Letteratura, cinema e teatro, un ritratto che non invecchia.
Il ritratto di Dorian Gray è un classico della letteratura, almeno così viene definito e ogni volta che si deve usare questa espressione bisognerebbe farlo con una certa riluttanza perché c'è una certa ipocrisia in questa connotazione e, aggiungo una certa supponenza che svaluta la grandezza di un'opera il cui valore non dipende certo dal tempo. Ma su questo argomento hanno riflettuto altri e in particolare Italo Calvino che non amava particolarmente questa convenzione in uso nella letteratura.
Il romanzo di Oscar Wilde ha dato origine a molte riduzioni cinematografiche e teatrali, alcune sono pregevolissime come quella del regista Oliver Parker il cui merito sta -a mio parere- nell'aver adattato sul grande schermo il capolavoro di Wilde dandone una sua particolarissima interpretazione. Qualcuno potrebbe obiettare che Parker è un amante di Wilde visto che aveva già diretto "Un marito ideale" e "L'importanza di chiamarsi Ernesto", però io ho amato anche una vecchia pellicola che risale al 1945 e che a differenza del film di Parker presenta meno discrepanze rispetto al romanzo di Wilde.
Nel nostro disperato tentativo di restare al passo coi tempi dimentichiamo che tutto ciò che facciamo è condizionato dal tempo: il mito dell'edonismo non è nuovo, sin dall'antichità gli uomini hanno teorizzato che davanti alla caducità della vita, l'unica cosa che rimane da fare è vivere il tempo cogliendo l'attimo; Orazio è stato il più importante teorizzatore del "carpe diem", ma la prospettiva di Wilde è diversa: perseguire l'eterna giovinezza per non soccombere e per distinguersi dal vivere mediocre degli altri
C'È UN PO' DI DORIAN GRAY IN OGNUNO DI NOI
Mi ha sempre colpito la figura di Dorian Gray, ingenuo, pieno di insicurezze, vanesio e pronto a vendere l'anima al diavolo in cambio della giovinezza che dura per sempre. Il suo modo di porsi nei confronti del ritratto che gli ha dipinto il pittore Basil Hallward è la parte più dolorosa e omissiva che mi ha sempre fatto pensare a come ci poniamo davanti a delle vecchie foto che ci ritraggono quando eravamo giovanissimi. Si potrebbe parlare del libro di Wilde partendo solo da una serie di considerazioni sul quel legame tra Dorian Gray e il quadro che nasconde le insidiose sembianze, ma vi è mai capitato di avere dei brividi e dei rimpianti davanti ad una foto che ci mette davanti a quello che non siamo più? Ciò che cambia però è il terribile mistero che nasconde Dorian Gray.
La storia è paradossale: solo Dorian potrà deliberatamente rinunciare al patto segreto facendo emergere la propria natura seguendo il proprio destino.
QUELLA DIABOLICA SEDUZIONE CONTEMPORANEA
Wilde da grande scrittore di razza qual'è sa scavare nelle nostre paure e ironia del destino anche noi ci troviamo a vivere in un frenetico inseguimento di una giovinezza persa per sempre; avete mai pensato che c'è una diabolica seduzione nel messaggio che trasmettono certe pubblicità? Sappiamo rinunciare alle nostre sembianze in cambio di una seducente promessa di ritornare giovani? Può capitare di essere angelicamente ispirati nel volere avere il volto da ventenne, ma il disperato obiettivo si tramuta presto in un'illusione; forse dovremo avere un giusto approccio con il benessere e non ricercare di riconquistare la giovinezza passata.
Non si può parlare di Dorian Gray senza parlare di Lord Henry Wotton, una sorta di teorico della scienza dell'immortalità in versione ottocentesca, a metà tra Mefistefole e uno stregone, il vero responsabile della deriva di Dorian Gray che è una vittima indifesa nei confronti di un seduttore e manipolatore diabolico a cui però sfugge il completo controllo della situazione. Il pittore Basil Hallward dà una definizione che di Dorian Gray che vale più di mille parole: " È una natura semplice e bella" e quasi intuendo le intenzioni del malefico Lord Wotton gli raccomanda di non gustarlo, ma si sa che il diavolo sa mentire e circuire facendo credere esattamente il contrario. Lord Wotton sa influenzare e parla spesso con una voce sommessa, con un tono musicalmente seducente.
Mi capita spesso di riflettere su una frase pronunciata da Lord Wotton che ad un certo punto dice "Noi siamo puniti per quello che rifiutiamo a noi stessi", c'è del vero in questa osservazione ma c'è anche una seduzione che nasconde un tranello; molti seguono questa regola auto imposta pensando di invertire la rotta ma è impossibile agire sul passato e spesso la punizione non è altro che il rimorso per non avere fatto quello che avremmo potuto fare.
ALCUNI AFORISMI TRATTI DA "IL RITRATTO DI DORIAN GRAY"
Oscar Wilde è stato uno dei più grandi creatori di aforismi, a differenza di Nietzsche però molte frasi celebri sono incastonate all'interno di un racconto, tra le numerose, condivido le seguenti:
- "La bellezza, la vera bellezza, finisce là dove l'espressione intellettuale inizia";
- "L'unico pregio del matrimonio è di rendere assolutamente necessaria per tutti e due una vita di inganno reciproco";
- "Il riso non è un brutto modo per cominciare un'amicizia, è sicuramente il miglior modo per finirla";
- "Influenzare qualcuno significa dargli la propria anima" ( Frase pronunciata da Lord Henry Wotton in presenza del pittore Basil che sta eseguendo il ritratto di Dorian Gray).
L'elenco potrebbe continuare, invito però il lettore a "sforzarsi" a rintracciare altre massime e a fare un esercizio utilissimo: prenderne nota; trovo che queste frasi possano essere utilissime in tanti contesti; "Il ritratto di Dorian Gray" non è solo un romanzo appassionante, è una stimolante lettura, un'ossessione che divora il lettore il quale cerca di cogliere una verità che alla fine sfugge come....la giovinezza perduta.