UNA CHIAVE DI LETTURA
C'è un misterioso segreto che affonda le radici in ognuno di noi, un segreto impalpabile, intuito ed "inseparabile" e che si intreccia con il nostro presente: è il legame con i nostri affetti.
La memoria del nostro passato personale e familiare ci plasma e si sovrappone alla realtà quotidiana e costituisce la logica del nostro vivere, dei nostri valori condivisi e convissuti.
Noi siamo gli unici custodi di quell'intreccio fatto di cose inspiegabili, di fantasie "inseparabili" che ci fa scoprire tradimenti, bugie e amore.
Non possiamo neanche scegliere quello che vogliamo ricordare, ricordiamo e basta anche senza capire mentre rincorriamo giorno dopo giorno ciò che è quell'altro di noi che non c'è più. Ecco le nostre emozioni più scure si nascondono nel profondo della nostra anima e si mischiano al nostro istinto di sopravvivenza così ricco di umanità anche quando egoisticamente arriva alle più grandi aberrazioni. E l'amore può essere un'aberrazione quando diventa esclusivo e quando nella sua accezione più "animale" diventa amore di sé eccessivo, assurdo, un amore che si realizza in modi a volte impensabili fino a quando riusciamo a rimetterlo in discussione tra amarezze, sconfitte e discussioni.
Scoprire i sentimenti che abbiamo sempre sfuggito è forse il prezzo più terribile che dobbiamo pagare.Ma spesso basta ascoltare un "ti voglio bene" pronunciato con semplicità per ripagarci di tutto ciò che la vita ci nega.
UN LIBRO ATTUALE, FORTE CHE ARRIVA DRITTO ALL'ANIMA
"Inseparabile" di Lalla Romano è un libro che mi piacerebbe definire con una sola parola "notevolissimo" e poi invitare a leggerlo. Nell'opera della scrittrice piemontese vi è una "lieve" tensione che si insinua all'interno della nostra anima, una tensione che riesce a scavare e che, arrivando al cuore, ci pone degli interrogativi.
Il nostro essere figli e genitori o adulti ci porta a scoprire i segni del rapporto che abbiamo con ognuna di queste situazioni a seconda del periodo in cui ci troviamo nella nostra esistenza; così quando siamo figli guardiamo i nostri genitori con gli occhi di chi è spettatore e non sa spiegare, quando invece diventiamo genitori, adulti e vecchi tentiamo di legare le nostre memorie familiari arricchendole con le nostre speranze attuali.
Nel romanzo si intrecciano diversi piani: quello della nonna, un io narrante che getta turbamento per la sua capacità di raccontare con precisione ed essenzialità, quella del padre Piero, quello della madre e quella di Emiliano, un bambino che diventa il coagulo di tutte le aspettative familiari.
Nonostante però l'amorevole aspettativa di un legame che diventa "inseparabile" e che esercita un discreto fascino, scaturiscono molti interrogativi e non è la figura della nonna che li pone ma è il lettore stesso a farsene carico. Quando la nonna parlando del nipotino lo definisce un "alimento, una piccola miniera, di fantasia" e lo mette in parallelo con Piero piccolo suo figlio, il padre di Emiliano, emerge tutto quel complesso di aspettative che ognuno di noi sperimenta quando in un bambino viene riposta la nostra speranza di un futuro migliore.
E' questo un sentimento che ci portiamo dietro per sempre e che fa parte della naturale "vocazione" dell'essere umano a riporre nei figli e nei nipoti le speranze di un futuro che dia il meglio che ci si possa aspettare. A questo punto si entra nella dimensione mitica, fantastica dove non si riesce più a distinguere la realtà dal desiderio e dove capire diventa impossibile.
La figura di Emiliano è quella di un bambino normalissimo, probabilmente viziatissimo che "forse" vive queste eccessive attenzioni che poi sfoga in comportamenti inquieti a scuola al punto da avere un pessimo voto in condotta. Questa sua "stranezza" può essere interpretata in diversi modi, ma la Romano non è incline allo psicologismo spicciolo, si limita a raccontare, il commento è a margine ed è quello del lettore che ha spesso la percezione di ritrovare fatti, sfumature e situazione della propria esistenza.
Emiliano il bambino "amante del silenzio", irrequieto a scuola non può essere in grado di distinguere il suo mondo da quello degli adulti.
E' difficile arrivare ad una conclusione ma è questa la bellezza del libro, se propendiamo verso l'interpretazione di una storia commovente daremo al racconto una chiave di lettura sbagliata, ma se ci identifichiamo con la figura della nonna che racconta le vicende, arriviamo alla conclusione che con un figlio o con un nipote si può instaurare un rapporto emotivamente intenso ed unico che trova nel racconto il suo momento più alto nell'episodio della dichiarazione di amore del nipote: Emiliano rivolgendosi alla nonna le dice "Ti voglio bene, sai nonna"......basta solo questo per saper ascoltare quell'insieme di emozioni che ci fanno tacere ed amare e che rendono superfluo il capire.
"Inseparabile" è un'altra perla di Lalla Romano, grande penna e degnissima rappresentante della nostra migliore letteratura. Libro consigliato e...senza difetti