ENESIDEMO
I dieci tropi
Uno dei maggiori rappresentanti dello scetticismo del terzo periodo che si richiama agli insegnamenti di Pirrone, fu Enesidemo di Cnosso,che criticò le posizioni della Quarta Accademia di Filone di Larissa e della Quinta Accademia di Antioco di Ascalona.
Enesidemo visse probabilmente nella seconda metà del I sec. a.C., scrisse otto libri intitolati Discorsi pirroniani andati persi, sappiamo però che questi scritti furono dedicati a tale Elio Tuberone che secondo alcuni storici della filosofia sarebbe l'amico di gioventù di Cicerone.
Secondo Enesidemo le posizioni espresse da queste due scuole nella loro opposizione allo stoicismo si erano distaccate dai capisaldi della filosofia scettica espressi da Pirrone di Elide. Questo è il motivo per cui gli storici della filosofia sono concordi nell'affermare che con Enesidemo, Agrippa e Sesto Empirico si ha una ripresa delle posizioni di Pirrone il fondatore dello scetticismo vero e proprio.
Per Enesidemo mantenne un atteggiamento critico nei confronti degli scettici dell'Accademia ritenendo che la loro critica per la cosiddetta "conoscenza comprensiva" espressa dagli stoici si era rivelata del tutto inconcludente in quanto rimasero imbrigliati nella critica stessa.
Secondo Enesidemo il vero scettico deve invece mantenere un atteggiameno imperturbabile ed equidistante sia nei confronti della conoscenza comprensiva che di quella incomprensiva.
I 10 ARGOMENTI SUI QUALI BISOGNA SOSPENDERE IL GIUDIZIO
Nello scetticismo antnico Enesidemo è celebre per avere compilato i 10 tropi o modi intorno ai quali è necessario sospendere il giudizio. I tropi sono da intendersi nel significato di modi di sentire che essendo appunto determinati dai sensi sono di per sè fallaci e non garantiscono una conoscenza universalmente valida.
Sesto Empirico nella sua opera intitolata Schizzi pirroniani elenca i 10 tropi di Enesidemo che si riferiscono:
- "alla varietà che si nota negli animali";
- "alle differenze che si riscontrano negli uomini";
- "alle diverse costituzioni dei sensi";
- "alle circostsaze";
- "alle posizioni, agli intervalli, ai luoghi";
- "alle mescolanze";
- "alle qualità e composizioni degli oggetti";
- "alla relazione";
- "al verificarsi continuamente o di rado";
- "alle isitituzioni, costumanze, leggi, credenze favolose e opinioni dogmatiche".
L'impossibilità di determinare un criterio di conoscenza universalmente valido non riguarda solo i modi di sentire ma comprende anche le tradizioni, le leggi e le opinioni dogmatiche, in particolare in queste ultime fa rientrare i dogmi delle varie religioni che esprimono formulazioni in cui è impossibile risalire alle cause e agli effetti.
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