oltre alla grazia è però necessaria la fede che si rafforza attraverso la conoscenza delle Sacre Scritture.
Le difficoltà delle argomentazioni di Malebranche: il tentativo di superare il dualismo cartesiano portò Malebranche ad elaborare una teoria che in realtà lo rafforzava svalutando in maniera totale l'uomo e tutte le altre creature. L'uomo di Malebranche è una creatura senza alcuna possibilità di iniziativa, pertanto anche l'esistenza del male, secondo questa prospettiva, finirebbe coll'essere paradossalmente imputabile a Dio essendo negato il libero arbitrio. L'azione di potenza infinita di Dio risolve tutta la realtà in una manifestazione di Dio pertanto ogni cosa viene vuotata di responsabilità: l'agire secondo il bene ma anche l'agire seguendo il male.