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Storia della filosofia, letteratura e recensioni librarie

La Discordia (Ludovico Ariosto)

La conobbe al vestir del color cento,

Fatto a liste ineguali ed infinite,

Ch'or la coprono, or no: che i passi e 'l vento

Le giano aprendo, ch'erano sdrucite.

I crini avea, qual oro e qual argento,

E neri e bigi, e aver pareano lite:

Altri in treccia, altri in nastro eran raccolti:

Molti alle spalle, alcuni al petto sciolti.

Di citatorie piene e di libelli,

D'esamine e di carte di procure

Avea le mani e il seno, e gran fastelli

Di chiose e di consigli e di letture;

Per cui le facultà de 'poverelli

Non sono mai nelle città sicure:

Avea dietro e dinanzi e d'ambi i lati,

Notai procuratori ed avvocati.

Ludovico Ariosto ( Orlando Furioso c.14)

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L'Ariosto personifica la Discordia e lo fa descrivendo in modo scherzoso il codazzo di notai, procuratori ed avvocati che da sempre accompagnano le liti. C'è sempre una schiera di legulei pronti ad intervenire con chiose, consigli e letture quando sorge una lite che - osserva l'Ariosto- abbassando sempre la facoltà di discernimento dei poveracci li mette in balia dell'Azzeccagarbugli di turno.

Caiomario

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