"Il patrimonio di conoscenza, di cui dispone la gioventù odierna, non è adeguato alla grandezza, alla serietà dei compiti che deve assolvere. Solo da un unico punto di vista il crollo del sapere è adeguato al compito del "tempo": il decadimento è enorme come enorme il compito. Ma questa inadeguatezza non viene superata iniziando improvvisamente a imparare di più e più in fretta. È necessario che rincominciamo ad "apprendere" e a conoscere delle unità di misura. Il degrado non si arresta con la semplice introduzione di nuovi e più agevoli "manuali".
Che occasionalmente "si legga un libro" è considerato indice di un atteggiamento limitato, a prescindere dal problema se l'uomo d'oggi -che acquisisce la sua cultura spesso solo leggendo "tabelle" e "rotocalchi", ascoltando "servizi radiofonici" o frequentando "sale cinematografiche" - sappia o sia ancora in grado di sapere, così confusamente sballottato e completamente americanizzato, che cosa significhi "leggere". Ma il decadimento del sapere non viene superato neppure constatando che prima le cose andavano meglio. Infatti proprio il sistema scolastico e la cultura degli ultimi decenni non erano più in grado di risvegliare e tenere desta la forza dello spirito, di far sentire il carattere vincolante dell'essenziale costringendoci così a meditare su di esso. In tempi di decisioni essenziali ripiegarsi comodamente sul passato serve tanto poco, quanto limitarsi frettolosamente ai bisogni del giorno. In questo caso ci può aiutare la meditazione e la scelta interiore".
Martin Heidegger
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