SOFFERMANDOMI SULL'ARA DI CESARE
Due anni fa andai al Foro Romano e mi sono soffermato davanti all'ara di Cesare, un tempietto eretto in onore del "dittatore democratico" romano; sono rimasto colpito dal fatto che vi erano deposti dei fiori, molti fiori freschi .Caio Giulio Cesare è morto nel 44 a.C. E' l'unico uomo di stato dell'antichità che continua ad essere ricordato e onorato.
Racconto questo episodio perché la mia vicinanza con Cesare è legata soprattutto ai suoi scritti, come è noto infatti la sua fama non è legata solo alle sue imprese e alle sue conquiste, ma anche alle sue opere che oggi potremo definire storico-letterarie, ma che al tempo in cui vennero scritte erano dei commentari, dei diari in cui Cesare raccontava le imprese delle campagne militari di cui lui era l'unico e vero artefice insieme ai sui legionari.
LA GUERRA CIVILE DI CAIO GIULIO CESARE
L'opera originale si intitola "COMMENTARII DE BELLO CIVILI" e consta di tre libri, tratta della sanguinosa guerra civile tra Cesare e Pompeo che avvenne tra il 49 e il 48 a.C.
Nello scritto vengono raccontati numerosi episodi alcuni dei quali notissimi come, ad esempio, il passaggio del Rubicone, dove venne pronunciata la famosa frase "Il dado è tratto", frase che NON si trova nel De bello civili.
LA LINGUA PARLATA DA CESARE, UN ESEMPIO DI CHIAREZZA
Anche chi non conosce il latino può comprendere la lingua parlata da Cesare, riporto solo come a titolo d'esempio, l'incipit di un passo famoso in cui Cesare descrive la Gallia Transalpina (si tratta di un passo tratto da un'altra famosa opera di Cesare il "De bello gallico"):
"Gallis est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam, qui, ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur".
Anche andando a senso, il lettore italiano riesce a comprenderne il significato, Cesare aveva una capacità di sintesi rarissima, lo si potrebbe definire un giornalista ante litteram e uno stilista della bella scrittura.
Sotto questo punto di vista La guerra civile con il testo originale a fronte permette di avere una rigorosa traduzione e nel contempo di poter leggere il testo originale riportato a fronte.
In questo modo anche il lettore moderno può sentire la voce di Cesare, capirne la personalità, comprendere il suo modo di pensare, ma anche inquadrarlo in tutta la sua faziosità di uomo teso a difendere fino in fondo il proprio operato.
Senza dubbio il "De bello civili" è un'opera apologetica dove Cesare vuole dimostrare a futura memoria di aver operato sempre secondo ragione e secondo diritto.
NOTA A MARGINE SU QUANTO VIENE RACCONTATO NELL'OPERA
Al di là dell'aspetto linguistico, è inevitabile ragionare intorno al contenuto dell'opera da cui emerge un Cesare fiero di aver modificato la struttura dello stato a favore delle classi basse ossia di provinciali, centurioni e persino (per l'epoca) liberti (schiavi che aveva riconquistato di diritto la libertà). Naturalmente il quadro che emerge è sempre "secondo il racconto di Cesare", ma secondo Cicerone il vero responsabile della guerra civile fu proprio Cesare.
Di contro Cesare dimostra tutto il suo risentimento nei confronti degli avversari arrivando a denunciarne l'operato illegale e arrivando ad appellarsi ai suoi legionari in modo che sedassero qualsiasi tumulto. Cesare aveva capito che l'unico suo solo oppositore era il Senato romano ma non il popolo che lo appoggiava e da fine politico qual'era, sapeva che proprio il popolo e l'esercito mai gli avrebbero girato le spalle....queste furono le ragioni per cui i congiurati decisero di eliminarlo, erano le famose idi di marzo.
L'OPERA CHE DOVREBBERO LEGGERE TUTTI E IN PARTICOLARE
"La guerra civile" dovrebbe essere letta da tutti ed in particolare da:
- tutti coloro i quali parlano oggi di Roma a sproposito;
- tutti coloro che confondono la squadra della Roma con Roma antica;
- tutti coloro che parlano sempre a sproposito di Galli, Celtici ed affini e di romani moderni confondendoli con quelli antichi.
- gli studenti dei licei classici e scientifici, se non altro perché, possono trovare tutti i brani tradotti delle versioni che, sicuramente, saranno loro assegnate;
- tutti coloro che ignorano che Roma antica non ha niente a che fare con la città di oggi;
- ai lettori moderni per comprendere che le tensioni sociali e politiche in terra italiana incominciarono ai tempi di Cesare.....non sono ancora finite.
INFORMAZIONI SUL LIBRO
- Listino € 9,50
- Editore Garzanti
- Collana I grandi libri
- Data di pubblicazione 21/02/2008
- Pagine 352
- Lingua Italiano
- EAN978881136728
Pompeo finì decapitato, Cesare morì pugnalato.....sic transit gloria mundi.