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Storia della filosofia, letteratura e recensioni librarie

Dietro la porta - Giorgio Bassani



Segnalo un bel romanzo di Giorgio Bassani intitolato "Dietro la porta", l'edizione del romanzo a cui faccio riferimento è particolarmente preziosa perchè reca un'interessante nota di Enzo Siciliano; oltre a questo titolato intervento, è curiosa la sovracoperta dell'edizione del 1985 dove vi è un particolare dell'opera pittorica di Filippo De Pisis intitolata "Nudino sulla pelle di tigre".


Il titolo "Dietro la porta"  fa parte del cosiddetto ciclo ferrarese, un grande racconto di Ferrara che consta di quattro titoli:

  • Il romanzo di Ferrara I       Dentro le mura
  • Il romanzo di Ferrara II      Gli occhiali d'oro
  • Il romanzo di Ferrara III     Il giardino dei Finzi-Contini
  • Il romanzo di Ferrara IV    Dietro la porta


Questa specifica desta curiosità perchè sembra che "Dietro la porta" sia un continuo dei precedenti romanzi, in realtà questa unificazione nasce per volontà di Bassani che ha voluto dedicare un ciclo di romanzi, sotto il titolo comune   de "Il romanzo di Ferrara", alla borghesia ebraica ferrarese in un periodo che comprende il fascismo e il dopoguerra.
Oltre ai su citati romanzi  il ciclo comprende i seguenti romanzi: "Cinque storie ferraresi", "Gli occhiali d'oro", "Il giardino dei Finzi Contini", "L'airone", "L'odore del fieno".

STORIA DELL'EDIZIONE

"Dietro la porta" è stato pubblicato per la prima volta nel 1964, del 1984 è la I edizione pubblicata nella collana Oscar narrativa, nel 1985 la Arnoldo Mondadori Editore pubblica il romanzo nella collana "Scrittori ialiani e stranieri", quest'ultima edizione è quella in mio possesso.

IL ROMANZO DELL'ADOLESCENZA

"Sono stato molte volte infelice, nella mia vita, da bambino, da ragazzo. da giovane, da uomo fatto, molte volte, se ci ripenso, ho toccato quello che si dice il fondo della disperazione".(1)

Esordisce con queste parole il racconto di Bassani che è una dichiarazione di pessimismo assoluto, un pessimismo che ha attraversato tutte le stagioni della sua esistenza dall'infanzia fino all'età adulta.
Un periodo che ha raggiunto la più assoluta negatività nel periodo che va dall'ottobre 1929 al giugno del 1930 quando frequenta la prima liceo.
Un periodo che Bassani ricorda come doloroso ed è proprio questa sensazione di afflizione che lo perseguiterà per sempre, una situazione di spaesamento e di disagio che si manifestò sin da subito in occasione del primo giorno di scuola osservando le cose stesse che lo circondavano: l'aula che era posta alla fine di un tetro corridoio, i nuovi insegnanti (che davano del Lei) che si caratterizzzavano per una severità e una durezza definite addirittura "carcerarie", i nuovi compagni definiti estranei.
Un'estraneità acuita anche dal fatto di avere "perso" il proprio compagno di banco costretto ad emigrare in un altro isitituto per ripetere l'anno e che si manifesta con un atto di protesta quanto mai singolare. andare ad occupare l'ultimo banco ubicato vicino alla finestra, un'estraneità psicologica che è anche un'estraneità fisica.
Disagio, estraneità, dolore, disapprovazione,  tristezza, queste erano le sensazioni che il giovane Giorgio provava in quella stagione della vita.

LE SECCHIONE BEGHINE

Bassani descrive la composizione dell'aula soffermandosi sui compagni e in particolare sulle compagne, vale la pena citare per intero la descrizione:

"Le due del terzo banco, la Cavicchi e la Gabrieli, la prima grassa grassa, la seconda magra allampanata con un viso slavato e pustoloso da zitella trentenne, rappresentavano quanto era rimasto della decina "femmine" della quinta B: le due più brutte, senza dubbio, grige sgobbone destinate a fare le farmaciste o le professoresse, e da considerarsi alla stregua di puri oggetti............Che noia, che tristezza! Possibile che per andare avanti negli studi le donne dovessero sempre essere così,della specie di beghine avvilite e senza carattere ( non si lavano neanche tanto, le mummie, a giudicare dall'odore di stantio che mandavano!)" (2)

Vorrei soffermarmi su questa descrizione che è un piccolo capolavoro di sintesi narrativa efficace che è già di per sè un commento morale (implicito). La narrazione non è condotta da un punto di vista unitario al contrario si serve di comparazioni diverse che si proiettano nel tempo: le brutte secchione che puzzano di stanti sembrano destinate a fare le farmaciste o le professoresse, curioso questo accostamento, probabilmente le farmaciste e le professoresse nella Ferrara degli anni '30 erano delle bruttone, delle mummie mentre le belle ( la Legnani e la Bernini) erano destinate ad altro, a fare le attrici "altro che stare lì ad ammuffire dietro la porta del liceo!".

