"La vita istruzioni per l'uso" è uno di quei romanzi che tra la data di ideazione e quella di composizione ha avuto un lungo periodo di gestazione: ben nove anni, la pubblicazione avvenuta nel 1978 non può lasciare a dubbi ad alcun sospetto circa l'originalità dell'ambientazione. situato in rue Simon
Il racconto, infatti, si sviluppa nella pianta di un condominio ubicato in rue Simon-Crubellier di cui l'autore descrive con minuzia di particolari, come se i muri fossero trasparenti ( la casa del "Grande Fratello"?), tutti gli interni di ogni singolo appartamento compresi gli occupanti che vi abitano.
L'autore descrive in maniera particolareggiata tutta la vita dei singoli inquilini, compresi gli abitanti che hanno preceduto quelli che vi abitano e comprese addirittura le cose che hanno popolato negli anni lo stabile.
Una descrizione talmente certosina che sembra di essere nella posizione privilegiata di un osservatore che guarda dall'alto.
La figura su cui ruota tutto il racconto è uno strano personaggio, il ricchissimo Percival Bartlebooth che è animato da una sola e stramba ambizione: quella di girare il mondo e di dipingere cinquecento acquerelli.
Ed è curioso anche che cosa Bartlebooth farà di questi cinquecento acquerelli, li taglierà con la forma delle tessere di un puzzle e dopo avere trascorso quattro lustri per ricomporli, li scioglierà in un acido.
Perec, con una sapienza non comune, utilizza come mezzo il racconto del puzzle per creare un'inclusione tra le regole del rompicapo e quelle della vita, il puzzle rappresenta una sorta di iperonomia e i fatti dell'esiistenza un sottoinsieme in cui avvengono i giochi e gli incastri della vita.
E' la metafora, la figura retorica a cui ricorre Perec per attuare quel meccanismo di spostamento semantico per cui il significato originario della descrizione narrata non è più quello originario.
Per il lettore il gioco della composizione diventa il punto di intersezione tra due campi semantici: quello del gioco e quello del gioco della vita.
Come la ricostruzione del rompicapo appare vana per quanto con meticolosità uno ci si applichi, così l'esistenza, nel suo gioco continuo di giochi e intersezioni appare altrettanto difficile e inutile: una sorta di fatica di Sisifo nella quale quando si tenta di mettere in ordine le assonanze si deve nuovamente rincominciare.
E' elaborata questa costruzione del racconto che Perec fa del romanzo che sembra essere costituito da tutta una serie di racconti dove l'autore stesso, tende paradossalmente a dare delle regole: la stessa successione dei capitoli appare sapiente, accattivante e originale.
Lo stesso Perec ha rivelato che l'idea che ha presieduto la costruzione del romanzo è stata quella di una partita di scacchi dove il giocatore muove le pedine, una dietro l'altra, senza fermarsi più di una volta in una casella, questa sapiente elaborazione riesce a produrre una costruzione narrativa assai elaborata quasi sofisticata dove anche il linguaggio risulta particolarmente accurato.
Il racconto si sviluppa quindi creando quell'effetto di controdeterminazione per cui il significato di un racconto viene traslato da un referente ad un altro senza che vengano deluse le aspettative del lettore che si trova improvvisamente su due piani quello del gioco del rompicapo e quello del dispiegarsi della vita.
Siamo noi stessi che leggendo il romanzo di Perec, ricreiamo la realtà, la nostra esistenza e dal piano narrativo ci troviamo spostati nel piano emotivo, Perec in questo si dimostra sapiente e sembra sviluppare il racconto secondo un principio di economcità per cui parlando del gioco, parla dell'esistenza, il gioco è usato in senso denotativo ma nello stesso tempo connotativo è come se invece di dire "prendere in giro" qualcuno dicesse "prendere per il naso", in questo modo l'artificio letterario riesce a rendere agevole la lettura che non risulterebbe tale se si facesse un discordo filosofico.
Proprio per non lanciarsi nell'iperbole filosofica sull'esistenza, Perec privilegiando il piano letterario, riesce a trasmetterci il concetto che la vita è un meccanismo complesso e a volta anche complicato dove sono necessarie delle istruzioni per l'uso.
Le persone e le cose vengono catalogate, le situazioni enumerate, i fatti più diversi vengono accostati attraverso una combinazione che sembra essere una sorta di codice che ci permette di comprendere meglio lo scorrere dell'esistenza.
Un libro bellissimo e affascinante che vale la pena leggere, certamente originale e impegnativo ma che si differenzia dai soliti racconti lasciando una traccia indelebile nel lettore.
La vita è un gioco combinatorio, bisogna conoscerne le regole