IL MIOPE, IL CANNONE E LE NULLITA'

La descrizione dei compagni di classe di quella I liceo prosegue con una sorta di campionario umano che è quello che si ritrova in tutte le classi di tutte le scuole di tutti i tempi.
Bassani tratteggia i compagni di classe con una sorta di affabilità letteraria, umoristica e quasi vendicativa, quasi a voler mettere l'accento sui tratti distintivi più negativi, queste impennate verso l'alto e verso il basso scivolano piacevolmente verso la descrizione parodizzata mantenendo tuttavia una colloquialità che sfocia nell'indiretto quando per esempio riporta il  dialogo con il professor Guzzo.

IL PROFESSOR GUZZO

E' la figura del docente da cui guardarsi continuamente, affetto da "una cattiveria confinante col sadismo" e che era famoso per aver messo l'epigrafe per i Caduti della guerra '15-'18 nella quale c'era scritto:

"Mors domuit corpora - Vicit mortem virtus"

Un'epigrafe che era tutto un programma ed  in linea con una descrizione fisica del personaggio:

"Sui cinqunt'anni, alto, erculeo, con due grandi occhi color ramarro lampeggianti sotto una enorme fronte  alla Wagner, e con due lunghe basette grigie che gli scendevano fino a metà delle guance ossute...."(3)

un incubo!!!

DA ESCLUSO SCEGLIE GLI ESCLUSI

È interessante vedere il percorso di questa autoesclusione che il giovane Giorgio matura istante dopo istante, si sente escluso non perchè viene escluso ma perchè avverte come estraneo alla sua indole di non essere tra gli eletti, sceglie perciò non solo di confinarsi all'ultimo banco ma anche di frequentare un compagno che è invidioso, gretto e meschino.
La scelta di andare incontro alla mediocrità, di affiancarsi ad uno contento "di rimanersene confinato nel limbo di color che son sospesi fra il cinque ed il sei" è anche paura, ricerca, ossessione di una diversità che non sempre emerge ma che si tramuta in impotenza, rassegnazione e incapacità di relazionarsi.
Su questa solitudine adolescenziale di Bassani si è poco parlato mentre molto si è scritto sul suo pessimismo  ma rimane interessante il tentativo di rielaborare narrativamente le ragioni del proprio essere così ed è emblematica la frase finale presente nel romanzo riferita a lui stesso che così si descrive:

"Duro a capire, inchiodato per nascita a un destino di separazione e di livore, la porta dietro la quale ancora una volta mi nascondevo inutile che pensassi di spalancarla. Non ci sarei riuscito, niente da fare. Nè adesso, nè mai" (4)

Il romanzo, al di là delle vicende biografiche dell'autore, è interessante perchè spiega come si formano le scelte valoriali che incominciano con l'età dell'adolescenza e della prima giovinezza; in queta particolare stagione della vita quando il confronto con gli altri non avviene e ci si trova nell'impossibilità di relazionarsi con gli altri, si rafforza la propria convinzione di essere estraneo al mondo, l'epilogo riportato nella parte finale rivela una struggente malinconia e una personalità sommessa di chi non vuole essere protagonista e cerca in tutti i modi di togliere il disturbo.
Non basta quindi la rielaborazione faticosa del proprio passato per uscire fuori da una situazione che diventa esistenziale, non avviene nessun recupero dell'io che appare irrimediabilmente scisso dalla realtà.


*****Una nota positiva dopo tanta malinconia, il libro in mio possesso l'ho pagato Lire 18.000, ora è disponibile ad un prezzo intorno ai 7 euro.....



==NOTE==

(1) Giorgio Bassani, Dietro la porta, Arnoldo Mondadori Editore, 1985, p.7

(2) In op. cit. p.11

(3) in op. cit. p. 15

(4) in op. cit. p.140

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